Tutte le squadre della NBA hanno giocato almeno 50 partite, e come tutti gli anni stiamo entrando nella fase cruciale della stagione, che coincide in pratica con l’All-Star Game.
In questi mesi abbiamo avuto modo di vedere in azione non soltanto le squadre più forti e i giocatori più dotati, ma anche tutti quei ragazzi che per la prima volta nella loro vita hanno messo piede sui parquet più prestigiosi del mondo.
Come avrete certamente capito dal titolo, oggi parleremo di rookie, delle cosiddette “matricole”, insomma di quei talenti che promettono di diventare le nuove “sensazioni” negli anni a venire.
Parte dello spettacolo che vedremo nel corso dei prossimi 10-15 anni dipende da loro… e dopo più di 3 mesi dall’inizio del campionato, siamo pronti a dare un primo giudizio sui 60 giovani scelti nel draft dello scorso giugno.
Ovviamente, non li analizzeremo tutti e 60, ma ci limiteremo a quei 15 che stanno avendo un reale impatto all’interno delle rispettive squadre e della Lega in generale. Ho scelto di dividere i vari talenti in tre fasce: si parte dalla terza fascia, ovvero da quel gruppo di ragazzi che fino a qui hanno mostrato discrete potenzialità.
Dopo di essi ci soffermeremo sui giocatori di seconda fascia, ovvero su coloro che stanno disputando una buona stagione, fino ad arrivare alla prima fascia, ovvero ai possibili campioni di domani, che si sono particolarmente distinti in questo periodo.
Partiamo dunque!
TERZA FASCIA
15) Al-Farouq Aminu (Los Angeles Clippers): 20 anni – 17.7 minuti a partita, 6.3 punti, 3.4 rimbalzi, 0.7 assist.
Ad inizio anno, questo ragazzo sembrava davvero destinato a disputare un’ottima stagione da rookie. Nel mese di novembre riuscì ad andare per ben 8 volte in doppia cifra, e a guadagnare la fiducia dello staff tecnico dei Clippers, dopodichè si è un po’ spento. Ha certamente bisogno di trovare continuità nel suo rendimento, ma ha anche mostrato di avere un buon talento.
Il suo ruolo è quello di ala piccola, e pur essendo alto per giocare in questa posizione (2.06 m) compensa con una struttura fisica longilinea (pesa “appena” 97 chili). Fa della rapidità un suo punto di forza, ed ha anche mostrato delle discrete doti come rimbalzista. Ma deve migliorare il suo tiro da 3 e la visione di gioco se vorrà diventare un punto di forza dei futuri Clippers.
14) Tiago Splitter (San Antonio Spurs): 26 anni – 11.2 minuti a partita, 4.1 punti, 2.7 rimbalzi, 0.4 assist.
Avrei scommesso su un impatto maggiore di Splitter nella NBA, e invece fino ad ora ha inciso davvero poco rispetto alle sue potenzialità. Popovich lo tiene molto spesso in panchina, dal momento che nella gerarchia dei lunghi ci sono Duncan, McDyess e Blair che vengono prima del brasiliano. Sul talento di Splitter c’è poco da dire, nel senso che il palmarès parla per lui.
Egli è un leader, anche emotivo, dotato di movimenti sopraffini in post basso e di buone doti da difensore. Gioca nel ruolo di centro, ha sempre avuto come principale difetto la scarsa mira dalla lunetta (59% per lui), ma evidentemente non ha ancora convinto fino in fondo. Il fatto di essersi ritagliato un piccolo spazio all’interno di uno squadrone come gli Spurs è comunque significativo, e sono pronto a scommettere che con più spazio a disposizione il suo rendimento salirebbe e non di poco.
13) Eric Bledsoe (Los Angeles Clippers): 21 anni – 23.6 minuti a partita, 6.5 punti, 2.8 rimbalzi, 3.9 assist.
I Clippers hanno puntato su questo giovane playmaker, che presenta delle caratteristiche piuttosto interessanti. Bledsoe, infatti, è il classico giocatore “di rottura”, che in attacco si sa far valere grazie alla sua velocità e ad una buona gestione del gioco in transizione. Ma è anche un buon difensore, caratteristica che può farlo diventare una riserva importante nella sua squadra fin da subito.
