Ciao a tutti,
una doverosa premessa. Nel mio incostante percorso narrato in questa rubrica, cāeā un eclatante vuoto temporale. Non una riga, non un commento, non una sillaba sulle ultime finali NBA.
Per spiegarvene la ragione, ammesso che interessi, non ho un paragone migliore di quello di invitarvi a vedere un filmato su Youtube.
Per i tanti di voi che non erano almeno teenager negli anni 80, debbo spiegarvi che āI ragazzi della III Cā eā stato un programma di culto della mia generazione, con momenti di puro trash che raggiunse livelli altissimi.
In mezzo ad attrici con unāabilitaā recitativa pari a quella di un portaombrelli (certi dialoghi dellāoca Sharon Zampetti mi fanno ancora rabbrividire), spiccava lāabilitaā di Fabio Ferrari, che recitava nel ruolo di Chicco (nomen omen) Lazzaretti, prototipo del pluri-ripetente, tanto sfaticato a scuola quanto abile a districarsi nella vita, soprattutto quando gli si chiedeva di parlare del suo vero amore, la Roma.
Nel filmato, Chicco partecipa ad un ipotetico quiz show, e guadagna cifre spropositate rispondendo a domande clamorose su tutto quanto concerne la Maggica. Fino a quando, in una domanda apparentemente banale, il presentatore gli chiede di tirare fuori lo scheletro dallāarmadio.
Ecco spiegata la mia posizione. Sto cercando di convincermi che la finale 2010 deve ancora finire.
Che Kendrick Perkins sta bene, che a 7 minuti dalla fine siamo sopra, che Bryant sta tirando malissimo e che la stiamo portando a casaā¦ tutto quello che tutti dicono che sia successo dopo eā un mondo parallelo, e Ron Artest che festeggia altri non eā che il suo avatar giallo viola.
Bene, archiviata la parentesi (scherzi a parte, non sono stato capace di vedere gli ultimi 3 minuti, troppo dolorosoā¦.), passiamo alle cose piuā recenti.
No, di Lebron non parlo, o almeno non troppo. Questa cosa ha scatenato un terremoto, hanno scomodato anche Jordan (lāoriginale). E quando parla lui, possiamo anche mettere i titoli di coda.
Cāeā una manovra di mercato, tra le tante che sono avvenute, che NON PUOā passare sotto il mio personalissimo silenzio.
Tecnicamente forse sposteraā poco, percheā stiamo parlando del crepuscolo degli dei, ma se OāNeal, quello vero (peraltro Ainge si eā portato a casa anche lāaltro) conclude (sicuri?) il suo pellegrinaggio nella terra dei Trifogli, un vecchio sentimentalone come il sottoscritto non puoā rimanere indifferente.
Vero che a marzo prossimo il ragazzotto di Newark spegneraā 39 candeline, vero che oramai non āfinisceā piuā come qualche anno fa, e spesso viene sovrastato da giocatori che avrebbe spazzato via come una tazza di caffeā, negli anni belli. Vero che, nelle ultime due versioni, specie in quella alla corte di Lebron, Shaq eā stato lāunica cosa che non eā mai stato in vita sua, ovvero anonimo.
Ma, come ben sapete, ho troppo rispetto per la carriera di questo fenomeno, anche solo per pensare di scommettere contro Gozzillone. E allora butto liā una considerazione, peraltro non troppo super partes.
Promettendovi che queste righe sono scritte alla vigilia dellāopener, non mi sorprenderei neanche un poā di un paio di interventi di tipo āanesteticoā nei confronti di uno dei due suoi ex-amichetti, ora entrambi agli Heat, che visiteranno il Garden nella prima gara ufficiale della stagione. E questo, garantito al limone, incendieraā il tifo biancoverde. Inutile girarci attorno, i Celtics storicamente adorano farsi detestare, e ci sono sempre riusciti piuttosto bene.
