L’Nba United Tour dopo avere fatto tappa a Milano, Istanbul, Barcellona, Mosca e Madrid, arriva nella Capitale, dove il sole ha deciso che non risparmierà i tantissimi ragazzi venuti per il torneo 5 vs 5, con oltre 120 squadre iscritte.
Sono le 12:00 quando, entourage al seguito, Chandler si presenta, annunciato dallo speaker.
Entrato nella saletta stampa, fin da subito il suo viso non sembra trasudare entusiasmo, sarà il jet lag, sarà il caldo, ma la faccia è di quelle “finiamo presto con sta roba”.
Giusto il tempo di togliere dal tavolo la Sprite, con cui Wilson entra, per ovvie ragioni di sponsor e si parte:
Ci puoi dare una tua opinione sui campioni NBA dei Dallas Mavericks e sul grande sconfitto delle ultime Finali, ovvero LeBron James?
“Sono molto contento che Dallas abbia vinto perchè hanno dimostrato di essere più squadra rispetto a Miami. Penso che questo sia un dato di fatto, e che lo abbiano notato tutti. Su LeBron… è vero che non ha ancora vinto il titolo ma è giovane, e secondo me arriverà anche il suo momento”.
E’ notizia di pochi giorni fa il ritorno a Denver di Andrè Miller, che si somma all’arrivo di Faried dal Draft: in cosa possono darvi una mano?
“Miller è un ottimo playmaker, ma soprattutto un giocatore di enorme esperienza e in questo senso non vedo l’ora di imparare da lui. Per quanto riguarda Faried, l’ho visto giocare poco e non posso esprimermi più di tanto, ma mi è sembrato un ottimo difensore e un discreto rimbalzista”.
E in generale che ne pensi del Draft appena conclusosi?
“Irving sembra un buon giocatore, ma ad essere sinceri sono rimasto molto colpito dal ragazzo di Arizona…” (gli viene suggerito Williams) “Oh, yeah, Williams”.
Dal 2008 tu sei compagno di squadra di Danilo Gallinari, prima a New York e ora anche a Denver. Cosa pensi di lui? Ma soprattutto, quali pensi che possano essere i suoi margini di miglioramento?
“Danilo è un’ottima persona, sia dentro il campo che fuori. Già adesso è molto forte ma può migliorare ancora, e chissà quanto, per Danilo il limite è il cielo”.
Conosci bene Gallinari, ma riguardo Bargnani che idea ti sei fatto, lo vedi come il classico europeo soft?
“No, penso Bargnani sia veramente forte, ha un ottimo tiro e un primo passo che lo rende difficile da marcare, considerando anche l’altezza. Se continua su questa strada potrebbe essere il futuro Dirk Nowitzki. Però, sì, forse dovrebbe guadagnare un po’ di forza, soprattutto a rimbalzo”.
Wilson, in questi anni, prima a New York e poi a Denver, ti abbiamo visto giocare in diversi ruoli, dal 2 al 4, ma ce n’è uno che preferisci?
“In realtà ho sempre preferito innanzitutto giocare senza badare troppo al ruolo, ma se dovessi scegliere direi ala piccola, più che altro per evitare mismatch in fase difensiva”.
Nei quattro anni di NBA hai avuto l’opportunità di giocare contro i migliori talenti del mondo. Quali sono per te i tre migliori attaccanti e quali i tre migliori difensori contro cui hai giocato?
“Gli attaccanti più forti? Beh, sicuramente Kobe Bryant, LeBron James e Dwayne Wade. Come difensori direi Dwight Howard, Ron Artest e…” (ci pensa un po’) “un giocatore sottovalutato da tanti, Joakim Noah, un ottimo difensore”.
Sono ormai anni che i Nuggets sono considerati una squadra con uno spogliatoio difficile per la presenza di personalità forti. Ora che ci sei dentro, pensi sia solo un luogo comune?
“Non posso dare giudizi su quello che è stato lo spogliatoio negli anni in cui non c’ero, però da quando sono arrivato ai Nuggets mi trovo benissimo, c’è armonia, i ragazzi si conoscono ormai da tempo, sembra di stare in una grande famiglia”.
Negli ultimi anni si sta affermando una nuova “moda” tra i giocatori, ovvero essi si accordano per giocare insieme in una stessa squadra e per avere più chance di vincere il titolo. C’è un giocatore con il quale ti piacerebbe giocare, nella NBA attuale? E, in modo ancora più fantasioso, con quale leggenda del passato ti sarebbe piaciuto giocare se fosse stato possibile?
“Nella NBA attuale mi piacerebbe giocare con Dwight Howard, trovo che sia un giocatore molto forte sia in attacco che in difesa e anche una persona divertente. Sui giocatori del passato dico Magic Johnson, mi sarebbe piaciuto molto avere la possibilità di giocare con lui”.
Sei rimasto deluso quando hai saputo che New York ti aveva scambiato con Denver?
“Sicuramente quando mi hanno dato la notizia non ci potevo credere, ero totalmente spiazzato. Certo la cosa non mi ha lasciato indifferente, però poi ho pensato che con la mia cessione i Knicks avevano la possibilità di prendere un grande campione come Carmelo Anthony e ho capito che avevano le loro ragioni. Comunque ho avuto subito una grande voglia di dimostrare il mio valore a Denver, in un certo senso la trade mi ha caricato perchè volevo far vedere che anche io avrei potuto dare il mio contributo nella nuova squadra”.
