Una gara 5 senza storie, inutile girarci intorno. Orlando dopo cinque partite confusionarie gioca alla propria maniera, come il gatto fa con il topo, imponendo ritmi e colpendo dalla distanza con alte percentuali (43%). Atlanta invece distratta e con la testa già a gara 6 si fa calpestare senza troppa resistenza, badando troppo ad Howard, e troppo poco alle guardie Magic, che rispetto a gara 3 e 4 stavolta colpiscono senza sosta facendo male alla difesa disattenta messa su da Larry Drew. J-Rich è il top scorer per Orlando con 17 punti, ma è la panca a fare la parte del leone con 14 punti per Redick, 11 per Anderson e 9 di Arenas. Atlanta sprofonda così 101-76, e vede ridurre il proprio vantaggio da 3-1 a 3-2. Ora si tornerà ad Atlanta per gara 6; le domande escono fuori spontanee: Questa partita può aver girato mentalmente la serie? Atlanta rischia seriamente la rimonta? Sorgono dei dubbi in merito…
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RECAP:
Orlando non ha più scuse, o vince questa, oppure “si va in vacanza a pescare” come amerebbero dire gli analisti NBA. I tifosi Magic indomiti sperano ancora nel miracolo, nonostante l’eliminazione sia dietro l’angolo. Orlando però dopo la palla a due inizia fiacca, e l’inizio di gara 6 è un’arida sequela, da ambedue le parti, di palloni che vanno a scheggiare il ferro. Eppure qualcosa di diverso c’è… si tratta di atteggiamento, voglia. Atlanta infatti corre spenta per il campo, al contrario dei padroni di casa, che sono si imprecisi ma molto pimpanti in particolar modo nelle ripartenze.
Dopo quasi 5 minuti siamo sul 5-4 Orlando, con il quintetto Magic che regge l’urto della pressione grazie ad alcuni viaggi in lunetta che caricano l’ambiente. Il tempo non perdona e si mangia diversi secondi nel primo quarto, il punteggio si muove di poco con Orlando sopra 10-8 con quasi 8 minuti giocati nella frazione. Discreto fin qui il lavoro di Collins su D12.
3:35 al secondo periodo, scossa Magic firmata Bass/Redick e finalmente un parziale di 7-0 che fa volare i ragazzi di SVG al primo vantaggio serio della partita, un +8 snobbato da Atlanta, che si ritrova in grande sofferenza nei fastbreak point orchestrati da Nelson.
Atlanta è fuori partita la cosa è difficile da nascondere, i Magic sentono l’odore del sangue e puniscono… le triple cominciano ad entrare, e la forbice si allarga fino al +13. Redick è caldissimo con 10 punti in meno di 7 minuti, al contrario di Crawford che ancora non ha segnalato la propria presenza.
Lo spartito non cambia nel secondo quarto. Orlando da fuori è implacabile, sembra tornata ai fasti del 2009, le percentuali salgono vertiginosamente, e la difesa Hawks pare non farci nemmeno troppo caso. 29-15 Magic, tripla di Q-Rich dall’angolo e massimo vantaggio sul 32-15. Atlanta già con la mente a gara 6? E’ la soluzione migliore, da squadra vincente? Drew è scuro in volto. Anderson da distanza siderale mette a segno la seconda tripla della sua serata, +19! La panca sta avendo un impatto effettivo, SVG lo capisce questa volta sfruttando e concretizzando al massimo le potenzialità di Redick, Anderson & Arenas. Dall’altra parte Jamal Crawford è 0/5, mentre Joe Johnson pare la fotocopia spiccicata di Turkoglu in gara 4. I padroni di casa giocano in scioltezza senza troppe paure e con un 2/2 ai liberi di D12 arriviamo al 38-17.
Persino il turco giochicchia discretamente, ritrovando alcuni dei suoi numeri creati dal palleggio. 42-21 a sei minuti dal primo tempo; una sola squadra in campo, e non è quella che guida la serie per 3 partite ad 1. Il distacco da qui in poi non si muove più di tanto con gli Hawks incapaci di reagire, e J-Rich che infila la tripla del +24. Occhio al rischio contraccolpo psicologico per i falchi!
Si va dunque al riposo sul 58-35. Atlanta ha segnato 13 miseri punti nel primo quarto, 22 nel secondo, tirando con il 36% dal campo e 28% da tre. Magic di tutt’altro stampo, con più rimbalzi e percentuali decisamente alte che inquadrano meglio i pregi di una squadra allenata da Van Gundy. Sugli scudi al momento Redick e Q-Rich, con tutta la squadra che tira con il 46% dalla lunga distanza. Irriconoscibili Johnson e Jamal Crawford. Urge scossa per gli ospiti.
