Contro la statistica, che ha sempre visto vincere le finali alla squadra che dall’uno ad uno ha vinto gara 3, contro degli avversari favoriti dalle enormi differenze fisiche ed atletiche, contro uno stile di gioco imposto dalla difesa avversaria che non avrebbe dovuto lasciare scampo, contro una miriade di acciacchi, contro una strana e nuova imprecisione al tiro, contro la febbre di Nowitzki, contro una partita strepitosa di quel giocatore che già li aveva sconfitti nel 2006, i Mavericks si sono scrollati dalle spalle una serie di scimmie ed hanno dimostrato di che pasta sono fatti.
Dopo una partita stavolta non eccezionale, condita da troppi errori, Dirk Nowitzki ha ancora una volta disputato un ultimo quarto strepitoso, trascinando i suoi, come lui Terry, autore fino a quel momento di soli 9 punti con una miriade di errori, finalmente è tornato quel Jet che tanto aveva fatto soffrire squadre come Lakers e Thunder e, soprattutto, una pressione difensiva improvvisamente tirata fuori dal cilindro ha mandato fuori fase tanti avversari che hanno dovuto subire lo stesso trattamento dei vari Bryant e Durant.
Se Dwyane Wade sa bene come si vince una finale, ha sofferto la difesa avversaria ed ha commesso qualche errore anche lui, ma ha cercato di elevare al massimo il suo livello di gioco e si è preso tante responsabilità, come di consueto, hanno seguito la consuetudine anche Bosh e James e come in due delle tre gare precedenti sono spariti dalla partita nell’ultimo quarto.
Se Lebron in gara 3 qualcosina ha combinato prima di iniziare a sbagliare (infrazioni regolamentari, tiri sbagliati, una stoppata subita, almeno cinque azioni offensive buttate al vento) in questa gara 4 nell’ultimo quarto è andato nel pallone dall’inizio, ha servito un bell’assist a Wade ma per il resto non ha combinato nulla.
Un’altra infrazione regolamentare, palle perse, tiri sbagliati, un vero disastro dal punto di vista offensivo per il prescelto, che ha fatto la sua parte solo in difesa. Bosh non è atteso certo come un trascinatore nel finale, non ne ha il carattere e le caratteristiche, ma il suo ultimo quarto è andato sotto ogni aspettativa anche minima.
Pare che lentamente, ma inesorabilmente, i Mavericks stiano cuocendo nel loro brodo le due stelle degli Heat come sono già riusciti a fare con Bryant e Gasol nel secondo turno e con Westbrook e Durant nel terzo.
Per fortuna degli Heat c’è in campo un giocatore contro cui nessuna cura pare funzionare, quel Dwyane Wade che pare avere un conto aperto con i Mavericks, gioca sempre su livelli altissimi e pare non subire affatto la pressione.
Purtroppo stavolta, come era accaduto a Dirk Nowitzki in fara 3, ha commesso un paio di errori nel finale che sono costati la partita alla sua squadra, ma come già detto di Nowitzki in gara 3 è ingiusto che debba provare questo rammarico il giocatore che ha consentito alla sua squadra di giocarsi un finale equilibrato, dimostrando di essere un leader autentico.
All’inizio della gara i Mavericks hanno provato quell’allungo che spesso gli era riuscito contro le altre avversarie, anche memori di quel parziale iniziale per gli Heat di gara 3 che li ha obbligati ad inseguire per tutta la partita.
Nowitzki ha iniziato a martellare il canestro avversario, ma gli Heat hanno immediatamente compiuto degli aggiustamenti difensivi, hanno aumentato la pressione su di lui ed il tedesco volante ha iniziato a commettere troppi errori al tiro, forzati dalla difesa avversaria.
Mentre Bosh, James, Wade e persino un buon Chalmers, che ha ripetuto la buna prestazione di gara 3, ribaltavano la situazione a favore della propria squadra Jason Terry ha trovato l’unica fiammata della sua partita prima del convulso finale ed ha mantenuto il punteggio in equilibrio.
Un nuovo tentativo di allungo dell’ottimo Bosh che si è visto nella prima metà della gara è stato annullato da Stevenson e Chandler, quindi ad un Wade lanciato ottimamente da un buonissimo Lebron James in versione play maker hanno risposto Shawn Marion, che ha mostrato un gancio che non si sapeva far parte del suo repertorio ed ancora un buon Chandler.
Nella seconda metà della gara Wade ha iniziato a prendere sempre più la squadra sulle sue spalle, penetrando con continuità, inizialmente spalleggiato da Bosh e da un buon Lebron James sempre più play maker e sempre meno realizzatore, mentre fra i Mavericks solamente Marion riusciva a rendersi pericoloso con continuità. I ritmi sono diventati sempre più lenti, la difesa degli Heat ha iniziato a salire di livello e l’attacco dei Mavericks ha iniziato a far sempre più fatica. Nowitzki e Terry hanno iniziato a sbagliare quasi tutti i palloni giocati e solamente un ottimo Marion ed un ritrovato Barea hanno permesso ai texani di non perdere troppo terreno.
