Non c’è che dire, quest’anno si sta assistendo a delle NBA Finals più avvincenti del previsto. Gara 4 è infatti andata in archivio con una vittoria della squadra di casa, Dallas, che porta quindi la serie in perfetta parità sul 2 a 2, dando modo ai telespettatori di tutto il mondo di appassionarsi ancora di più a questa sfida, tanto equilibrata da poter annoverare 3 gare su 4 tra quelle decise all’ultimo tiro.
Una Gara tirata
Questa è stata la quarta sfida tra Miami e Dallas. Una gara tirata fino all’ultimo, con Nowitzki che nonostante la febbre e il dito infortunato è riuscito a 15 secondi dalla fine a battere il suo marcatore, Haslem, e a segnare il canestro del +3, quello che ha dato il pieno possesso di vantaggio a Dallas e la vittoria finale.
Ed era proprio la gara che Miami voleva, perchè in vantaggio per 2 a 1 e a casa dei Mavs, l’intenzione era quella di stare attaccati agli avversari fino alla fine e giocarsela sugli ultimi possessi per tentare il colpaccio e portare così la serie sul 3 a 1 e mettere così una seria ipoteca sulla vittoria finale.
Lo script della partita è stato quindi quello studiato a tavolino da coach Spoelstra ma il finale è stato riscritto dal tiro di Dirk, dai successivi liberi di Terry e dalla palla persa da Wade a 6 secondi dalla fine, quando un tiro da tre avrebbe portato gli Heat ai supplementari.
Wade che è stato anche l’unico dei Big Three ad essere esentato dalle critiche, perchè a parte il pallone perso quando la gara era riacciuffabile solo con un miracolo, il numero 3 ha giocato una grande partita, segnando 32 punti con 13 su 20 al tiro, 6 rimbalzi e 2 stoppate.
Meno bene è andato Bosh, che ha giocato bene la prima metà dell’incontro salvo poi eclissarsi nella seconda frazione. Dei 24 punti totali segnati infatti, 16 son stati messi nei primi 24 minuti e solo 2, frutto di altrettanti tiri liberi, sono stati i punti dell’ex Raptor nell’ultimo e decisivo quarto.
Ultimo quarto che sarebbe dovuto essere il regno di LeBron James, che è invece stato tagliato fuori dall’incontro e non ha saputo essere decisivo nei minuti decisivi. La sua gara a dir la verità non è stata negativa, anche se a veder le cifre, 8 punti con 3 su 11 al tiro e solo 2 su 4 dalla lunetta, sembrerebbe essere stata la peggior partita dell’ex Cavs ai playoff.
LBJ ha invece giocato in modo differente e dopo aver capito che la serata al tiro non era delle migliori si è messo a fare il playmaker, giocando molto per la squadra, come testimoniano i 7 assist finali.
Partita però che non l’ha per nulla esentato dalle critiche, perchè in molti si aspettano che quest’atteggiamento defilato sparisca nelle battute finali, quando il solo Wade portebbe non bastare a vincere una partita tirata come Gara 4.
Verso Gara 5
Di sicuro la prossima gara sarà diversa e sarà giocata da James più sullo stile delle prime tre, anche se la difesa di Dallas lo costringerà a dare via la palla molto più in fretta del solito, specialmente se Carlisle confermerà la mossa tattica di Gara 4 di mettergli Jason Kidd in marcatura, che lo può soffrire fisicamente ma dà modo ai suoi compagni di raddoppiarlo con più efficacia.
Per sperare nella vittoria in Gara 5, che assume ovviamente i connotati di Pivotal Game, oltre ad avere un James decisamente più aggressivo in attacco, per Miami è necessario che Chris Bosh, sempre più in versione Godot di Beckettiana memoria, sia finalmente efficace per tutta la gara e non solamente per i primi due quarti o per gli ultimi 30 secondi.
Se Chris riuscirà a essere un pericolo offensivamente in modo continuativo, tutto il gioco degli Heat ne trarrà giovamento e anche il tiro da oltre l’arco, che in Gara 4 ha visto Miami tirare con il 14%, potrà diventare più efficace.
Le reazioni dei protagonisti
Sulla pretazione di LeBron James ha detto la sua anche uno che di anelli se ne intende. Dagli studi di ESPN infatti Bruce Bowen ha commentato la prestazione di LBJ dicendo che gli Heat non dovrebbero essere contenti dell’approccio del loro numero 6 alla gara, perchè James deve essere un “risolutore” delle gare e non un “facilitatore” per gli altri, specialmente quando la palla pesa di più.
Ne è conscio anche lo stesso LeBron, che anche nel post partita ha ammesso che deve essere maggiormente aggressivo e che la scelta di giocare più per i compagni è stata fatta perchè maggiormente raddoppiato, ma che così facendo ha perso il suo ritmo offensivo, che non è più riuscito a recuperare nel momento in cui ce n’era maggior bisogno.
Attenzione ai numeri
Miami in questa stagione ha avuto un problema conclamato. Ha sempre fatto fatica a chiudere le gare quando si arrivava punto a punto. Nelle partite con uno scarto minore di 5 punti infatti, in Regular Season gli Heat sono 6W-14L, ai playoff sono 2W-3L, in finale 1W-2L.
I numeri a volte non dicono tutto, però possono far suonare qualche campanello d’allarme e in una serie come questa sempre più equilibrata e con tante gare decise all’ultimo tiro questa apparente mancanza di clutchness potrebbe rivelarsi un problema difficile da affrontare.
Ecco perchè ora gli Heat devono cercare di portare in fondo i break che sono in grado di fare durante le partite, specialmente nel terzo quarto. E con un James maggiormente aggressivo è un’impresa assolutamente alla loro portata.
bell’articolo! troppo facile per un hater come me criticare james ma attenti i mavs sono sempre i mavs…………………..
jumper e penetrazioni ma se la serata non è buona perché non vai sotto? l’ultimo e il + bel canestro che hai fatto è stato spalle canestro contro terry, avanzi col corpo a centro area e gli segni in faccia sfruttando il mismatch.
oh! nella peggior serata ha fatto anche quel super passaggio allo scadere per l’alley hoop super super di wade.