Non è una stagione facile per i Raptors di Bargnani...

Il dato più clamoroso a cui stiamo assistendo quest’anno è il tracollo dei Cleveland Cavaliers, che da squadra capace di lottare per il titolo negli ultimi 4 anni è passata ad essere la squadra con il peggior record della Lega (8 vittorie, 40 sconfitte).

Ma i Cavaliers non sono i soli ad aver avuto un brusco calo di rendimento rispetto alla stagione passata.

Anche i Toronto Raptors si trovano nella stessa situazione, anch’essi a causa principalmente della perdita del proprio leader, Chris Bosh.

Ad oggi, la franchigia canadese ha vinto 14 partite a fronte di ben 39 sconfitte, e a meno di clamorosi ribaltamenti non parteciperà ai play-off. La distanza dall’ottavo posto è di 10 partite, e appare davvero molto difficile che Bargnani e compagni riescano a colmare questo gap nell’arco di così poco tempo.

La questione, peraltro, ci interessa il giusto, nel senso che, anche nell’assurda ipotesi che vede Toronto qualificarsi per la post-season, rimarrebbero comunque dei problemi irrisolti. Problemi che questa squadra ha, e che sono anche molto accentuati, visto che gli ultimi 3 mesi sono stati tutt’altro che esaltanti.

Innanzitutto, al di là di ogni equivoco, poniamo un punto fermo: stiamo parlando di una squadra in ricostruzione, che quindi guarda più al futuro che al presente. In virtù di questo, ci soffermeremo sulle cause del fallimento attuale, per poi spostarci all’analisi dei possibili scenari futuri.

Il presente

Abbiamo parlato del record negativo di Bargnani e compagni. Ma la domanda che ci interessa realmente è: come mai un andamento negativo? Quali sono le cause? Vediamo di approfondire tre spunti che credo siano interessanti:

1) Chi difende?
Questo è, a mio avviso, il problema più difficile da risolvere. I Raptors sono, e a dire il vero lo sono da anni, una squadra più votata all’attacco che alla difesa.

Ora, lasciando perdere il fatto che, a detta del sottoscritto, è meglio una squadra basata sulla difesa piuttosto che sull’attacco, c’è indubbiamente da lavorare sotto questo aspetto.

Senza scendere troppo in una complessa analisi tattica, ci sono due tipi sostanziali di difesa nel basket: la prima è la difesa individuale, ovvero quella che viene eseguita da ogni difensore sull’attaccante assegnato. Il secondo tipo di difesa è invece quello di squadra, fatto di rotazioni, di raddoppi di marcatura, di pressing, e insomma di tutta una serie di movimenti coordinati tra i cinque giocatori.

Ma se analizziamo il roster di Toronto balza subito all’occhio un dato, che è la grande carenza di buoni marcatori: Calderon, Bargnani, Barbosa, Amir Johnson…sono tutti importanti, ma quasi esclusivamente per il loro apporto offensivo, perchè nella propria metà campo hanno tutti dei difetti più o meno marcati.

Quei (pochi) difensori buoni, come Reggie Evans, peccano in attacco e quindi non possono essere utilizzati per troppi minuti. Il sopraccitato Evans, ad esempio, non ha movimenti in post basso nè tiro dalla media.

Senza buoni marcatori, è difficile che una difesa di squadra funzioni. Sotto questo punto di vista, vanno assolutamente trovati dei giocatori più funzionali.

2) Attacco poco fluido
Se la difesa latita, anche l’attacco ha i suoi difetti. Più lievi magari, ma ce li ha. In particolar modo, i Raptors sono una squadra poco incline al gioco fluido e alla circolazione di palla, tant’è che spesso basano le proprie azioni su iniziative personali.

Questa scelta, in realtà, non è neanche troppo sbagliata. Ci sono molti giocatori che prediligono un gioco veloce, magari in contropiede, perchè sono dotati di ottima velocità e di grande atletismo. Mi vengono in mente Barbosa, DeRozan, Bayless ma anche Johnson…tutti ragazzi che sanno penetrare la difesa avversaria grazie alle proprie doti fisiche e alla propria imprevedibilità.

Il fatto è che, pur essendo l’attacco in velocità o in contropiede una soluzione importante e che una squadra deve avere, non ci si può basare soltanto su quello. Serve anche una maggiore organizzazione.

Per stare all’esempio più clamoroso degli ultimi anni, pensate al gioco dei Phoenix Suns con Nash-Bell-Marion-Stoudemire-Thomas, più Barbosa come sesto uomo. I Suns avevano un grande successo, tanto da lottare per il titolo, perchè sapevano giocare in velocità, perchè avevano tiratori formidabili ma soprattutto perchè attaccavano come un’orchestra.