Non è naturalmente esente da difetti. Mostra ancora qualche lacuna quando si gioca a ritmi bassi, e se è vero che attacca il canestro con facilità, non si può dire altrettanto quando si trova a dover tirare da 3 o a tirare dalla media. Fisicamente non è certo un colosso (1,85 di altezza), ma in fondo per il ruolo che ricopre non è importante.
12) Paul George (Indiana Pacers): 20 anni – 17.8 minuti a partita, 7.9 punti, 3.1 rimbalzi, 0.9 assist.
Qui parliamo del classico giocatore “grezzo”, ovvero con ampi margini di miglioramento. George, più degli altri, dovrà lavorare su sè stesso se vorrà trovare un posto importante nel futuro di questa Lega. E’ un’ala piccola atletica, che sfrutta le sue doti fisiche nella lotta a rimbalzo e in difesa, ma sulla fase offensiva ha ancora molto da lavorare.
Dal trattamento di palla al tiro da 3, deve assolutamente migliorare in molti aspetti del suo gioco offensivo. Nel caso non lo facesse sarebbe un peccato, perchè le potenzialità per diventare un buon giocatore nel suo caso ci sono tutte. I Pacers gli stanno dando fiducia, senza mettergli troppa pressione addosso: lui li sta ripagando con ottime prestazioni nell’ultimo mese. Vedremo se proseguirà in questo trend positivo.
11) Ed Davis (Toronto Raptors): 21 anni – 21.5 minuti a partita, 6.1 punti, 6.2 rimbalzi, 1.1 stoppate.
I Raptors sembrano aver trovato una buona riserva nel ruolo di ala grande-centro. Davis, alto 2.08 per 98 chili, è essenzialmente un giocatore che staziona sotto canestro e si fa valere nella propria metà campo. In fase difensiva sta già dando un buon contributo, grazie alla sua abilità a rimbalzo e come stoppatore. Potrebbe diventare uno specialista difensivo di ottimo livello, il che non sarebbe affatto male.
Le note negative arrivano dalle sue doti in attacco, molto scarne. Non ha un tiro dalla media affidabile, ovviamente del tiro da 3 non se ne parla nemmeno, e gli mancano anche dei movimenti validi in post basso. Finora gran parte dei suoi punti sono arrivati con appoggi al canestro o con schiacciate, e non è nemmeno un buon tiratore di liberi (52% la sua percentuale dalla lunetta).
SECONDA FASCIA
10) Evan Turner (Philadelphia 76ers): 22 anni – 24.4 minuti a partita, 7.3 punti, 4.4 rimbalzi, 2.2 assist.
Alzi la mano chi si aspettava di trovare la scelta numero 2 dello scorso draft in questa posizione così bassa. Eppure, fino ad oggi Turner non è riuscito a mostrare tutto il suo potenziale, anche se in alcune partite ha fornito ottime prove. Per un giovane al primo anno di NBA è normale soffrire di discontinuità al primo anno, e a mio parere Turner è uno di quelli che più potrà migliorare negli anni a venire.
Fino ad ora il giocatore dei 76ers ha mostrato gravi lacune nelle scelte di tiro, e soprattutto nel tiro da 3 sta trovando delle difficoltà (25% per lui). Per il resto, ha mostrato di essere un buon difensore e un atleta di livello notevole, ma deve ancora imparare a sfruttare le sue doti fisiche. Fino ad oggi si è affidato un po’ troppo al suo tiro, che è discontinuo, rinunciando ad essere più aggressivo e a penetrare le difese.
9) Christian Eyenga (Cleveland Cavaliers) 30 (2009): 21 anni – 26.4 minuti a partita, 8.8 punti, 3.4 rimbalzi, 1.3 assist.
Una delle poche note liete nella stagione dei Cavaliers è l’esordio di questo ragazzo. Eyenga venne scelto con la chiamata numero 30 nel draft del 2009, e ha passato un anno in Spagna prima di approdare nella squadra che lo aveva scelto. Fino ad ora ha giocato soltanto una ventina di partite in NBA, ma lo ha fatto con un certo profitto.
E’ un giocatore tutto da scoprire. Il suo ruolo naturale è quello di ala piccola, ma può giocare anche come guardia. Ha una buona velocità ed è anche abbastanza esplosivo, ma a parte questo non ha grosse qualità. Il suo tiro è molto ondivago, e dal punto di vista difensivo sa muoversi discretamente ma ancora deve lavorare molto. Ha sicuramente bisogno di aggiungere qualche arma in più al suo repertorio se vorrà incidere nella Lega.
