Kyle Busch è il campione Nascar 2015 nella giornata dedicata agli addii e ai record. Una giornata dominata inizialmente dalla pioggia che ha posticipato la gara, come la settimana scorsa a Phoenix.
Il pilota in forza al Joe Gibbs Racing una volta calata la notte sull’ovale di Miami, ha sbaragliato la concorrenza delle tre Chevrolet andando a vincere la gara contro ogni statistica (sua la peggior media finale tra tutti i tracciati attivi nella categoria, 23.1).
Kyle Busch si è mostrato più maturo e paziente nel raggiungere l’obiettivo finale, in considerazione del suo carattere un po’ irascibile ma soprattutto della sua voglia di portare l’auto sempre oltre il limite.
Forse la nascita del figlio, il percorso di recupero dall’ infortunio e il supporto continuo della moglie Samantha lo hanno cambiato a dimostrazione di ciò che è stato capace quest’anno, culminato con un “inaspettato” titolo desiderato a lungo in una stagione ridotta a sole 26 gare, ricordando che Kyle è dovuto partire dall’ ultima posizione della generale.
Un titolo che prima o poi doveva arrivare, dopo aver dominato le classi inferiori della NASCAR ed un complessivo bilancio di vittorie tra Camping world, Xfinity, e Sprint Cup pari a 154 successi.
Una serata dei record in cui Kyle Busch ha dato alla Toyota il primo titolo della storia in Nascar diventando il primo motore non americano a raggiungere tale traguardo dal 1949; una serata in cui lui e suo fratello Kurt si aggregano ai fratelli Labonte, tra campioni NASCAR in “famiglia”, visto che Kurt Busch vinse nel 2004 , nella prima modalità del Chase.
Inoltre Joe Gibbs, già vincitore in NFL con tre Super Bowl, conquista il quarto titolo NASCAR a distanza di 10 anni (Stewart vinse nel 2005), uno dei digiuni più grandi tra un titolo e l’altro per un team nella storia della categoria.
Lasciati a Kyle gli onori del successo si può dire per certo che dopo aver sfatato il tabù del campionato, a soli 30 anni può diventare l’uomo di punta della categoria come prima di lui hanno fatto i suoi ex compagni Jeff Gordon negli anni ’90, e Jimmie Johnson con i titoli consecutivi dal 2006 al 2010.
Kevin Harvick, il campione uscente ha ottenuto il 13° secondo posto della stagione, da considerarsi un record assoluto nella storia dell’ era moderna Nascar, ovvero dal 1972, mai nessun pilota era riuscito ad arrivare così tante volte secondo in un campionato.
Un secondo posto amaro, anzi amarissimo, dopo una stagione straordinaria con quasi 3000 giri compiuti in testa, 23 top 5 e 28 top ten 36 gare, e pensare che l’anno scorso divenne campione con “solo” 14 top five e 22 top ten. Questi sono numeri che non si vedevano dal 1996 quando Gordon vinse 13 gare e conquistò 29 top ten.
Per quel concerne Jeff Gordon, alla sua ultima apparizione come pilota professionista, ha ricevuto un lungo saluto da parte dei fan e dai vari team ad inizio gara.
Da un lato lo si è visto correre bene nelle battute iniziali di gara, dall’ altro calata la notte, ha faticato parecchio a tenere il passo di Busch e Harvick. Risalito con fatica fino alla top ten ha avuto un sussulto di orgoglio nei giri finali che lo ha portato a chiudere la carriera con il sesto posto in gara ed il terzo posto in campionato.
Certo non era il finale che avrebbe voluto, ma alla fine Gordon è rimasto entusiasta della stagione, il cui obiettivo principale era vincere almeno una gara. All’ insegna 24ever Gordon è ormai parte del passato lasciandosi alle spalle 4 campionati, 81 poles, 325 top 5 e 475 top ten in 797 gare disputate, una sorta di Ironman se si considera il fatto che queste gara le ha disputate consecutivamente.
Infine parola d’onore anche a Martin Truex Jr, al di sotto delle aspettative di stagione chiude con brutto dodicesimo posto in gara ed un quarto posto in campionato, la miglior posizione della sua carriera.
Tutto sommato Truex Jr ed il team di Brian Visser non possono che essere contenti di aver fatto una stagione che rimarrà negli annali del team con una vittoria a Pocono e 22 top ten stagionali, nella speranza di ripetersi l’anno prossimo sempre come team satellite non del Richard Childress, ma del Joe Gibbs Racing.
A chiudere il capitolo degli addii ci pensa il Michael Waltrip Racing che se ne va senza fare rumore, offuscato da Kyle Busch campione, e da Gordon. Il team chiude i battenti dopo 14 anni di attività nella massima serie con un totale di 12 vittorie, lasciando Clint Bowyer in mano all’ HScott per il 2016 mentre David Ragan ha per il momento, il futuro in forse.
Non resta che congratularsi ancora una volta con Kyle Busch per il titolo appena conquistato, seguire una lunga offseason per preparare le carte della nuova stagione e attendere il Febbraio prossimo con la celeberrima Daytona 500, la quale aprirà le danze del nuovo campionato NASCAR.
Sono un grande appassionato di motori americani, che a 27 anni ha seguito le orme dei grandi campioni. Tramite la mia passione e le mie conoscenze cercherò di raccontarvi il mondo della NASCAR nel modo più dettagliato possibile. Possibilmente, cercherò di farvelo amare