Certo, per attaccare in modo organizzato servono giocatori adeguati, e Toronto non è molto fornita sotto questo punto di vista. Ma è anche vero che i vari DeRozan, Wright, Bayless, Bargnani sono tutti ragazzi giovani, che possono essere disciplinati. E poi c’è Calderon, che non sarà Nash ma il suo lavoro di playmaker lo sa svolgere bene.

3) Via Bosh…chi è la guida?
Eh sì, perchè la partenza di Bosh verso Miami non ha soltanto lasciato un vuoto importante sotto canestro, ma anche come guida tecnica della squadra.

Il suo posto doveva essere preso dal nostro Andrea Bargnani, che è il giocatore più prestigioso della franchigia, designato fin dal draft 2006 a diventare l’uomo-franchigia.

In realtà, Bargnani non ha mai avuto (e chissà se mai lo avrà) un carattere troppo deciso, capace di trascinare i suoi compagni. C’è da dire che abbiamo visto dei passi in avanti da parte del ragazzo romano in questo senso, ad esempio in Nazionale. Ma non è detto che possa diventare un punto di riferimento anche in NBA.

Ad ogni modo, serve sicuramente più esperienza ai Raptors, e un giocatore che possa funzionare come leader tecnico ma anche come leader emotivo. Non sarà facile trovarlo, certo, ma è indubbio che almeno un campione dovrà arrivare nel giro di 1-2 anni.

Il futuro

Fin qui abbiamo parlato più che altro delle carenze di questa squadra: ora vediamo come si può lavorare per migliorare, ma soprattutto cosa c’è da salvare nel gruppo attuale.

C’è, in effetti, un nucleo di giocatori sul quale continuare a puntare. Bargnani, Calderon, DeRozan, Reggie Evans…sono nomi sui quali continuare a puntare. Bargnani è un ottimo attaccante, Calderon un buon playmaker, DeRozan un giovane interessante, nonchè uno dei pochi ad essere bravo in attacco e discreto anche in difesa. A proposito di difesa, Evans potrebbe rimanere come specialista difensivo dalla panchina.

Per il resto, tutti i giocatori sono più o meno sacrificabili. Le priorità sono un centro che sia bravo in attacco come in difesa e una guardia o un’ala piccola di grandi qualità. In più, anche la panchina andrebbe rinforzata, ma il ruolo di ala piccola e quello di centro sono i più importanti.

Le possibilità di manovra ci saranno, a partire da quest’estate, quando i Raptors potranno liberarsi di alcuni contratti pesanti. In primis quello di Predrag Stojakovic, che libererà 15 milioni, ma non solo.

Scadrà anche l’accordo di Reggie Evans, che ne libererà 5. Ciò porterebbe la dirigenza ad avere un salary cap inferiore di 10 milioni rispetto a quello consentito.

Inoltre, se Barbosa rinuncierà ad un ulteriore anno di contratto, libererà 7,5 milioni, e altri 4 verrebbero dal mancato rinnovo di Julian Wright. A quel punto, i milioni a disposizione diventerebbero ben 22, con una base di giocatori tutto sommato buona sia a livello numerico che a livello qualitativo.

E poi c’è sempre l’ipotesi di procedere attraverso degli scambi di mercato, che potrebbero anche coinvolgere qualcuno dei giocatori più importanti attualmente nel roster. Insomma, i margini di manovra ci sono e sono anche tanti…riusciranno i tanto criticati Gherardini e Colangelo a costruire finalmente una squadra vincente?

6 thoughts on “Tempi bui a Toronto per Bargnani & Co.

  1. La risposta alla domanda finale è “no”
    Più che altro perchè sperare di poter contare su Bargnani e Calderon per poter essere competitivi è pura fantasia, roba che con la realtà non ha nulla a che fare.
    Il resto del team è più che scadente, e lo sarebbe a Toronto come da qualsiasi altra parte, quindi non vedo merce scambiabile, l’unica cosa è sperare in un paio di free-agents di peso nei prossimi anni.
    Detto questo Bargnani è sempre più deludente (zero difesa, zero rimbalzi, e attacco limitato a poche soluzioni … proporzionato allo status di star che ha nei Raptors), tra gli italiani quello con più talento ma con meno possibilità di emergere dal pantano, poichè almeno gli altri due hanno carattere (in un verso sbagliato ma ce l’hanno).
    Caricarlo di responsabilità non penso possa migliorare le cose, anzi, l’unica è mettergli di fianco una coppia di giocatori importanti, tra cui sicuramente un lungo alla Aldridge o alla Nenè, e fargli fare l’unica cosa che è capace a fare (tirare fronte a canestro e basta).
    Di qui a 3 anni Bargnani sarà lo specialista che esce dalla panchina di qualche squadra.