8) Derrick Favors (New Jersey Nets): 19 anni – 19.4 minuti a partita, 6.4 punti, 5.1 rimbalzi, 0.7 stoppate.
Pur giocando in una squadra debole come i Nets, e pur avendo soltanto 19 anni, Favors sta disputando una buona prima stagione. Parliamo di un ragazzo che può giocare ala grande oppure centro, che ha uno stile di gioco che lo porta a stazionare vicino il canestro sia in attacco che in difesa. E’ un lungo puro, insomma, dotato anche di un discreto fisico (2.08 m per 111 chili).
La sua dote migliore fino ad ora è stata la continuità: non si è distinto per un rendimento elevatissimo, ma la sua parte in campo la fa sempre con buon profitto, e difficilmente ha dei passaggi a vuoto. Ciò che gli si chiede è una maggiore incisività in difesa e magari di aggiungere qualche arma offensiva in più. Non ha tiro dalla media nè movimenti particolarmente efficaci in post basso, ma è un ottimo schiacciatore ed è dotato di buona mobilità.
7) Wesley Johnson (Minnesota Timberwolves): 23 anni – 26.8 minuti a partita, 9.2 punti, 2.9 rimbalzi, 2 assist.
E’ uno dei giocatori più “anziani” dello scorso draft, dato che a luglio compirà 24 anni. Ricopre la posizione di ala piccola, anche lui gioca per una franchigia di bassa classifica come i Timberwolves, ma sta comunque mettendo in mostra delle qualità interessanti. In particolar modo, si avevano dei dubbi sulle sue doti relizzative quando entrò nella Lega, e invece si sta mostrando un attaccante piuttosto temibile.
Tira da 3 con buone percentuali (37%), e oltre ad essere una buona arma offensiva si sta rivelando un discreto rimbalzista e passatore. Il suo limite maggiore sta proprio nel fatto che sa fare tutto abbastanza bene, ma non eccelle in nulla. L’età in questo senso potrebbe non aiutarlo, dal momento che a 24 anni i margini di miglioramento iniziano già ad assottigliarsi.
6) Gary Neal (San Antonio Spurs) non scelto nel 2007: 26 anni – 19.3 minuti a partita, 8.5 punti, 2.5 rimbalzi, 0.9 assist.
Una delle grandi sorprese della stagione, Gary Neal non solo si sta confermando come un giocatore importante, ma lo sta facendo all’interno di una squadra di primissima classe come i San Antonio Spurs. Neal è una guardia dalle grandi doti realizzative, e coach Popovich lo fa partire dalla panchina per poi inserirlo quando la squadra ha bisogno di punti.
Neal è un buon tiratore da 3 (39%), ma è anche valido dalla media distanza. Sa fare canestro in tanti modi, e non a caso nel suo palmarès vanta due titoli di capocannoniere, uno in Turchia nel 2008 e uno in Italia nel 2010, quando giocava per la Benetton Treviso. Ancora una volta, gli Spurs sono riusciti a inserire un giocatore nel loro schema, esaltando le sue caratteristiche.
PRIMA FASCIA
5) Greg Monroe (Detroit Pistons): 20 anni – 24.8 minuti a partita, 7.4 punti, 6.6 rimbalzi, 0.9 stoppate.
La stagione di Monroe può essere tranquillamente divisa in due parti: nella prima parte, il suo minutaggio veniva limitato, e lui non riuscì ad adeguarsi alla situazione. Nelle ultime settimane, invece, lo staff tecnico gli ha dato maggior fiducia, facendolo diventare titolare. Egli è un centro classico, piuttosto bravo in attacco ma che ha bisogno di progredire nella sua metà campo.
Sarebbe un peccato se Monroe non lavorasse sulla fase difensiva (e sui tiri liberi, altro tallone d’achille), dal momento che le doti per diventare un ottimo lungo ci sono tutte. E c’è anche l’età per migliorare, visto che ha solo 20 anni. Tra l’altro, i Detroit Pistons sono storicamente una squadra che si basa più sulla difesa che sull’attacco, perciò il ragazzo è nell’ambiente giusto per diventare un giocatore più completo e più efficace.
