Fra gli addetti ai lavori NBA e non solo, c’è una definizione che viene usata nei casi in cui un giocatore scelto nei bassifondi di un draft, si riveli un autentica fortuna per la propria squadra.
Si tratta di quella particolare condizione al quale aspira ogni GM per le proprie scelte: lo Steal of the Draft, letteralmente furto del draft, nella storia dello sport americano ce ne sono stati molti, a cominciare dal Knick Willis Reed, scelto con la numero 35, passando per George Gervin (40esima scelta), Bill Laimbeer (65esima) per arrivare in tempi più recenti a Manu Ginobili (57esima) e Rajon Rondo (21esima).
In questi primi due mesi di Regular Season c’è una squadra che sta facendo molto parlare di sè: infatti grazie alle grandissime prestazioni di Amar’e Stoudamire, Raymond Felton, Danilo Gallinari e Wilson Chandler, i New York Knicks stanno risalendo la china verso posizioni d’elite dopo anni di fallimenti.
Oltre ai succitati campioni, coach Mike D’Antoni può dire di aver trovato nel roster messogli a disposizione da Donnie Walsh il classico coniglio dal cilindro: sto parlando, come avete certamente capito, di Landry Fields, 22enne proveniente dall’università di Stanford, California e scelto dai Knicks con il numero 39 del draft 2010.
Nei primi mesi di Dicembre, ovvero dopo quasi 20 partite disputate, la lega ha reso noto che Blake Griffin, il rookie sensazione dei Clippers, aveva vinto il titolo di rookie del mese per la Western Conference. A Est sembrava facile per ogni scommetittore puntare qualcosa su John Wall, prima scelta assoluta dell’ultimo draft, ma a vincere il non poco importante titolo è stato, a sorpresa (ma non per il suo rendimento), questo californiano da qualche tempo trapiantato a New York. Il ragazzo di Long Beach ha shoccato tutti, facendo registrare 10.8 punti (quarto fra i rookie), 7.1 rimbalzi (secondo) a partita. Inoltre è nella top ten (sempre fra i freshman) in palle rubate, assist e triple messe a segno. Non male per uno scelto cosi basso al secondo giro, per il quale molti GM si staranno già mordendo le mani.
Ma quanto è realmente forte Landry Fields? I suoi numeri non sono eccezionali, ma tutti sappiamo che le statistiche sono attendibili fino a quando si tratta di valutare giocatori diversi dal numero 6 dei Knicks. Infatti siamo di fronte a un ala in grado di fornire un dinamismo impressionante alla squadra di D’Antoni, dando alla stessa quegli “intangibles” non calcolati nelle statistiche, ma che sono fondamentali per far vincere una squadra “run & gun” come quella newyorkese. Il 75% dei tiri del prodotto di Stanford sono scoccati nei pressi del canestro, luogo in cui Fields è molto bravo a destreggiarsi nonostante non sia altissimo (204 cm per 95 kg): come già accennato è uno dei migliori rimbalzisti fra i rookie ed è il migliore sotto le plance per i New York Knicks, naturalmente dopo Amar’e Stoudamire. Molto bravo a difendere più tipologie di avversari (lo abbiamo visto marcare Paul Pierce, ma anche Carmelo Anthony) è il migliore fra i Knicks nella statistica plus/minus. Più volte, a ragion veduta, si è asserito della scarsa efficacia di questa statistica, ma a mio avviso in molte occasioni può essere utile per valutare l’impatto di un giocatore sulla gara e sulla propria squadra. Sopratutto vale la pena parlarne avendo di fronte un rookie che segna un +/- complessivo di +102 (migliore fra i “nuovi” della lega).
“I have never been more disgusted…well, at least since Frederik Weis.” – Questo era solo un commento di un tifoso all’indomani della scelta di Donnie Walsh di pescare Fields. Era il pensiero comune di tutti quei tifosi che nel giorno del draft hanno contestato platealmente il nome dell’ex Stanford. Basti pensare che l’esperto di ESPN, Chad Ford, non lo aveva inizialmente inserito nella top 100 (!) dei prospetti del draft. Ma sin dai giorni di summer league, molti si sono rimangiati la parola ed ora è considerato solo poco dietro il Clipper Blake Griffin.