New York, tra l’altro, non dev’essere un posto facile in cui giocare…
“Assolutamente, giocare con i Knicks è difficile perchè i giornali e i media in generale ti stanno costantemente addosso, c’è più pressione rispetto a Denver o ad altre città. E’ vero che se giochi male le critiche nei tuoi confronti si sprecano, anche se è vero pure che quando giochi bene sono pronti ad applaudirti come nessun altro. Non c’è equilibrio, ogni giocatore ha i suoi alti e bassi nel corso di una stagione ma a New York viene enfatizzato tutto”.
E a proposito della tua carriera…quali sono le tre partite che ricordi con più piacere?
Mi ricordo quando prima di questa stagione siamo venuti con i Knicks qui in Italia per giocare contro Milano, ed ho un grande ricordo di quella partita perchè molti miei compagni erano eccitati, a partire da Danilo naturalmente. Poi ho bei ricordi anche della prima partita giocata con i Nuggets subito dopo la trade e del mio esordio nei play-off, un paio di mesi fa contro Oklahoma City.
“Adesso voi giocatori della NBA avete almeno 4 mesi di fronte prima dell’inizio della nuova stagione. Forse questi 4 mesi diventeranno anche di più, nel caso il Lock-Out diventi realtà. Come affronterai questo periodo? C’è qualche aspetto del tuo gioco sul quale ti concentrerai maggiormente?”
“Lock-Out o non Lock-Out, la mia intenzione è di allenarmi durante l’estate come ho sempre fatto nel corso di questi anni. Il mio obiettivo è migliorare in vari aspetti del mio gioco, non ho un aspetto in particolare su cui concentrarmi di più rispetto agli altri”.
Finita l’intervista con la stampa, Chandler si trattiene ancora un po’ con i giornalisti di Sportitalia, per poi concedere qualche foto.
Lo aspetta ancora qualche ora di clinic e autografi ai ragazzini del torneo. Noi ce la siamo già filata per il caldo. A pensarci, dopo 15 ore di volo, forse, non aveva tutti i torti a non vedere l’ora di tornare in albergo.
Articolo scritto in collaborazione con Xandro24.
Che faccia all’inizio…
vabbè chiaro che all’inizio fosse un pò spaesato, ma poi anche lui, poverino, trovarsi un bambino con la canotta bulls che gli chiede l’autografo… della serie “are you kidding me????”
questa è una cosa che ho notato anch’io lo scorso ottobre a Barcellona in occasione della sfida dei Lakers: c’erano in giro più tizi con magliette di altre squadre che gente con la canotta di L.A. o del Barça, come se il grande Show non fosse la partita tra le due formazioni ma l’NBA in generale…e a mio avviso è una cosa ridicola, nessuno negli USA si sogna di andare a vedere Spurs-Rockets con la maglia degli Hawks, così come sarebbe stupido andare allo stadio per un derby Roma-Lazio con la maglia della Samp…mah…
xchè ridicola? Qui non è come negli USA dove le squadre giocano nella propria città e, di conseguenza, hanno i propri sostenitori che la seguono. San Antonio-Houston a San Antonio avrai tifosi che indossano maglie degli Spurs e basta xchè San Antonio è la città degli Spurs..a Houston avrai tifosi che indossano le magliette dei Rockets xchè Houston è la squadra di casa.
Le partite tra squadre NBA che si giocano qui in Europa sono ovviamente in città neutrali quindi è OVVIO che ci siano appassionati in generali, magari non tifosi delle squadre coinvolte, che vadano a vedere la partita visto che si tratta magari dell’ unica occasione x andare a vedere una partita NBA dal vivo e decidano di indossare la maglietta della propria squadra, anche se la loro squadra non gioca.
Lo stesso x l’adidas tour, che tra l’altro è un evento di basket NBA in generale, e non riguarda una particolare squadra, quindi è normale avere gente che indossa maglie di varie squadre. E poi, anche se uno non è tifoso dei Nuggets (la squadra x cui gioca Chandler), non può chiedergli l’autografo comunque. O si può chiedere l’autografo solo ai giocatori che giocano nella propria squadra?
si ok anch’io ho amici che sono andati a vedere la finale di Champions più di una volta nonostante la loro suqdra del cuore non fosse coinvolta, ma non si sono sognati di mettersi la maglia della Juve Stabia o del Portogruaro o dell’Hellas Verona, eppure anche la finale di Champions è uno show che si tiene una volta l’anno e nella maggior parte dei casi in una città neutrale…poi ovviamente ognuno è liberissimo di conciarsi come crede e fare quello che vuole (e ne ho vista di gente letteralmente MASCHERATA a Barcellona eh), così come io son liberissimo di trovare ridicola una tale smania di esibizionismo che non è affatto proprio della cultura cestistica (ma anche sportiva in generale) europea…e poi, se non sono tifoso dei Nuggets e non lo sono stato dei Knicks, personalmente non corro a chiedere l’autografo a un Wilson Chandler qualsiasi, per me è una cosa da groupies o da dodicenni che sentono arrivare in città un tizio famoso a caso di cui ignoravano l’esistenza fino a 3 minuti prima e decidono che è la loro rockstar preferita…
Sì, tra l’altro era reduce da un viaggetto di 15 ore…comunque è sembrato un ragazzo disponibile, grande Wilson!
concordo. Davvero un bravo ragazzo… si capisce.
io sn andato a vedere roma-lazio cn la maglietta dell’arsenal :p
p.s. gli potevate chiedere però chi era quel rabbino con cui è nella foto del fanta su hoops! ;)
Ragazzi, non vorrei deludervi, ma quei ragazzini avevano quelle canotte perchè fornite dalla stessa organizzazione per il torneo, non erano tifosi :D