Quando leggerete queste righe, la stagione NBA saraā giaā iniziata. E con essa, la caccia non alla squadra campione in carica (e mia attuale favorita, per capirci) ma agli Heat, che han fatto una campagna acquisti alla Florentino Perez, acquistando a prezzo modico Cristiano Ronaldo James e Ricardo Izecson Bosh (lāunica analogia con lāex milanista, eā che ai miei occhi, il buon Chris ha fatto spesso ā¦.Kakaāā¦nel senso di verboā¦).
Adesso si tratta di capire se Spoelstra faraā la fine del povero Pellegrini lo scorso anno (tritato dai santoni dello spogliatoio, vecchi e nuovi) e se Pat āSpecial Oneā Riley (che non deve essere neanche prelevato da altro team, percheā cāeā giaā in casa) debba venire giu ad allenare i ragazzi cosiā come nella vincente campagna del 2006.
Ho giaā detto che ne penso del trio in maglia Heat, anche se preferirei chiamarlo 2+1. Non so se vinceranno, ammetto che sarei contento non succedesse. Ma sono certo che TUTTI giocheranno contro questi come se fossero i campioni NBA uscenti.
Il tutto con somma soddisfazione degli altri, campioni veri in carica in primis. Per me i Lakers erano e restano i piuā forti, a maggior ragione se, come pare, qualche rapporto di forza si eā spostato verso la costa Est.
Non ho molto altro da raccontarvi, in attesa che le prime 10-15 gare ci chiariscano un poā le idee.
Nel frattempo, con lāanticipo consueto, eā partita la sarabanda dei fantagame. Per quei 4 che sono arrivati dal pianeta Marte prima della scorsa settimana, il fantabasket e’ un gioco nel quale non sempre i valori reali di un giocatore vengono trasportati nei propri punteggi.
Per cui ci sono giocatori forti al Fanta che sono deleteri in un team vero (statua equestre a tutti gli Zach Randolph del mondo) e ci sono meravigliosi pezzi adatti a trasformare buoni team in squadre vincenti, ma dai quali ti devi tenere lontano quando devi costruire il tuo Fantateam.
Detto delle eccezioni, i draft dei fanta sono una buona cartina di tornasole per capire quali sono i rapporti di forza allāinterno della Lega, specialmente a livello di singoli.
Questo eā stato il primo anno, dopo almeno 2-3 di dominio, in cui ā1Ā° scelta assoluta = Lebronā non era un comandamento scritto nella pietra.
Vuoi per la necessitaā del TIR di dividere la boccia con il titolare di casa Heat, vuoi per lāascesa vertiginosa del fenicottero dei Thunder, Durant ha spesso e volentieri messo la freccia e sorpassato, o almeno ha fatto riflettere i fortunati titolari della prima chiamata.
Dopo di loro, eā stato uno scatenarsi di pareri ed analisi.
Cāera da fare i conti con anagrafe e necessitaā di risparmiarsi di un gruppetto di Padreterni Top10 da un decennio o quasi (Kobe, Wade, Nowitzki), con gli acciacchi di alcuni fenomeni che spesso saltano 10-15 gare allāanno (CP3) e con il declino inesorabile dei vari Duncan e Garnett, che recitavano un ruolo di primo piano fino ad un paio di anni fa.
Detto di Durant, che eā forte a Basket, al Fanta, in NBA, in basket FIBA e probabilmente anche alla PS3, Wii e allāXBox, comincia ad affacciarsi qualche āspecialistaā delle statistiche, che vedremo se confermeraā la fiducia degli esperti: lāaccoppiata David Lee a Golden State ha generato molti estimatori: dāaltronde, le statistiche degli Warriors di era Nelson sono ādopateā dallo stile di gioco del contadino, e saraā da vedere se il nuovo coach Keith Smart (si, quello dei tiro vincente nella finale NCAA del 1987) cambieraā lo status.
Allo stesso modo, tutti quelli che evoluiscono accanto a Steve Nash generalmente sono adorati dal fantagiocatore, in quanto si tende a correre e a tirare spesso e volentieri, con conseguente lievitazione delle cifre.
