Gli occhi della tigre di Kevin Durant in Gara5

“I wanted to be that guy” (volevo essere quel giocatore, il go to guy).

E’così che ha commentato a caldo Kevin Durant, ai microfoni di TNT, al termine di una delle partite più belle della sua carriera.

E lo è decisamente stato. Le cifre possono aiutare a dare un’idea della grandezza della sua partita: alla fine ha chiuso con 41 punti e 14/27 dal campo.

I numeri però non danno completamente idea della grandezza di un giocatore, e della sua capacità di riprendersi la squadra sulle spalle nel momento più difficile della stagione: la partita di ieri sera è stata decisamente la consacrazione per il numero trentacinque dei Thunder.

Questa consacrazione è arrivata non solo per i punti segnati, ma per la capacità di salire di livello nei momenti decisivi. I suoi, infatti, erano sotto di nove punti, in casa, a quattro minuti dalla fine, l’attacco non girava e, in caso di vittoria, i Nuggets avrebbero completamente riaperto la serie.

E’ a questo punto che Durant ha preso il controllo, segando gli ultimi nove punti dei suoi (e quattordici negli ultimi quattro minuti di gara), tutti in modi diversi, ribaltando la gara e chiudendo la serie.

Riuscirà, questa gara, a convincere tutti gli scettici? Durant, infatti, è ancora da molti considerato come un giocatore bellissimo da vedere, fortissimo, ma un po’molle, un po’ come i suoi Thunder, definiti come jump-shooting team. Bello lui e bella la squadra, insomma, ma per molti mancava ancora quel qualcosa che poteva portare lui e i Thunder al livello successivo.

A fine gara, dopo aver abbracciato i compagni ed il suo allenatore, ha ringraziato il pubblico “Ci hanno trascinati quando eravamo sotto, ci hanno fatto vincere la serie”, per poi spiegare le sue sensazioni in campo: “Eravamo sotto di nove ed ho tirato da tre, non ero in equilibro, ma è entrato. Mi ha fatto salire di livello, ho cercato di sfruttare il momento positivo. Mi hanno dato la palla, e sono riuscito ad andare nei posti giusti. Fortunatamente, ho segnato qualche tiro”.

Mi sa che la fortuna non c’entra niente, gara cinque di ieri sera è la dimostrazione che il ragazzo da Texas University non è solo bello da vedere ma ha anche degli attributi notevoli.

I due coach a fine gara non possono che parlarne bene, a partire da Brooks “Quando è così in ritmo, con la sua lunghezza, il suo controllo di palla e la sua capacità di segnare, è difficile da fermare”.

Non molto diverso il commento di Karl: “Quando un giocatore gioca in quel modo, non importa quanti difensori metti su di lui, probabilmente segnerà lo stesso”.

Ma a parte il magnifico Durant, non si parlerebbe di nessuna vittoria dei Thunder senza la magnifica stoppata di Ibaka, che ieri ne ha date addirittura nove (ad un passo dal record NBA), e la sua presenza sotto canestro.

E i complimenti che tutti gli rivolgono, a fine gara, mostra come nei Thunder il suo lavoro è apprezzatissimo, a partire da coach Brooks: “Amiamo Serge, i ragazzi si esaltano per quello che fa. La nostra squadra si basa sul lavoro, e Serge è un lavoratore, ogni giorno. Non vuole prendersi una cosa, vuole meritarsela. E’ il più contento di tutti, ed ha segnato solo un punto”.

I Thunder vincono la gara nonostante la loro pessima percentuale dal campo (37%), ma si salvano con i liberi (34/42, contro il 17/21 dei Nuggets) e con la presenza a rimbalzo (51-38 il computo finale), in particolare in attacco, con i sedici rimbalzi offensivi che hanno fruttato ventidue punti da seconda occasione.

Quella contro i Nuggets è la prima serie di playoffs vinta dai Thunder da quando sono stati spostati ad Oklahoma City, la prima per la franchigia dal 2005, quando gli allora Seattle Supersonics sconfissero i Sacramento Kings 4-1.

Denver torna a casa con molti rimpianti, in particolare per Gara 1 e Gara 5 in Oklahoma: entrambe potevano essere vinte, e la serie sarebbe completamente cambiata. Anche ieri sera i Nuggets hanno lentamente visto il loro vantaggio erodersi negli ultimi minuti, ma comunque hanno avuto due volte (con J.R. Smith e Afflalo) la possibilità di portare la gara ai supplementari.

A fine gara George Karl ha commentato così: “Non siamo stati in grado di chiudere questa partita, e neanche gara 1, ed è difficile da mandare giù. La prossima settimana ci renderemo conto di aver fatto una grande stagione. Io sono grato di essere in salute e di poter allenare, questa è semplicemente una sconfitta difficile da accettare”.

I Nuggets dovranno fare in estate delle scelte sul proprio roster, ma di sicuro la squadra c’è, una cosa nient’altro che scontata nel momento in cui si perde il proprio miglior giocatore a metà stagione.

Da qui bisogna ripartire per il futuro.

I Thunder, invece, possono godersi qualche giorno di riposo, in attesa della semifinale di Conference contro la vincente tra Memphis Grizzlies e San Antonio Spurs.

I playoffs NBA sono appena iniziati.

 

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