Le finali iniziano come tutti si attendevano, con Lebron James e Dwyane Wade che trascinano i Miami Heat alla vittoria. Una vittoria importante, sia perchè apre la serie, sia perchè sarà molto difficile per i Mavericks vincerne 3 di fila in casa, quindi le speranze reali di vittoria finale passano per forza per una vittoria in una di queste due gare a Miami.
I due campioni degli Heat sono riusciti a fare qualcosa che le altre stelle che hanno affrontato i Mavericks in questi play off, Roy, Bryant, Durant, non sono riusciti a fare, e cioè andare in penetrazione con costanza ed efficacia, facendo valere il loro atletismo enormemente superiore a quello degli avversari e, soprattutto, gli Heat come squadra sono riusciti a fare qualcosa che Blazers, Lakers e Thunder non erano riusciti a fare, limitare l’attacco dei Mavericks.
Da 3 punti i texani hanno tirato molto e con buoni risultati, 9 triple realizzate con il 40%, sono invece mancati col tiro dalla media distanza, dove solo Nowitzki ha ottenuto risultati buoni (anche se non eccellenti).
Tutta insieme quella panchina dei Mavericks, proprio quella panchina che ha fatto vedere i sorci verdi a tutte e tre le avversarie incontrate in questi play off, ha portato a casa un solo misero canestro da due punti, realizzato da Barea, al quale sono per altro serviti ben 8 tentativi per riuscirci. Terry ha sbagliato tutti e 3 i suoi tentativi (a fronte di un ottimo 3 su 7 da tre punti), Stojakovic è completamente mancato, non è riuscito ad aiutare in fase difensiva ed ha tentato soli 3 tiri, tutte triple, tutte sbagliate.
Questo è avvenuto in parte per la scarsa giornata al tiro di alcuni elementi, come Barea e Stojakovic, in parte per la buona difesa degli Heat, che hanno lasciato spazio da tre punti ma hanno aggredito gli avversari quando provavano ad avvicinarsi al canestro. Lo stesso Dirk Nowitzki è riuscito a realizzare i suoi punti, tanti, 27, tenendosi attorno al 40% dal campo, ma non ha inciso come in altre occasioni per via della asfissiante marcatura avversaria.
Nelle precedenti serie gli esperti texani sono sempre riusciti con calma e pazienza a trovare i punti deboli nelle difese avversarie, facendo circolare palla e trovando un uomo che avesse a disposizione spazio per tirare, stavolta non è accaduto, almeno non dentro l’arco. Prima o poi gente come Kidd o Nowitzki troverà di sicuro i punti deboli degli avversari e riuscirà a colpirli li, ma se non avverrà subito, in gara 2, potrebbe rivelarsi tardi.
Per tre quarti la partita è stata molto equilibrata. Alla palla a due Miami ha avuto una buona partenza, con James e Bosh, rintuzzata da un buon Nowitzki. Il prescelto ha provato più volte ad allungare, con giochi a due o isolamenti, ma Kidd e Terry hanno tenuto i texani in linea. Nel secondo quarto per Miami i protagonisti sono stati Chalmers e Miller, per i Mavericks a replicare è stato ancora Nowitzki con l’appoggio di Marion, ma si sono iniziate a vedere alcune avvisaglie di futuri problemi, in quanto Terry dopo un buon primo quarto lentamente è sparito dalla partita, mentre Barea e Stojakovic parevano non esserci entrati affatto.
La seconda metà della gara si è aperta con qualche buona iniziativa di Nowitzki e Marion, anche Haywood e Chandler si facevano vedere nei pressi del canestro, mentre proseguiva lo show personale di Lebron James, che tendeva a monopolizzare il gioco, lasciando un poco di spazio stavolta a Wade anziché a Bosh come all’inizio.
Siamo quindi arrivati all’inizio dell’ultimo quarto con il punteggio di 65 a 61 per Miami, in una partita aperta ed equilibrata, con i Mavericks che non erano riusciti a svolgere il loro gioco offensivo come di consueto, ma erano comunque in partita, e gli Heat eccellenti in fase difensiva ma troppo appoggiati al solo Lebron in attacco.
Sembrerebbe quasi di leggere il commento ad una vecchia prestazione dei Cavaliers, feroci difensori ma paggi di sua maestà King James in attacco, una beffa per il prescelto che aveva cambiato squadra proprio per avere più appoggio, ma la beffa è durata solo tre quarti. Nell’ultimo quarto infatti si è visto come l’aiuto per Lebron c’è eccome, ha già dimostrato di poter essere decisivo in una finale ed indossa la canotta con il numero 3.
