Mikhail Prokhorov aveva un piano molto chiaro in mente quando ha deciso di acquistare i New Jersey Nets e di affrontare un’avventura americana per lui completamente inedita. La franchigia delle paludi del Meadowlands non era la sua prima scelta, quelli erano i Knicks e non c’era stata possibilità di acquistarli, tuttavia presto anche i Nets beneficeranno di una maggiore esposizione mediatica e di un ricollocamento che gioverà al loro mercato, visto il progetto di spostamento a Brooklyn che si sta lentamente concretizzando.
Prokhorov potrebbe rappresentare il primo vero tentativo di esportazione del prodotto Nba verso il Vecchio Continente, ed il singolare fatto che per la prima volta un proprietario non americano si sia insinuato all’interno del basket professionistico d’oltreoceano per finanziare il risanamento di una squadra la dice lunga su quella che potrebbe essere l’apertura verso una nuova era. Il fatto che New Jersey sia divenuta la prima squadra della storia Nba a vincere una partita di stagione regolare al di fuori dei confini statunitensi potrebbe essere una coincidenza molto favorevole nei confronti dei piani a lungo termine del proprietario russo, potenziale ambasciatore mai ce ne fosse uno della pallacanestro americana in Europa.
I tasselli stanno lentamente andando al loro posto, ed i Nets sembrerebbero essere prossimi ad un nuovo lancio in orbita. Franchigia dalle scarse tradizioni vincenti, vista come la cugina sfigata dei Knicks sin dal suo concepimento, New Jersey è ripiombata nella mediocrità più assoluta dopo la ricostruzione decisa qualche anno fa, che ha vissuto le partenze graduali di Kenyon Martin, Jason Kidd e Richard Jefferson, trio altrimenti conosciuto come il flying circus che condusse la squadra a due apparizioni consecutive alle finali Nba, rispettivamente perse contro Lakers e Spurs.
L’approdo alla finale attraverso una corsa così profonda nei playoffs era stato un risultato indubbiamente onorevole per una franchigia di ben altre tradizioni, anche se rovesciando la medaglia dalla faccia opposta il record di 1-8 nella fase decisiva per la conquista del titolo Nba a dire il vero di onore non ne faceva moltissimo. Se non altro, dato che nello stesso momento i Knicks stavano attraversando la fase distruttiva della gestione Isaiah Thomas dovendo combattere una situazione salariale che li aveva impossibilitati per anni nel permettersi free agents di lusso, perlomeno i cugini sfigati non erano i Nets. Una volta tanto.
Secondo quanto sostenuto da Prokhorov le fondamenta della squadra di basket perfetta sono la point guard ed il centro, quindi dal suo punto di vista le basi solide sono già in possesso della squadra di sua proprietà. Se difatti l’investimento iniziale per la ricostruzione era stato eseguito attraverso la selezione al draft 2008 di Brook Lopez, che ha dimostrato di essere un potenziale big, il completamento della parte sostanziale del roster è pervenuto con l’abile quanto segreta trade che ha portato una superstar affermata e giovane come Deron Williams, per il quale sono stati sacrificati Devin Harris, a suo tempo giunto in cambio di Kidd da Dallas, e Derrick Favors, la power forward del futuro, un sacrificio che ci sta tutto visto il potenziale dominante che Williams può garantire a lungo termine. Giocatori come lui non si rendono disponibili tutti gli anni, ed ora sta al management trovare la soluzione idonea per convincerlo a restare rinnovando il suo contratto, che andrà a scadere alla fine della stagione 2012.
Deron ha dichiarato che prenderà una decisione in base all’andamento del prossimo campionato, che sarà fondamentale per numerose questioni legate alle sorti dei Nets.
Dal canto suo Prokhorov ha ri-progettato i suoi programmi allungando i tempi, in quanto originariamente i piani prevedevano di fare i playoffs già quest’anno. Una volta intuito che non sarebbe stato così, il magnate russo ha deciso di dare il via libera a movimenti di mercato che portassero giocatori di grandissimo calibro nel New Jersey, e per questo era stata intavolata la nota trattativa per ottenere i servigi di Carmelo Anthony, che dei Nets non voleva proprio saperne.
La contrattazione è stata fermata dal russo con la stessa decisione con cui era stata autorizzata, giusto per non distrarre troppo la squadra con eventi esterni, e giusto per chiarire che se Anthony non intendeva prolungare il contratto una volta giunto a destinazione, così come lo stesso giocatore aveva più volte dichiarato, allora non se ne sarebbe fatto nulla.
Da qui la decisione di interpellare i Jazz ed imbastire una trade che ha sorpreso tutti, facendo di Williams il nuovo giocatore-immagine della franchigia.
Ora resta il problema di come farlo restare oltre il 2012. I programmi sono chiari, Prokhorov vuole vincere un anello quanto prima possibile ed ha già chiarito che non baderà a spese per farlo. Ha voluto ed ottenuto un breve colloquio con Williams in seguito alla gara persa contro gli Spurs parlandogli per una decina di minuti, approfondendo il tutto nella trasferta di Londra, dove il tempo libero a disposizione è stato senza dubbio maggiore, e l’esposizione dei piani è stata di conseguenza più precisa. I due sono usciti molto soddisfatti dalla chiacchierata ed hanno appurato la reciproca volontà di vincere, e Prokhorov ha sottolineato i grossi investimenti fatti a livello monetario ma anche a livello d’immagine, evidenziando l’accordo stretto (da Bruce Ratner, il precedente proprietario – ndr) con la Barclays Bank di Londra per la sponsorizzazione del nuovo impianto di Brooklyn, che presto i Nets chiameranno casa.
New Jersey, nei progetti del magnate, sta diventando la prima franchigia Nba di sempre con potenzialità a livello globale, Prokhorov desidera vendere il marchio dei Nets in quanti più angoli del globo riuscirà ad arrivare, magari dando il via alla tanto discussa nascita di una divisione Nba tutta europea. Da questa situazione, Deron Williams può emergere come giocatore-simbolo a livello mondiale, fatto che gli frutterebbe una grandissima esposizione ed un possibile futuro da icona vincente anche fuori dai confini statunitensi, il che aggiunto al programma di firmare o far pervenire a breve un altro giocatore d’impatto che consentirebbe ai Nets di competere per il titolo per almeno un quinquennio, rappresenta l’insieme di motivazioni con cui l’owner potrebbe presto riuscire ad ottenere il desiderato prolungamento del contratto della sua point guard del presente. L’accoglienza con cui Williams è stato ricevuto dai fans inglesi ha sicuramente giocato un ruolo importante.
Le mosse che faranno i Nets per tornare a competere e fare un passo in più rispetto a quanto Jason Kidd fece compiere loro sono chiare e ben delineate, basta avere la necessaria pazienza.
Possono offrire un proprietario ricco e propenso ad investire, un general manager come Billy King che sa come muoversi nell’ambiente Nba, un allenatore come Avery Johnson, competitivo e capace di guidare una squadra ai playoffs, ed una nuova arena che sicuramente creerà eccitazione attorno agli ambienti più vicini a Brooklyn, facendo dei Nets qualcosa di più della seconda squadra di New York. Prokhorov e King hanno illustrato a Williams la lista di giocatori che intendono inseguire per l’estate 2012, ed il primo nome che vi si poteva scorgere era quello di Dwight Howard.
A quel punto New Jersey-Brooklyn sarebbe pronta per assaltare la diligenza e Williams, firmando quel prolungamento, potrebbe davvero trovarsi in una situazione davvero gradevole.
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.
C’è solo una cosa che proprio non capisco: se hanno già Lopez perchè puntare Howard??