    • Opinioni

      Sembra sia lo sport nazionale sputtanare Bargnani come giocatore in grado di tirare e basta. Non è un duro, non è un trascinatore emotivo ma il suo lo fa. Il punto è che in difesa pecca come tantissimi in questa lega ma nessuno parla. A me dei rimbalzi frega il giusto ma di più come difende. Ci sono campioni celebrati che non sanno difendere ma hanno una squadra funzionale che ne limita le pecche. Melo, Stat, Dirk tanto per fare alcuni nomi non mi sembrano dei draghi.

      I Rapt sono costruiti male e allenati male. Nell’articolo si menziona la scarsa organizzazione difensiva, ma non si dice che questo è dovuto a due anni di gestione Triano. Non avrà dei duri in difesa, ma l’assenza di aiuti, la mancata organizzazione è evidente.

      Ai Rapt dovrebbero porsi due domande: quale FA sarebbe disposto/i a venire in Canada pur offrendogli più soldi del dovuto e come convircelo/i ad accettare il progetto Raptors?
      Secondo me il tutto parte dai nomi. Se hai Triano non accendi nessuna “emozione” nei FA se hai un Sloane si.
      Devono puntare su un coach vincente che sia una garanzia agli occhi di tutti. Far capire che la dirigenza sta veramente puntando ad una ricostruzione su basi solide. Da lì si possono spendere i soldi per un FA e mettere in piedi trade che devono portare ad un centro da affiancare a Bargnani e ad una guardia. Il draft può e deve essere un’altra fonte da cui pescare il meglio.

      Chiudo con il leader. Ci sono due leader: quello emotivo e quello tecnico. A volte coincidono a volte no. Un esempio: Nuggets hanno in Melo il leader tecnico in Billups quello emotivo/esperienza. Ai Rapt serve questo.

  2. Sono d’accordo con “Alert70” primo problema dei Raptors é l’allenatore. Credete che Bargnani se fosse stato allenato per assudo da Phil Jakson giocherebbe cosi’?
    Poi chiaro mancano anche alcuni uomini, ma la dirigenza si é fatta fregare alla grande dalla sua star un certo Chris che li ha lasciati in braghe di tela e oltreutto gli ha pure sparlato dietro…pagano quell’errore e poi scusate, ma da quanto tempo é che diciamo che ai Raptors serve un centro??? Il pasticcio Hibbert vi ricorda qualcosa?
    Selezionare Andrea quando hai Bosh??? Bargnani gioca da tre anni come centro…già é un ala grande atipica, come centro poi é ultra atipico; perché Dirk non gioca centro ai Mavs?

  3. Io ribadisco la mia opinione. Bargnani è un buon giocatore, con pregi e difetti. Sicuramente però vale tutti i 10 milioni all’anno che prende (parlo della media del suo contratto, perchè quest’anno ne prende 8).
    Per quanto Toronto abbia puntato su di lui, siamo ben lontani da contratti da top player. E’ il giocatore più forte della squadra perchè la squadra è scarsa, ma mi sembra che anche i Raptors siano consapevoli di questo, e pure Andrea.

    Per capirsi, Bargnani prende meno di gente come Richard Jefferson, Mo Williams, Diaw, Dalembert, Maggette…

    Giusto criticarlo, ma è anche corretto inserirlo nella giusta dimensione.

  4. Uhm, non sono così convinto che Andrea possa essere soltanto un giocatore che esce dalla panchina e fa lo specialista, una sorta di sesto uomo di lusso. Potrebbe anche trovare la sua dimensione come panchinaro di lusso, per carità, ma io credo che stiamo parlando di un talento comunque grande, che ha bisogno di uomini intorno. Sicuramente con questi compagni non ha futuro, ma aspetterei a bollarlo come delusione.

  5. finchè colangelo e gherardini staranno li,toronto andrà poco lontana,una delle peggiori gestioni in nba degli utlimi anni,non hanno azzeccato una mossa,dal dualismo bosh-bargnani,dal contratto spropositato a calderon,hanno dato via hibbert per un j o’neal mezzo rotto,che ha creato solo confusione tra i lunghi prima di essere scambiato,sempre un contratto grosso a turkoglu che dopo 1 anno è già stato scartato.
    non vedo dove sia un progetto o un minimo di programmazione

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