4) DeMarcus Cousins (Sacramento Kings): 20 anni – 26.8 minuti a partita, 13.9 punti, 8 rimbalzi, 1.8 assist.
Uno dei prospetti più interessanti della NBA attuale, a mio modo di vedere. DeMarcus Cousins, insieme a Tyreke Evans, è uno dei motivi per i quali i tifosi dei Sacramento Kings possono sperare in un ottimo futuro, anche se il lavoro da fare è ancora molto. Parliamo di un ragazzo ancora grezzo, ma dalle potenzialità davvero grandi. Ottimo realizzatore, buon rimbalzista, discreto anche come passatore…in più, tira discretamente i liberi per essere un uomo d’area (68%).
Cousins è un centro fisicamente imponente (2.11 m per 122 chili), che sa farsi valere anche in difesa. Pecca ancora di ingenuità nella propria metà campo, e infatti si è trovato spesso ad avere problemi di falli nel corso di questi primi mesi di carriera. Ha già avuto un impatto importante, si dice che non sia ancora un ragazzo perfettamente maturo ma questo ce lo potrà dire soltanto il tempo. Il futuro è nelle sue mani, sarebbe un grande peccato buttarlo.
3) Landry Fields (New York Knicks): 22 anni – 32.4 minuti a partita, 10 punti, 7.2 rimbalzi, 1.9 assist.
Sul gradino più basso del podio si posiziona Landry Fields, che ha conquistato da subito il cuore dei tifosi di New York e di molti tifosi di basket. D’altronde, è difficile rimanere indifferenti verso un ragazzo che sta lavorando sodo, e in un ambiente carico di pressioni come New York, per emergere all’interno di un mondo così complicato. E’ stato uno degli “steal of the draft” più clamorosi degli ultimi anni, dato che i Knicks lo hanno scelto come numero 39, piazzando così un colpo mica da ridere.
Che Fields fosse un giocatore duttile, e dotato di doti fisiche importanti, lo si sapeva. Quello che non si sapeva di lui era la voglia di migliorare, di giocare duro, di mettere in campo tutto ogni sera. Insomma, la sua etica lavorativa ha sorpreso un po’ tutti. Adesso New York può contare su una guardia che difende, prende i rimbalzi, tira con ottime percentuali (52% dal campo, 38% da 3 e 76% ai liberi) e partecipa efficacemente alla manovra. Bene, veramente bene.
2) John Wall (Washington Wizards): 20 anni – 37.1 minuti a partita, 14.8 punti, 4.2 rimbalzi, 9 assist.
La prima scelta assoluta dello scorso draft ha rispettato le grandi aspettative createsi nei suoi confronti, rendendosi protagonista di una stagione fin qui molto buona. Anche lui purtroppo si trova in un contesto che non lo favorisce, dato che gli Wizards sono una squadra mediocre, dopo aver perso il trio di stelle formato da Arenas, Butler e Jamison nel giro di un anno. Con Wall parte la ricostruzione, e come primo passo non c’è male.
Wall è un playmaker completo, nel senso che come si può vedere anche dalle sue statistiche sa segnare, prendere rimbalzi e distribuire assist, grazie anche ad un’ottima visione di gioco. Il suo grande problema è il tiro: non ha un tiro dalla media affidabile, nè tantomeno un tiro da 3 pericoloso. Tira dal campo con il 40% e da 3 con il 30%, e questo è un limite un po’ troppo grande per un ragazzo che aspira a diventare uno dei migliori 5 interpreti nel proprio ruolo.
1) Blake Griffin (Los Angeles Clippers): 22 anni – 37.6 minuti a partita, 22.6 punti, 12.6 rimbalzi, 3.5 assist.
Il primo posto non poteva andare a nessun altro. Griffin si è abbattuto sulla Lega come un uragano, grazie al suo talento straordinario e alle sue giocate spettacolari. I Clippers hanno tra le mani un ragazzo speciale, che nonostante un serissimo infortunio subito l’anno scorso si è fatto trovare prontissimo all’appuntamento. Addirittura Charles Barkley lo ha incoronato come una possibile superstar del futuro, e i presupposti ci sono veramente tutti.