Dwyane Wade ha preso in mano la situazione, dimostrando di essere capace di farlo senza eccedere e coinvolgendo i compagni, quasi come il miglior Nowitzki, è entrato a 9 ‘ dalla fine, ha realizzato 7 punti in pochissimi minuti, ha catturato qualche rimbalzo, ha difeso come un diavolo ed ha scavato il solco decisivo, aiutato dall’altro veterano di Miami, Udonis Haslem. I texani sono stati sorpresi dall’improvvisa accelerazione ed hanno commesso con Nowitzki e Terry gli errori decisivi che li hanno portati sotto di 9 punti, distacco firmato da Wade con una stoppata su Marion seguita da un tiro da tre punti.
Nowitzki a quel punto ha tentato il tutto per tutto ma James con un gioco da tre punti, una bella schiacciata condita da un fallo subito, ha chiuso la partita, portando il vantaggio della sua squadra a 10 punti a 2’47” dalla fine.
La serie di tiri liberi e transizioni di un convulso finale ha portato le due squadre a fissare il punteggio sul 92 ad 84 per i Miami Heat.
Nowitzki ha subito un colpo al dito, nel finale, da Bosh, e dovrà indossare un tutore per tutte le prossime partite della serie, ma per fortuna il dito non è della mano preferita ed a suo dire la cosa non dovrebbe limitarlo in alcun modo.
Per i Mavericks sarà molto difficile riuscire a difendere meglio di così su James e Wade, dato che mancano esterni con un sufficiente atletismo, ma dovranno riuscire a farlo almeno nel finale, risparmiando le energie di Marion per sguinzagliarlo su James, dovranno trovare il modo di limitare Wade quando la palla scotta, magari invogliandolo a scegliere soluzioni a lui meno congeniali, per tre quarti e mezzo però l’impressione è che sarà difficile per loro difendere in modo più efficace, quel che realmente potrebbero fare per provare ad infastidire gli avversari è migliorare in attacco e portare i punteggi sopra quota 100.
Senza però voler togliere speranze ai vecchietti terribili sarà molto complesso per loro riuscirci. Servirà qualcosa di più da Kidd in regia e Nowitzki in attacco, protagonisti di una buona prestazione, ma soprattutto servirà che Terry, Stojakovic e Barea riescano a rendersi più pericolosi.
Il tiro da tre è stato una buona arma, ma difficilmente potrà essere sfruttata più di così, occorreranno soluzioni migliori dalla media, anche per togliere pressione al campione tedesco.
Gli Heat per parte loro non hanno incantato in fase offensiva, ma da qualche mese, da quando hanno trovato un “modus operandi” i tre amiconi riescono a dividersi azioni e palloni secondo logica, partendo insistentemente da giochi a due ma con un minimo di senso, con qualche blocco, qualche tiratore appostato, un minimo di varietà e se per lo meno uno fra James e Wade è in giornata fermarli diventa molto difficile. In compenso da alcuni mesi le partite, a sorpresa, le vincono in difesa. Quasi tutti i giocatori sono potenti ed atletici e quelli che non lo sono, come Miller e Bibby, hanno una tale esperienza che riescono comunque a rendersi utili.
I Mavericks sono una squadra perimetrale che non si fa problemi a tirare da fuori, una difesa asfissiante vicino al canestro e via via più attendista man mano che ci si allontana può essere una scelta pericolosissima contro di loro, una telefonata ad Oklahoma City basterebbe per confermarlo, ma questi Heat sono riusciti a togliere loro quei ribaltamenti, quei continui passaggi dal lato forte a quello debole e viceversa che hanno mosso le difese avversarie fino a trovare un varco, la circolazione di palla è rimasta buona ma è stata molto meno incisiva.
Se fino ad oggi una squadra è riuscita ad ottenere questo risultato, a quella squadra non si può evitare di fare i complimenti. Una squadra del genere, con una difesa simile, che in attacco possa contare su Wade e James fa davvero paura.
Ad oggi, in questo preciso momento, visto il calo di Celtics e Lakers e la crescita ancora parziale di Thunder e Bulls, l’unica squadra che può pensare di impensierire davvero gli Heat davvero sono proprio i Mavericks, ma avranno bisogno di una prestazione migliore, di un Chandler più volitivo, di una migliore prestazione balistica della panchina e di un Nowitzki che non sia solo buono come in questa gara 1, ma eccezionale.
Forza Mavs!!! non è finita!!!