Jerry Sloan con Stockton e Malone. Il momento più fulgido della sua carriera.

Nella notte è arrivata la conferma della notizia che si stava facendo insistentemente strada ieri.

Jerry Sloan si è dimesso dall’incarico di Head Coach degli Utah Jazz.

La notizia, ferale per tutti gli amanti del basket a stelle e strisce e ancor di più per i tifosi dello stato dei mormoni, è stata data da Sloan stesso in una conferenza stampa molto toccante, dove anche un duro come lui non è riuscito a trattenere le lacrime mentre ringraziava l’organizzazione e la sua famiglia per il supporto ricevuto nella sua lunghissima militanza da coach.

La sua carriera è infatti stata la più lunga carriera professionistica in uno sport americano nello stesso team.

Coach Sloan, dopo essersi fatto le ossa come capo allenatore NBA nei suoi Chicago Bulls, squadra dove Sloan aveva giocato dal 1966 al 1976 meritandosi due convocazioni all’All Star Game e 4 presenze nel miglior quintetto difensivo, è approdato agli Utah Jazz nel 1988, guidandoli per ben 23 stagioni consecutive.

23 stagioni più che positive, se si considera che solo in un’occasione, nella stagione 2004-2005 non è arrivato al 50% di vittorie, passando attraverso ricostruzioni di roster che ovviamente in 23 anni sono più che naturali. Coach Sloan però è andato oltre gli uomini e ha basato il suo successo sul suo sistema di gioco, basato sulla mentalità defense-first.

Per la verità gli uomini che ha avuto a disposizione durante la sua carriera sono fior di giocatori, come John Stockton e Karl Malone negli anni ’90, dove i Jazz hanno avuto il loro maggior momento di splendore perdendo, nel ’97 e nel ’98 due finali NBA consecutive contro i Bulls di Phil Jackson e Michael Jordan.

Sloan, considerato da tutti uno dei migliori coach della lega, ha però anche uno scomodo record. E’ l’unico allenatore professionista che ha allenato un team per più di 20 anni senza vincere un titolo. Come detto, però, l’opportunità l’ha avuta, ma ha trovato il miglior giocatore di sempre sulla sua strada con alcune prestazioni epiche come il famoso nausea game, la gara in cui MJ con 38 di febbre mise 38 punti per la vittoria che indirizzò il titolo verso Chicago.

Coach Sloan non arrivò più così vicino al titolo come in quel fantastico biennio, e dovette anzi affrontare la sfida più dura, la ricostruzione della squadra dopo la dipartita di Karl Malone, ai Lakers per l’ultima disperata corsa all’anello, e il ritiro di John Stockton.

In condizioni normali la perdita quasi contemporanea di due stelle di tale grandezza comporterebbe anni di oblio e mediocrità, come sanno bene proprio a Chicago dopo l’ultimo titolo vinto da MJ.

Sloan, tuttavia, graze al suo impianto di gioco riesce nell’impresa di portare gli Utah Jazz a stagioni vincenti anche nel periodo in cui i giocatori non erano di altissimo livello, traghettando il team verso una nuova versione potenzialmente da titolo.

Sono i giorni nostri, quelli di Deron Williams e Carlos Boozer che supportati da Kirilenko (già presente nelle stagioni più difficili) si affacciano ad Ovest ai primi posti della classifica.

E’ questione di tempo e di aggiustamenti“, si dice, e i Jazz, con Williams che acquisirà esperienza e qualche uomo giusto nel roster potranno lottare per il titolo. Purtroppo però l’obiettivo rimane distante, nonostante D-Will diventi uno dei top3 del ruolo. Boozer parte, il tassello mancante per lottare con i Lakers, i Celtics e gli Spurs non arriva e iniziano i primi mugugni.

Sloan, da sempre abituato a essere il comandante della squadra a tutto tondo sottovaluta forse il malcontento dell’ambiente, che arriva anche e soprattutto dal giocatore franchigia, Deron Williams, caratterialmente diverso rispetto ai soldati Stockton e Malone che avrebbero seguito il loro comandante ovunque.

Il rapporto con il numero 8 deve sfaldarsi parecchio e pare che proprio questi dissidi siano alla radice della clamorosa decisione di Sloan, che dichiarerà a margine della conferenza stampa:

Ho avuto discussioni con i giocatori da quando sono entrato nella lega. C’è bisogno di tanta energia e la mia è terminata.

Una resa vera e propria alla situazione creatasi all’interno del team, che per un uomo come Sloan deve essere stata la sconfitta più cocente della sua carriera.

Il suo assistente Tyrone Corbin è stato nominato nuovo Head Coach e ora dovrà provare a rimettere il talento dei suoi giocatori sulla strada giusta.

Quello che è certo è che questo è un giorno triste per gli amanti dell’NBA, perchè a lasciare non è solo un allenatore, ma un uomo che era ormai un’istituzione nella lega.

I Jazz erano Jerry Sloan, più ancora che Stockton e Malone o Deron Williams e Paul Millsap e ora che non sarà più su quella panchina non sarà più la stessa cosa.