Griffin è un’ala grande potente, veloce ed esplosiva, che sa giocare bene in post basso e schiaccia in modo impressionante. Bravissimo anche come rimbalzista, ha una buona tecnica che lo porta a servire i compagni con buona frequenza. L’impressione è che sia forte anche caratterialmente, voglioso di migliorare e di diventare un vero leader emotivo, oltre che tecnico. Deve ancora sistemare le sue capacità di difensore e il suo tiro dalla media, ma a meno di imprevisti il futuro è suo.
Da Graffin a Wall, da Fields a Favors, e via via tutti gli altri…chi tra loro diventerà un campione? Chi emergerà nei prossimi anni? E chi deluderà le attese? Bisogna solo aspettare, e seguire le gesta di questi giovani, per capire se la NBA del futuro avrà anche loro come protagonisti.
Indirizzo e-mail: cesc_999@libero.it
“La vita è una metafora del basket” (Phil Jackson)
neal, splitter, blair ( da sophomore) e george sono i + remunerativi rispetto alla n. con cui sono stati scelti mentre fields, wall e griffin sembrano i + forti pesa incognita turner che è entrato nella lega come anti-wall e sembrava + pronto ed invece ha avuto un inizio molto difficile.
– su splitter, proprio per il passato che ha avuto in europa, dico che quando si ritirerà mcdyess, che va già per i 37, e chiaramente e soprattutto duncan, sarà una pedina fondamentale nei nuovi spurs, non ho dubbi…
– paul george secondo me potrà crescere molto.
– evan turner è un altro, a mio parere, che con del buon lavoro nelle prossime estati potrà diventare quello che ci aspettavamo noi quest’estate prima del draft… magari non arriverà mai al livello di griffin, però può diventare un ottimo giocatore, e a philadelphia stanno dimostrando di saperci fare coi giovani talenti…
– wesley johnson, a dispetto del discorso età, secondo me potrà crescere bene…
– greg monroe veniva presentato come un lungo buono, con oltrettutto ottime doti di passatore, insomma delle mani educate, credo molto in lui e se fossi un gm nba ci penserei seriamente a portarmelo in una buona franchigia prima che esploda… ci punterei molto su ‘sto ragazzo…
– i primi quattro sono messi bene tutti, anche se bisognerà vedere la tenuta mentale (importantissima) di cousins, che ha però un grande potenziale, è in effetti una scommessa ardua, perchè se non regge di testa diventa uno zero; fields va a manetta, mi piace un casino, e oltre ad essere potenzialmente uno dei più grandi “steal” dei draft lavora duro e ci tengo a dire che da guardia prende 7.2 (7.2!!!) rbs a gara, quasi come cousins, impressionante… wall ha tutto nelle sue mani, partendo da una franchigia nba che deve ricostruire, arrivando a un talento e delle capacità atletiche spaventose, è veramente l’esempio di quello che può fare tantissimo, mi sentirei quasi di dire (anche se all’epoca non seguivo molto l’nba) che si ritrova quasi nella condizione di lebron quando è arrivato in nba ai cavs… inoltre abbiamo anche degli esempi di play odierni che, senza un grande tiro, sono comunque ottimi giocatori e sono sicuramente nella top 5 del ruolo, penso a rondo e a rose, quest’ultimo segnò solo 16 triple nella stagione da rookie, tirando (si fa per dire) solo col 22%, quindi i margini sono molto ampi per wall, resta tutto in mano a lui… su griffin niente da dire, i commenti estremamente entusiastici e positivi su di lui si sono già sprecati da ogni parte, c’è solo da “sit down, relax, and enjoy the show…”
ciao!!!!!!!!!
Fonte realgn.com “Gallinari nella proposta di NY per Melo”: cosa ne pensate? Pro e contro della decisione da punto di vista di Denver, di New York e del Gallo. Attendo commenti
Articolo ben ideato e scritto.
Il bello di questi rookie è che possono passare tutti dalla 3° alla 2° fascia.
La seconda è interessante. Curioso di Turner e Favors.
La prima è lineare. Giusto alla 3° Fields
Tolto i primi due che dovrebbero tenere le aspettative, vado sugli ultimi due.
Monroe e Cousins hanno tutto per poter far bene.
iello
non mi sembra l’articolo giusto per discutere di gallinari…
mia personale classifica
1 griffin
2 cousins
3 fields
4 wall
5 neal(anche se rookie vero e proprio non è)