Poi cāeā un gruppo di giocatori difficili da collocare: i rookie, percheā nessuno sa come reagiranno al nuovo stile di gioco, e questāanno abbiamo di fatto due prime scelte assolute, ovvero Wall (2010) e Blake Griffin (2009) e poi altri giovanotti ai quali eā stato variato il paesaggio. Due di questi, a modesto parere di chi scrive, sono nati dalle nostre parti.
Il Mago eā rimasto a Toronto ed ora saraā la prima e probabilmente anche la seconda opzione in attacco. Niente coabitazione col Bosh, niente alibi.
Personalmente lāho premiato ad un fanta con una inverosimile chiamata al numero 22, attirandomi le comprensibili critiche degli āanalistiā. Hanno ragione, percheā il Mago non vale la top20, ma io sono sempre stato sensibile allāaccoppiata āgiocatore forte in squadra scarsaā, percheā penso che, per salvare una stagione che probabilmente finiraā nuovamente ad aprile, Toronto proveraā a portare Bargnani allāAll Star Game, e lo faraā caricandolo di tiri in attacco.
Il secondo eā il numero 8 dei Knicks, e qui la questione si fa piuā intrigante. Per qualche giorno ho tremato al pensiero che la dirigenza newyorchese lo volesse sacrificare per arrivare a Melo Anthony.
Io penso che se il Gallo fa una stagione come lui sa, a fine stagione i Knicks potrebbero non prendere in considerazione neppure uno scambio alla pari, anche percheā per gestire Melo e Amare puoā non bastare un Baffo, ma volerci un esorcista.
Percheā tutto giri per il verso giusto, cāeā bisogno di un bel poā di cosine: il Gallo deve stare bene di salute, deve cominciare a variare il suo gioco (il fatto che sia un tiratore meraviglioso rischia di diventare un limite, se ne abuseraā) e deve diventare ancor piuā un giocatore totale.
Occhio che qui si scende nellāinsidiosissimo terreno del confronto con i giocatori del passato. Nel senso che al Gallo eā stato, a piuā riprese, fatto un paragone con Lorenzo il Magnifico, percheā se sei bianco, alto, capisci il giochino, tiri bene tendente al benissimo, dimostri di tenere piuā alla squadra che alle tue statistiche, quelli con la penna in mano sono pronti anche a sorvolare che non sei biondo, non hai i baffi e non sei nato a French Lick, Indiana.
Naturalmente potete immaginare come mi sento quando solo sento pronunciare la L di Larryā¦.e figuratevi i brividi se si accosta un italiano a quella che eā stata, eā (e saraā sempre) la piuā grande testa per il basket mai prodotta dal pianeta blu. Sono scariche di brividi e basta.
Solo cheā¦ devo citare Magic che nel lontano 92 mise in giro la notizia che ānon ci saraā mai piuā un altro Larry Birdā.
Ecco, in 18 anni, oltre a non rivedere piuā nessuno che abbia smosso i cuori come faceva il ragazzotto, parecchi sventurati cui si era fatto lāardito accostamento, sono rimasti schiacciati.
Auguri al Gallo, che non sia il prossimo della lunga lista.
Chiusura, doverosissima, ad un fatterello che con la NBA non centra nulla, ma che, ve ne sarete accorti, ha costretto i nostri fantastici ātecniciā a traslocare in fretta e furia Play.it per ridarlo ai suoi legittimi proprietari, ovvero i nostri affezionati lettori.
Concedetemi 2 parole per ribadire il ringraziamento, mio personale ma immagino di tutti quelli che, come me, condividono il piacere di raccontarvi (e raccontarci) il nostro modo di vedere lo sport USA, a tutti i ragazzi che in questi giorni si sono ammazzati di fatica per rimettere in carreggiata il nostro trenino, fatto deragliare da qualche stupido perditempo e poco supportato da un provider con lāelasticitaā mentale tipica della ghisa.
Non potendo nominare tutti, cito il nostro āCapostazioneā Max Giordan. Come ha scritto nel suo editoriale, ci vuol ben altro che un hacker per fermare questāavventura.
Enjoy the NBA 2010-11 season!
gran bell’articolo, complimenti!
Adoro l’odore degli articoli di kikko al mattino…