Il cuore di un vero campione si vede però da come reagisce alle difficoltà. Dirk Nowitzki nel corso degli anni è enormemente cresciuto dal punto di vista caratteriale e lo ha dimostrato in pieno. La situazione era complessa, sarebbe stato facile crogiolarsi nelle difficoltà, una giornata storta, l’influenza con febbre, il dito col tendine rotto, la difesa avversaria fortissima, nessuno avrebbe potuto accusare troppo l’uomo che aveva portato i Mavericks così avanti, ma Nowitzki è stato capace di riprendersi ed ha giocato ancora una volta un finale di partita strepitoso.
Dopo aver esordito nell’ultimo quarto con un ennesimo errore al tiro ed una brutta palla persa il tedesco ha siglato ben 10 punti sui 21 complessivi della sua partita, Terry per parte sua ha aggiunto 8 punti, sui 17 totali, mentre dall’altra parte sparivano totalmente dal campo James e Bosh. Wade ha comunque segnato 7 punti, ma tutto il resto della squadra ne ha messi solamente altrettanti in un quarto finale da incubo, frutto di un tiro da 3 di Miller, un canestro nel pitturato di Haslem e due liberi di Bosh.
Quando a 7 minuti dalla fine Wade ha segnato su un bell’assist ricevuto da James portando gli Heat sul 78 a 73 pareva che la squadra della Florida potesse procurarsi il suo primo match point, ma da quel punto in poi i Mavericks sono riusciti a difendere con una efficacia notevole e si sono susseguiti gli errori, specialmente di un Bosh caduto nella confusione più totale e di Miller, mentre James non vedeva più palla ed arrivavano i canestri di Nowitzki e Terry a portare avanti i texani di 4 punti.
Due liberi di Bosh riportavano gli Heat sotto di 2, 80 ad 82, quindi una sequela di errori di Stevenson e Terry ha permesso a Chalmers di prendere il rimbalzo e lanciare Wade in transizione. Sul fallo di Kidd il trascinatore degli Heat a soli 30” dalla fine ha avuto i liberi del pareggio, ha realizzato il primo ma ha incredibilmente sbagliato il secondo. Nowitzki, dopo aver catturato il rimbalzo, ha segnato con una splendida penetrazione, ma Wade ancora non si è arreso ed ha provato a farsi perdonare, andando a schiacciare in pochissimo tempo.
Il successivo fallo di James ha portato in lunetta Terry, che ha segnato i liberi per il punteggio di 86 ad 83 per i Mavericks, quindi nei 6′ che rimanevano gli Heat hanno clamorosamente rischiato di perdere anche quel pallone sulla pressione della difesa avversaria, pasticciando la rimessa. Miller e Wade hanno avuto una incomprensione, Wade ha rischiato di perdere palla, si è tuffato ed è riuscito ad allungarla di nuovo a Miller che però a quel punto ha avuto solo il tempo di un forzatissimo tiro da tre col difensore addosso.
Complimenti anche a coach Carlisle, che ha avuto fiducia in Barea e Stevenson, che lo hanno ripagato con una buona prestazione, ed ha saputo effettuare quella serie di aggiustamenti difensivi che hanno portato al predominio dell’ultimo quarto.
Si diceva (anche da parte di chi scrive) che i Mavericks avessero un bisogno assoluto di una prestazione eccellente per vincere, mentre agli Heat, grazie al loro atletismo ed alla loro difesa, bastasse una prestazione normale.
Invece scopriamo di avere una vera serie da tutti i punti di vista, i Mavericks dopo una prestazione sotto tono di Nowitzki e Terry vincono riscoprendo i loro due leaders nell’ultimo quarto, in una partita in cui però si sono tenuti a galla grazie alla difesa (incredibile a dirsi) ed alle prestazioni di Barea, Stevenson, Chandler e Marion, mentre gli Heat hanno difeso bene, hanno avuto un Wade eccellente, dei buoni Chalmers, Haslem e, finale escluso, Miller, per tre quarti hanno avuto anche un buon contributo da Bosh e James, ma nell’ultimo quarto sono stati fermati da una ottima difesa avversaria ed il solo Wade è riuscito a giocare bene.
Per quanto riguarda James è molto lodevole il fatto che abbia giocato da play maker ed abbia smistato palla, facendo girare la squadra per tre quarti e servendo anche diversi buoni assist, ma ancora una volta il suo finale è stato disastroso.