Landry Fields non era comunque una sorpresa: conosciuto era conosciuto, ma la sua non prorompente fisicità ha spinto molti a tralasciare le altre qualità, che si stanno mostrando in tutto il suo splendore in queste prime 28 gare di regular season.
Molto intelligente cestisticamente, sa alla perfezione dove posizionarsi in un attacco che sembra fatta apposta per lui. Bravissimo nei tagli a canestro, è capace di farsi trovare pronto in queste particolari situazioni e riesce a concludere a canestro in maniera spesso difficile ma molto efficace: è stato definito un “creative finisher” proprio per la sua propensione al tiro ravvicinato, fondamentale non sempre facile da eseguire. Non siamo di fronte ad un grandissimo tiratore, ma il tiro da tre ha comunque dimostrato di saperlo segnare e ha fatto capire di avere una conoscenza del gioco molto superiore ai suoi pari età. Quello che mi ha colpito è infatti la propensione a forzare veramente poco, facendo in modo, al contrario, di aspettare che il gioco venga da lui e non viceversa.
Con l’innesto di Fields, che ha giocato da titolare tutte le gare dei New York Knicks, D’Antoni sembra aver trovato, in scala ancora minore, il suo Shawn Marion dei tempi belli dei Phoenix Suns, solo un pò meno atletico ma più saggio se mi passate questo termine. E’ un giocatore all-around, ed avendo visto molte gare della squadra di Gallinari, sarei pronto a scommettere che passerà alla storia come uno dei più importanti Steal of the Draft degli ultimi decenni NBA..
Bel pezzo Marco.
Hai detto tutto, Fields è uno di quei giocatori silenziosissimi di cui non te ne rendi conto fino a risultato acquisito, ricordando che quel 6 c’era sempre nelle situazioni topiche. Non con giocate fantasmagoriche, ma con scelte ben ponderate ed utilissime ai fini del risultato.
Giocatore intelligentissimo, è incredibile come abbia cambiato il suo gioco (go-to-guy a Stanford, ottimo complemento a NY) nel tragitto college-Nba.
Grazie Lorenzo!
Un giocatore fantastico, mi piace da impazzire.. E diciamo anche che quel numero 6 dei New York Knicks avrebbe dovuto indossarlo qualcun’altro… :)
Avevo scritto un Pezzo su Fields i primi di Dicembre :
http://blogbuzzerbeater.blogspot.com/2010/12/fields-of-dreams.html
Sono contento di vedere come questo giocatore piaccia a molti e molti lo considerino la steal dell’anno. Non posso che essere d’accordo.
Bel Pezzo !
Ciao
Ma non è una guardia più che ala piccola? In quintetto mi pare parta da guardia accanto a Felton non da 3…E dovrebbe essere alto 2.01 non 2.04. Poi posso sbagliarmi.
Cmq si, grande stagione finora e autentico steal of the draft. Se i Knicks stanno facendo bene è anche merito suo.
Domanda per i più esperti che non riguarda strettamente Fields ma bensì il ROY: come mai quest’anno lo può vincere Griffin mentre uqnalche anno fa Oden che saltò anche lui il primo anno pe problemi fisici non era considerato rookie quando esordì? E’cambiato il regolamento o c’è qualcosa che mi sfugge?
anche oden era considerato come un rookie dopo aver saltato la prima stagione per infortunio,la regola e sempre la stessa da sempre.
ciao yaya.
Io mi ricordo che dicevano che Oden era tagliato fuori dal ROY perchè non era considerato rookie!
Boh, magari mi ricordo male io
No è vero
Oden era a tutti gli effetti un Rookie perché nel primo anno non fu nemmeno mai schierato a Roster.
Ciao,
Bel pezzo. Fields mi sorprende per la maturità con cui ha giocato\gioca nei finali di partita (consiglio di vedere il double Ot con Detroit e la vittoria con Denver di dicembre per vedere quanto sia efficace), difficilmente sbaglia e la sua concretezza fa molto bene ai Knicks.