La scorsa estate la caccia al free agent è stata una delle più abbondanti, se non la più abbondante del nuovo millennio.
Tra un Lebron in fuga da Cleveland, un Wade ammiccante a Chicago, salvo poi rimanere a Miami, un timido Nowitzki, hanno fatto scalpore i 100 milioni di dollari che i Knicks hanno messo sul piatto per Amare Stoudemire.
Ottimo giocatore, propenso agli infortuni, non una stella assoluta, accentratore; questi erano solo alcuni dei dubbi sollevati dai tanti critici, e dalla poco paziente stampa newyorkese. Amare ci ha messo del suo, spavaldamente dichiarando “The Knicks are back”, il tutto prima di fare i conti con l’oste, tant’è che la partenza 3 – 8 aveva già insinuato dei malumori.
Ma andiamo per ordine. In tempi di rinnovo i Suns avevano fatto capire di non essere disposti a fare follie per Amare, il che aveva scatenato l’interesse di molti team, Nets in primis.
In pochi credevano che New York potesse offrire un contrattone simile al giocatore, specie dopo le storie tese con D’Antoni a Phoenix. Invece Walsh & C. hanno deciso di puntare su di lui, coltivando la speranza di avere una chance in più con Lebron, una volta inseito in squadra una stella a lui gradita.
Il resto è storia recente, James firma con gli Heat, e Stat diviene il leader dei Knicks. Personalmente credo che Stat fosse il miglior lungo free agent, e dopo i due di Miami (LBJ e Wade) di sicuro il più forte disponibile. Nonostante ciò già dal camp e dalle prime apparizioni erano molti gli scettici.
Per i più il giocatore era strapagato, e tutto da verificare senza Steve Nash. L’inizio non è stato dei migliori, tuttavia era prematuro bollare l’acquisto dell’ex Sun come un fallimento dopo solo 10 partite. Infatti da metà novembre i Knicks hanno cambiato marcia, e Stoudemire sta dimostrando di essere quel leader su cui i Knicks hanno investito il loro futuro.
Sono bastati due soli mesi di regular season per entrare nella storia dei Knicks (record di otto gare di fila oltre trenta punti che durava dal 1962!). Ma al di la del record di New York, finalmente positivo, ciò che Stat ha apportato ai Knicks è qualcosa che è mancato nel primo decennio del nuovo millennio, una stella.
Dopo anni di mediocrità assoluta, di giocatori di medio livello fatti passare per dei fuoriclasse, finalmente New York ha quello che si merita, un giocatore di un “altra” categoria. Performance che gli hanno valso la nomination a player of the month for la Eastern Conference, cose mai viste nella New York dell’ultimo decennio.
Le cifre attuali parlano chiaro, oltre 26 punti (secondo marcatore della lega) e più di 9 rimbalzi a gara, tirando ben oltre il 50%, e con la ciliegina sulla torta di 2 stoppate abbondanti. Ma al di la di questo in pochi si sarebbero aspettati un impatto del genere, associato ad una capacità di leader mai vista a Phoenix. La stessa mamma di Amare, donna di mondo a tutti gli effetti (per i curiosi consiglio di spendere 2 minuti su internet a leggersi la sua storia) ha dichiarato:
“This is his dream. For one thing, Amar’e never did get his props, the whole eight years he was in the league in Phoenix. He was always on the back burner. The club never looked at him for who he really is. He never got the opportunity to shine and be who he is. Now New York has given him this opportunity.”
Parole altisonanti ma con un fondo di verità. I Suns erano il team di Steve Nash, ed Amare ne era il principale finalizzatore, i Knicks ora come ora sono la squadra di Amare Stoudemire, e questo fa tutta la differenza del mondo.
Stat è infatti in una fase in cui ha un età ed una maturità cestistica che gli consentono di sfruttare al meglio l’occasione avuta dai Knicks. New York aveva bisogno di un leader e Stat voleva le chiavi di un team che fosse suo, per dimostrare il suo valore. Un matrimonio che, salute permettendo, fa felici entrambe le controparti ed ha portato un entusiasmo che al Madison Square Garden non si vedeva da anni.
E siamo solo agli inizi, perché sei i Knicks continueranno con questo trend, è probabile che presto o tardi altre stelle NBA vogliano aggregarsi alla truppa di D’Antoni accrescendo le ambizioni di Stat e soci.
Innegabile che Amare abbia trovato le giuste condizioni, tuttavia ci sono ancora dei margini di miglioramento nel suo gioco. In primis va diminuita la percentuale di palle perse, vera piaga del gioco di Stat, nonché l’attitudine difensiva, non certo da top player NBA. Amare tende infatti ad accentrare il gioco, spesso esagerando nel palleggio con conseguente rischio di perdere la palla.
Rispetto ad inizio stagione ha migliorato la sua intesa con Felton, il che ha permesso di attutire il numero di palle perse, tuttavia è un aspetto del suo gioco che necessita di un ulteriore improvement.
Sulla sua attitudine difensiva il giocatore sta migliorando, come visto nelle ulltime gare contro Chicago ed Oklahoma City:
La sua capacità di intimidare in area ha consentito ai Knicks di passare da ultimi stoppatori della lega a secondi, un balzo in avanti incredibile. Con un coach come D’Antoni, che poco ha dedicato a questo aspetto del gioco nei suoi primi due anni a New York, tocca al fratello Dan cercare di migliorare questo fondamentale. Amare si sta dimostrando un leader anche in questo, allenandosi cercando di migliorare questo aspetto del suo gioco, e coinvolgendo i compagni.