Se proseguirà così gli anelli che vincerà saranno bel lontani dall’essere “non uno, non due, non tre…” e via andare, e non sarà certo colpa dei compagni di Cleveland. Non è una bocciatura, si può crescere caratterialmente anche a 27 anni, per esempio lo stesso Nowitzki nel 2006. quando aveva 28 anni, non era certo un giocatore solido come adesso e nei finali di partita non aveva queste impennate di rendimento, si può anche imparare ad essere dei vincenti, ma Lebron deve iniziare immediatamente a farlo, prendendo esempio tanto da avversari come il tedesco quanto da compagni come Wade.
Nowitzki aveva 38 e più di febbre, direi che viste le condizioni (alla fine il dito infortunato è della mano sinistra ma cmq un minimo di fastidio lo deve dare) e la difesa oltre i limiti del regolamento permessa dagli arbitri su di lui e su Chandler da parte di Anthony e di Haslem (che meritavano di finire la gara anticipatamente per limite di falli) il suo contributo importante lo ha dato. Alla fine è stato il miglior realizzatore dei suoi e, a differenza ad esempio di Bosh (ottimo nei primi 24′ di gioco, pietoso nei successi) ha segnato quando contava, cioè nel quarto quarto (10 punti su 21 totali del team).
Cmq il vero fattore della gara a mio avviso è stato Tyson Chandler, altro che Barea, Terry e Marion (che cmq hanno fatto il loro): 16 rimbalzi di cui 9 offensivi (!), 13 punti (l’aiuto che il cruco aveva chiesto in attacco è arrivato anche da lui) che potevano essere di più se i grigi avessero fischiato a suo favore solo la metà dei contatti che ha preso sotto canestro (assurdo, c’erano non meno di 3 and one a suo favore), tanta difesa, ottimi aiuti, tanta garra, un leone considerato anche che ha giocato tanti minuti viste le condizioni precarie di Haywood.
Fossi nei Mavs comincerei invece a preoccuparmi seriamente di Kidd: in difesa stà tenendo decentemente nonstante l’età, ma offensivamente è un pianto continuo. Segna poco, d’accordo non è la sua specialità, ma sbaglia anche piazzati con metri di spazio che nelle serie precedenti aveva messo, e soprattutto-cosa inusuale per lui- stà producendo molte palle perse, passaggi al limite (che spesso mettono in diffiicoltà il ricevente) e cattive scelte in regia. La squadra offensivamente gira male non solo per i (tanti) meriti della difesa di Miami, ma anche perchè Kidd è palesemente sotto media. Se non sale di livello per Dallas è durissima.
Miami invece dà sempre l’impressione di avere un qualcosa in più dell’avversario come fisicità, intensità, controllo della partita (alla fine è sempre Dallas ad inseguire nel punteggio,salvo rari casi) ma non riesce quasi mai a dare continuità ai suoi strappi e a giocare di squadra con continuità in attacco.Anche in gara 4, tanti, troppi isolamenti in punta di James e Wade, poca circolazione di palla, zero gioco in post (Bosh che un minimo di gioco in post lo avrebbe pure attacca e tira solo faccia a canestro), poche penetrazioni se non con Wade.
Miami poteva stare tranquillamente 3-1 nella serie, il che da una parte dovrebbe far ben sperare i suoi tifosi per il proseguio della serie, ma dall’altra dovrebbe far suonare più di un campanello d’allarme perchè se Dallas tira fuori un paio di partite con %decenti dal campo (può riuscirci) e trova un Terry ispirato oltre al crucco (un paio di gare sopra i 20 le può produrre) allora la faccenda diventa moolto pericolosa….
“Dopo una partita stavolta non eccezionale, condita da troppi errori, Dirk Nowitzki ha ancora una volta disputato un ultimo quarto strepitoso”…..
Come vedi sui primi tre quarti della partita di Nowitzki concordiamo….
L’eroico del titolo sta perchè aveva la febbre ed il dito con il tendine rotto.
E comunque terrei il livello dei commenti su un tono civile…..
“Per i primi tre quarti il tedesco ha mostrato tutti i suoi limiti, la riprova che se non gli entra il tiro è un giocatore assolutamente nella media”.
Ehm, mi pare un commento da Capitan Ovvio. Anche a James e a Wade se non entrano i tiri sarebbero giocatori nella media
E’ come dire “Se la Ferrari non avesse un buon motore sarebbe un auto nella media”
e poi il tedesco e li per tirare non per battere uno contro uno l’uomo sempre o andare spalle a canestro quest ‘anno sta dimostrando tutto il suo immenso valore un commento così lo fa (permettimi) chi ne capisce poco di pallacanestro
Una sola cosa per voi…
secondo voi nel finale LBJ l’ha presa la terga del Jet???