Dopo quella gara 3 che li aveva visti inferiori agli avversari, Miami risponde con una partita di grande spessore, portando a casa gara 4 e ipotecando così il passaggio del turno. Gli Heat, trascinati da James, Wade e per la prima volta nella serie anche Bosh, si portano sul 3-1, con avanti a loro 3 match point consecutivi, due dei quali tra le mura amiche.
La prima cosa che salta all’occhio è la vistosa fasciatura ai gomiti di Rajon Rondo, esito di quello scontro con Wade in quella bolgia che era il finale di gara 3. Partono forte i padroni di casa nella prima frazione mettendo a referto 31 punti; Pierce sembra riprendere da dove aveva interrotto due giorni fa e parte subito forte, Rondo lo segue a ruota e Garnett sembra anche lui della partita; Lebron, con 13 punti nel quarto limita i danni e lo svantaggio a soli 3 punti.
Al rientro,Wade e Lebron tengono il banco e portano Miami in vantaggio; dall’altra parte il solito Pierce, coadiuvato da Ray Allen, tiene Boston in partita. Boston non trova, se escludiamo qualche buon tiro di O’Neal, punti in pitturato; Garnett è il fantasma del grande giocatore sceso in campo in gara 3 (avrà 7 punti con 1/10 dal campo alla fine); i punti che tengono I Celtics in vita, che gli permettono anzi di chiudere avanti prima della sirena, arrivano dalle mani degli esterni, in particolare con il contropiede (molto bene Allen in un paio di occasioni) e con i tiri di West, liberato dagli scarichi di un grande Paul Pierce, catalizzatore di buona parte della difesa avversaria.
La partita, nel terzo quarto, continua sul filo del rasoio, molto bella ed equilibrata. Ai soliti Pierce e Allen rispondono Lebron e Bosh (doppia doppia da 20 punti e 12 rimbalzi), finalmente un fattore nella serie anche in attacco, autore di un paio di belle sfide in post contro Garnett. Per tutti i dodici minuti si alternano belle giocate quasi costantemente, e nessuna squadra riesce a prevalere sull’altra; Miami limita i punti in vernice di Boston, mentre i padroni di casa riescono a ridurre all’osso i contropiedi e le transizioni primarie dei Big Three.
Il quarto quarto non fa eccezione, e la partita è sempre più bella ed equilibrata; ai soliti Pierce e Allen si aggiungono Delonte West e Rondo, in una serata non memorabile, comprensibilemente limitato dall’infortunio, trova qualche canestro senza coscienza dei suoi. 5 punti in fila di James portano Miami addirittura avanti, ma è il solito Pierce, che attacca la difesa schierata e crea nuovamente la situazione di stallo a 86. The Captain and The truth ha anche la palla per chiudere la partita con il buzzer, ma Lebron difende forte e il tiro esce sul secondo ferro: Overtime!
I 5 minuti supplementari però sono dominati dagli ospiti; il solo Pierce prova più volte, e alla fine invano, a respingere Wade (28 punti) e Lebron (34 punti conditi da 14 rimbalzi), autori di un overtime spettacolare. A segnare la fine delle ostilità, è Chris Bosh, che traforma un comodo tap in sul tiro sbagliato di James.
È chiaro che non è ancora finita, ma questa vittoria in trasferta, della squadra con il vantaggio del fattore campo, potrebbe aver tagliato le gambe a Boston, delusa per non essere riuscita a replicare il risultato di gara 3 e ad impattare la serie. Ora la gara 5 in programma dopodomani notte è senza dubbio la partita, per entrambe le squadre, più importante dell’anno; la sua importanza, per Boston, in quanto “dentro o fuori” è scontata, ma ugualmente importante è anche per Miami, dal momento che: gara 5 è il primo match point dei 3 a disposizione, ma anche il più “facile”, almeno sulla carta, in quanto giocato tra le mura amiche. In caso di sconfitta, Miami dovrebbe giocarsi un eventuale passaggio di turno, o davanti al pubbico ostile del Garden, sempre un’impresa, o in una, sempre eventuale, gara 7 al cardiopalma che assumerebbe i tratti di una vera e propria battaglia campale.
LeTraveling James non si smentisce mai!
come quasi tutti i giokatori nba del resto
Critiche pretestuose! Fosse l’unico in NBA
finalmente pure su playitusa abbiamo scoperto l’acqua fredda……visto il tuo nickname ti invito ad andare a vedere l’entrata di rose nei playoffs (prima serie) quando ha preso la storta nello scendere per intenderci…io ho contato 6 step plin plin plin plin plin plin per riprendere il monotono del video ma non è l’unico nemmeno lui ogni partita ha i suoi!!!allora se stiamo li a sentenziare allora c’erano pure due piedi celtics in gara quattro ma non ne hanno fischiato nemmeno uno
Ovviamente dopo una grandissima prestazione di LBJ, tutto quello che i suoi detrattori sanno dire è che ha commesso infrazione di passi..il che sarà anche vero, ma mi sembra voler cercare “il pelo nell’ uovo”.
Non mi sorprende che possano essere kobisti arrabbiati neri x l’ eliminazione del loro idolo.
Pelo dell’uovo sto cazzo, quei due punti hanno falsato la partita, guardacaso c’è sempre di mezzo lui, ricordiamo il passi clamoroso contro i Wizard di qualche anno fa, si li fanno tutti, lui molto di più degli altri, Kobe non c’entra proprio un cazzo di niente, se sono passi li devi fischiare altro che fare finta di niente.
l’nba è l’nba se non guardate le partite obiettivamente non so che dirvi…come diceva sopra francesco ci sono stati due piedi non fischiati e pure la tripla di allen con un fischio precedente della terna che anche li….
Non confondiamo le acque:
@miller @Zo Mourning
Tutti giocatori in NBA fanno spesso passi in partenza, da sempre. Anche quelli più puliti tecnicamente, anche i mostri sacri del passato.
Il terzo o quarto (talvolta addirittura quinto :D) passo nella penetrazione è una roba inguardabile che capita sempre di più, ma ancora normalmente gli arbitri la fischiano. James del passo in più è l’esponente massimo in NBA.. in passato lui stesso l’ha definito il suo “trademark play”.
@Andrea
Il “pelo nell’uovo” lo sarebbe se si trattasse di un’ azione a caso a metà del secondo quarto. Qui invece parliamo di un canestro fondamentale nell’ultimo minuto della gara chiave di una serie di playoff.
La cosa fastidiosa è che uno dei classici errori di Lebron sottopressione è stato trasformato in un successo (e non è neanche la prima volta, chiedere ai Wizards :D).
Kobe non capisco cosa c’entra.. O_O
In NBA tutti i giocatori fanno passi. Chi li ha sempre fatti (college) continua a farli, chi non li faceva (vedi molti giocatori di area fiba come Ginobili) ha imparato a farli, perchè, oggettivamente, il passo in più aiuta e non poco. Bisognerebbe distinguere tra il passi in partenza, ed il “quarto tempo” che è cosa ben diversa. james, come molte superstar abusa di entrambi, ma dire che la partita dipenda da quelli è totalmente irrealistico, visto che come James fanno uso di certe “scorciatoie” tutti i giocatori NBA. Ad esempio, nelle serie, Rondo, fa sempre un passo in piu verso il canestro, per non parlare di Garnett quando mette palla per terra.