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Scossa che invece non avverrà nella ripresa. Turkoglu mette subito le cosa in chiaro e Orlando raggiunge agilmente il +25. Si va avanti di sussulti isolati mescolati a giocate singole di valore (vedi Arenas), oltre a giocatori che penseranno solamente ad aggiustarsi il tabellino (vedi Josh Smith forse l’unico salvabile numeri alla mano nel roster degli Hawka) in vista del fischio finale.
Hawks che vagano per il parquet senza più un senso per stanotte, J-Rich da tre sigla il +28, massimo vantaggio. Larry Drew ha la faccia in panchina di chi la sa lunga… La terza frazione si chiude dunque sul 79-53. Orlando è saldamente avanti, e ci sono almeno 8 giocatori che sono vicini alla doppia cifra per punti messi a segno. E’ una disfatta per gli ospiti, che tirano con percentuali “pornografiche”.
Il quarto finale diviene pura formalità, garbage time adatto a scaldare gli ultimi elementi delle due rotazioni. In panchina Superman Howard ha la faccia di chi crede ciecamente nella rimonta. Si torna a guardare il campo e Redick, forse il migliore dei suoi, con un piazzato scrive il +30 (88-58). Q-Rich ne aggiunge due (90-58), Atlanta è inguardabile, troppo brutta per essere vera. Ci si trascina così lentamente fino al risultato finale che sarà di 101-76 per la banda Howard. SVG corre velocemente negli spogliatoi… abbiamo ancora una serie.
ASPETTANDO GARA 6: Giovedì la partita che deciderà con molta probabilità gli esiti di questa serie. Orlando continuerà sulla strada intrapresa stanotte, tirando qualcosa come il 42% da tre, e integrando ancora meglio Howard al tessuto offensivo come fatto nel 2009? Oppure Atlanta si è semplicemente riposata in vista della gara dell’anno? Credo che la verità si trovi nel mezzo, e saranno i piccoli dettagli a decretare chi meriti di più questa sospirata qualificazione. Va aggiunto però che l’atteggiamento degli Hawks in gara 5 è stato davvero inappropriato ed infelice, soprattutto perchè così si rischia di uscire mentalmente fuori dalla serie, permettendo inoltre agli avversari di trovare quel feeling disperso negli scontri precedenti. Ora starà a Van Gundy mantenere questo fuoco accesso, convincendo i propri giocatori che la partita di oggi non è stato un caso, bensì la palesazione di quanto oggettivamente i Magic siano superiori agli Hawks. Credo infine che la partita di stasera possa essere stata la più classica delle partite che può far girare l’inerzia di una serie, e forse solo un Crawford in fiamme (aiutato chiaramente da Johnson) che accende la folla può contro-bilanciare la fossa emotiva che è stata scavata stasera nella mente dei falchi.
Larry Drew dovrà lavorare per forza sulla difesa, perchè Orlando può replicare le percentuali di gara 5 (41% da 2, 43% da 3). Per difesa mi riferisco soprattutto sulla difesa degli esterni, perchè quello è stato e quello sarà sempre il punto focale su cui ruota l’attacco dei Magic che vincono! E D12 in questo schema serviva e potrebbe servire in futuro quale terribile ed utile amplificatore umano di un sistema che fa girare la palla e ferisce le ripartenze avversarie sul nascere. Quindi una gara 6 al momento senza pronostico, con un’unica certezza: Atlanta avrà bisogno della partita perfetta, e Orlando venderà cara la pelle nella speranza di replicare il risultato odierno e portare la sfida ad una gara 7 mozzafiato.
Dichiarazioni Post-Partita:
“The Biggest thing is we played with tremendous focus and intensity, really from the start to finish and that’s what it’s going to take. It’ll be much, much, much harder on Thursday and we’ll need to play better than we did tonight to get a win there.”
— Magic coach Stan Van Gundy“Their ability to shoot the 3-point shot and their all-around game inside the paint was key for them tonight. They needed their ‘A-Game’ in order to win this game and force a Game 6 and they played their hearts out tonight. I tip my hat off to them, but we are still on a mission and we still have something to accomplish on Thursday. Our destiny is in our own hands.”
— Atlanta forward Josh Smith“There was nothing to talk about. In this type of game, in this type of situation it was win or go home so we weren’t going to leave anything to chance. We had to go out there and play the hardest we ever have this year and leave everything on the court.”
— Magic forward Quentin Richardson