Senza un volante per il 2018, dopo aver perso il posto sulla sua attuale Toyota numero 20 del Joe Gibbs Racing a favore di Erik Jones, Matt Kenseth dimostra a 45 anni, di valere un posto nella griglia dei piloti per il prossimo anno.
Ormai fuori dai playoff, e ancora senza un ingaggio futuro, Kenseth ha tirato fuori le unghie nel soleggiato ovale di Avondale, Arizona beffando di forza uno sfortunatissimo Chase Elliott, al settimo secondo posto in carriera.
Il pilota del Wisconsin ha voluto mettersi alla prova e lasciare il segno prima di dire, con ogni probabilità, addio alle corse. Si tratta del secondo successo a Phoenix dopo quello del 2002 e della 39° vittoria in carriera. Con una sola gara rimasta Kenseth comunque vada, se ne andrà a testa alta come ha fatto Jeff Gordon nel 2015.
Lasciando il vincitore da parte, spicca la lotta per quarto ed ultimo posto per la finale. Keselowski doveva difendere 19 punti nei confronti di Hamlin oltre a tenere a bada Blaney, Elliott e Johnson. Con una partenza sottotono intorno alla 17° posizione Keselowski si è dovuto fare strada a fatica per risalire il più possibile, mentre un Hamlin versione spazzaneve teneva saldamente le redini della corsa. I 19 punti di margine si perdono quando Hamlin ottiene il secondo posto nelle primo stage e vince il secondo stage senza alcun problema.
Ma nelle fasi finali, la Toyota di Hamlin perde velocità ed Elliott forte di un cuore d’acciaio si affaccia alla finestra facendo da terzo incomodo. Le scintille tra due si riaccendo dopo il finale della gara di Martinsville due settimane fa. Elliott pizzica e successivamente spedisce Hamlin contro il muro, quasi come una vendetta telefonata.
Hamlin vacilla nei giri successivi, quando la sua anteriore destra cede e finisce a muro mandando in fumo le sue speranze per il titolo, fino a quel momento parse vivide e chiare dopo un dominio di oltre 200 giri.
A quel punto il nemico di Keselowski diventa Chase Elliott, che nel frattempo ha rubato la leadership di gara a Kenseth a circa 24 giri dal termine. Elliott spreme forse troppo le sue gomme e a 8 giri dal termine viene infilato da Kenseth che in scioltezza passa per primo sotto la bandiera a scacchi. Alla fine conti è Keselowski a passare come ultimo finalista.
Il top four per Miami sono Kyle Busch (Campione 2015), Brad Keselowski (Campione 2012), Kevin Harvick (Campione 2014), Martin Truex Jr (4° nel 2015). Due Ford e due Toyota; per la prima volta sin dalla nascita di questo formato ad eliminazione non ci saranno delle Chevrolet, vincitrice nel 2014 e nel 2016. Ford non ha ancora ottenuto un titolo, mentre Busch aveva regalato alla casa nipponica il primo titolo di sempre nel 2015.
Il dado è tratto e chi finirà davanti agli tre avversari sarà il campione NASCAR 2017, ricordando che non è necessariamente vincere la gara. Non resta che dire Road to Miami-Homestead.
Sono un grande appassionato di motori americani, che a 27 anni ha seguito le orme dei grandi campioni. Tramite la mia passione e le mie conoscenze cercherò di raccontarvi il mondo della NASCAR nel modo più dettagliato possibile. Possibilmente, cercherò di farvelo amare