18 thoughts on “Jerry Sloan lascia i Jazz

  1. Ce ne sono tanti altri di Williams ma difficilmente i Jazz troveranno un altro Sloan. Da oggi ci sarà un tifoso in meno per gli Utah Jazz.

  2. Dispiace che abbia terminato la carriera in questo modo, ma obbiettivamente era nell’aria da qualche settimana…..la squadra ha avuto un crollo verticale perdendo anche contro squadre imbarazzanti, dunque nello spogliatoio c’erano grossi problemi e se il tuo uomo franchigia (DW) non crede più in te è giusto lasciare….almeno il coach potrà godersi in santa pace la pensione!

  3. Bel pezzo, Showme.
    solo un appunto: a metà articolo parli di “ricostruzioni”, al plurale, ma alla fin fine l’unica ricostruzione è stata quella che citi te poco dopo, successiva all’addio di Stockton e Malone e dei tre anni, gli unici su 23, senza post-season. il che la dice lunga sulla sua avventura a Salt Lake City.

  4. Credo che l’addio di Sloan ponga fine ad un’era. Vedrete l’ESA svuotarsi lentamente, la squadra sfaldarsi e cadere nell’oblìo, abbandonata dai suoi tifosi. E Deron? Credo che da oggi in poi sarà odiatissimo e non solo dai tifosi Jazz, ma da tutta la NBA. Non si può non portare rispetto a uno come Sloan, e Deron l’ha appena fatto.

    Ora vedremo cosa deciderà di fare coach Sloan. Probabilmente si ritirerà o fino alla prossima stagione non lo rivedremo più su nessuna panchina. Io gli consiglio invece di cercarsi e offrirsi ad una squadra con il proprio coach in difficoltà. Inutile dire che questa squadra sono i Raptors. Ovviamente, se Sloan venisse a bussare alla porta di Colangelo, Triano verrebbe cacciato (e volentieri) dal Canada, in cui sta fallendo miseramente.

  5. Vero, riscostruzione è stata una, però è passato da più fasi, con l’abbandono di Malone prima e Stockton poi,due perdite che son state un bel macigno se si considera che giocava con Mo Williams, Arroyo e Stevenson, gente che con Sloan non aveva davvero nulla a che fare e da spartire

  6. Mi dispiace un sacco. Da tifoso bulls provo il massimo rispetto per il mitico jerry!!
    Temo che a salt lake city si preannuncino tempi cupi…

  7. Dubito che a 69 anni si metterà in discussione con un’altra squadra. Dubito anche che sia l’allenatore adatto a una squadra in difficoltà che deve ricostruire.

  8. Finito lo spettacolo, torna lo spettro del lockout
    Oggi, sui nostri blog (11/2/11)

  9. Montevergine Paola
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    POZZUOLI

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    17 ore fa · Mi piace · · Aggiungi Lary agli amici

    Maria Andrea Mesanovic

    Ecco Come “Studio”. .
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    Di: Noìì Dì FaceBook_<3
    22 ore fa · Mi piace · · Condividi

  10. mah….secondo me deron non sarà affatto odiatissimo….da 4/5 anni nei forum dei tifosi jazz, moltissimi chiedevano di cambiare coach….per l’amor di dio, grandissimo coah jerry, soprattutto però grande “insegnante” di basket e di esecuzione dei giochi di attacco, ma che è sempre mancato nelle decisioni da prendere nei momenti decisivi (ultimo tiro, falli, raddoppi difensivi, ecc) e per me che mi son visto tutte e 6 le partite in diretta delle finals 98, quella sconfitta ce l’ha sulla coscienza soprattutto lui…..ora staremo a vedere, certo è scoppiata una bella bomba in casa jazz: o la squadra riparte bene nel giro di qualche partita, oppure crolla definitivamente e rischia di non fare i play off

  11. Un vero peccato che Jerry Sloan abbia lasciato la Lega. Nonostante le buone premesse, non è riuscito più a fare dei suoi Jazz una credibile contendente al titolo, anche se ha ottenuto buoni risultati come la finale della Western Conference nel 2007. Veramente commovente la conferenza stampa, sentire un personaggio sempre composto e quasi impassibile con la voce rotta dall’emozione è stato incredibilmente toccante.

  12. back door, tagli e come stare in area con leggerezza e agilita. sono finiti gli anni ’70 e ’80 un basket antico che sloan, controcorrente, si ostinava a proporre. gioco pieno di eleganza che,oggi, manca a una lega troppo fisica. non ha vinto come john stockton con cui ha vissuto un’identità tattica e personale fuori dal comune. certo se karl non si fosse fatto rubare quella palla….. forse, oggi, malone avrà pensato ancora a quella palla chissa?

  13. I giocatori, le stelle e anche gli allenatori vanno e vengono e’ vero. Ma le azioni delle persone, soprattutto anche quelle molto stupide rimangono. Per non parlare dei commenti idioti degli utenti di playitusa.

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