Un entusiasmo che ha consentito ad un team con buoni difensori come Douglas, Felton e Chandler di integrarsi all aperfezione con un intimidatore come Stat. Certo c’è da crescere ma già questo è un bel balzo in avanti, chi l’avrebbe mai detto di vedere Stoudemire guidare la difesa presidiando il ferro, raddoppiando ed aiutando i compagni?
Stat è migliorato costantemente dal suo approdo nella lega, soprattutto nella fase offensiva, accrescendo il suo bagaglio di movimenti, mettendo in cascina un jumper mortfiero fin quasi al perimetro. Ora è il momento di diventare una stella che possa essere determinante su entrambi i lati del campo. Impresa ardua, ma che difficilmente avremmo potuto vedere a Phoenix.
La scelta di James di andare a Miami ha sicuramente giovato ad Amare, accrescendone le responsabilità e consentendogli di avere le redini di una franchigia NBA per la prima volta in carriera. A prescindere da chi potrebbe arrivare nel prossimo futuro, chiunque sia lo farà nella squadra di Amare.
Finalmente New York ha qualcuno da poter AMARE e Stoudemire non poteva trovare palcoscenico migliore. Ora sta a lui dimostrare di essere un elite player e portare questa squadra, e questo sistema di gioco ai play off.
Amr’e e’ il primio free agent di grosso calibro che decide di andare a NY da molti anni a questa parte e questo e’ gia’ un passo in avanti per i knicks
ha dimostratoil suo valore anche senza Nash. Personalmente non credevo potessi giocare cosi’ anche senza il canadese invece e’ gia’ diventato il leader
pero’ mi rimangono forti dubbi che con lui come riferimento si possa mai vincere
Si Amar’e sta giocando molto bene, mi verrebbe da dire “da MVP”, anche se con una prospettiva più larga bisogna riconoscere l’enorme merito di Donnie Walsh nel rendere più che decente quella che fino ad un paio di anni fa era una delle peggiori squadre NBA insieme ai Clippers.
Riparare ai danni di Isiah Thomas non era impresa da tutti.
Bellissimo articolo, disamina perfetta… un solo appunto: Si scrive Amar’e…
ancora prima di chandler, come difesa sull’uomo metterei il gallo (che non è stato menzionato) e fields sa il fatto suo..
per il resto, complimenti per l’articolo
Finalmente anche i Knicks hanno la loro stella ed un roster di buon livello, ma dubito che per il momento potranno andare molto avanti nei play-off: il sistema run & go del Baffino è spettacolare e va bene in regular season, ma in primavera conta soprattutto saper difendere.
Ciao,
Si quest’anno conta arrivarci ai play off e fare esperienza, sempre che non arrivi qualcuno a febbraio.
Amare (scusate la mia impostazione da alunno di scuola elementare, ma non mi viene proprio di scrivere Amar’e) ha scelto bene, probabilmente il team che gli dava maggiori possibilità di leadership e con un roster in continuo sviluppo.
Sul sistema di D’Antoni concordo, non è vincente, ma proprio per questo sarebbe un giorno dieci volte più bello vedere vincere una squadra che gioca questo tipo di pallacanestro (io la penso così). Mi ha fatto molta tristezza vedere in Clippers – Suns la tattica di Phoenix di fare dei falli intenzionali su DAndre Jordan per mandarlo in lunetta negli ultimi due minuti, episodi che con D’Antoni difficilmente si potrebbero vedere.
Ciao a Tutti, Domenica alle 19 su Sportitlai potrete vedre i Knicks in diretta
Ciao Stefano, come sempre complimenti x il pezzo(che pubblico sempre sulla mia bacheca di FB). Io sinceramente non pensavo fosse questo leader e questo campione, sopratutto senza il nash di turno anche se Felton sta facendo grandi cose. Il primo tassello dei nostri Knicks del futuro.. Waiting Melo e altri..
Invece cosa pensi del fatto che contro certe Big,Miami ieri, e contro certi lunghi contro cui non possiamo accoppiarci, in difesa subiamo veramente troppo?(Ilga ieri 12 e 9 dopo poco tempo..Ilga eh..) Certo in attacco possiamo sfruttare i miss match ma a volte e’ impossibile sopratutto contro certe corazzate..
Ora vedremo a Orlando..
Ciao JAck,
Il problema è che oltre a Stat a rimbalzo ci vanno le guardie o Chandler, il che significa subire troppo squadre che hanno lunghi di peso. Ieri notte ho visto la partita, Ilgauskas sembrava un fenomeno ma non è mai stato tagliato fuori. Quando Ny incontra squadre con due buoni lunghi soffre.. Con i Bulls a Natale abbiamo vinto subendo Boozer, ci fosse stato anche Noah sarebbero stati dolori. Paradossalmente a Ny serve un lungo tipo Gortat (Mozgov si è rivelato un fallimento) che abbia presenza, difesa e che sia perlomeno decente in attacco. Il polacco avrebbe veramente fatto comodo ai Knicks..
Perchè no…l’uomo giusto al posto giusto in attesa di un…Paul.