Negli ultimi giorni si è diffusa in rete una bizzarra ipotesi: potrebbero Fernando Alonso e Sebastian Vettel essere al via della prossima 500 Miglia di Indianapolis, che sarà l’edizione n.100? La questione sembra una fantasia da fanta-automobilismo, ma va detto che ha una base solida. Dopo la recente vittoria di Nico Hulkenberg alla 24 Ore di Le Mans, Will Buxton, pit reporter della NBC per la Formula 1, ha espressamente domandato ai due piloti se sarebbero interessati a correre la 500 Miglia di Indianapolis nel 2016. “Come ho sempre detto, ci sono tre gare che sono uniche al mondo: la Indy 500, la 24 ore di Le Mans, e il Gran Premio di Montecarlo“, ha risposto Alonso. “L’anno scorso sono stato ospite a Le Mans ed ho potuto apprezzarne la passione. Dopo aver vinto in Formula 1, vincere quella gara sarebbe una cosa molto speciale. Per quanto riguarda Indianapolis, non lo so. Forse in futuro, chi lo sa? Sono ancora molto giovane.” Il pilota spagnolo ha poi rinforzato questo suo pensiero anche su Twitter: “Chi lo sa! E’ una delle più grandi gare del motorsport, quindi correrla sarebbe interessante per qualsiasi pilota.” “E’ sempre molto bello venire a correre negli Stati Uniti, e in generale in Nord America, ci sono davvero tanti appassionati“, ha invece risposto Vettel. “La Indy 500 è una delle più grandi gare della storia delle corse. Ci sono un paio di grandi eventi che sono conosciuti in tutto il mondo, e la Indy 500 è uno di loro. So che l’anno prossimo sarà il 100° anniversario e che ci potrebbe non essere alcun conflitto di calendario, ma comunque non una cosa così saltare da una categoria all’altra.”
Ovviamente aldilà di tutto la prima questione sarebbe quella del calendario. Anche se il Gran Premio di Montecarlo, che da anni si disputa la stessa domenica della 500 Miglia di Indianapolis, venisse spostato una settimana prima o una settimana dopo, ci sarebbe tutta la questione delle prove. L’inizio delle prove coinciderebbe con il Gran Premio di Spagna, e poi ci sarebbe il weekend delle qualifiche che eventualmente rischierebbe una sovrapposizione con la ricollocazione del Gran Premio di Montecarlo. La possibilità per Alonso e Vettel di essere in pista ad Indianapolis necessiterebbe quindi che il calendario di Formula 1 fosse volontariamente modificato ed adattato a quello della 500 Miglia di Indianapolis, una cosa che sinceramente non si vede quale interesse dovrebbero avere Bernie Ecclestone e il suo entourage a fare. Ancora di più se si ricorda il fatto che Ecclestone ha sempre visto come fumo negli occhi il mondo della IndyCar, vedendola sempre come una potenziale rivale da combattere, specialmente a metà degli anni ’90 (tanto che qualche complottista della prima ora ha sempre sostenuto come Ecclestone abbia avuto un ruolo nel famoso split tra CART e IRL). Tra l’altro va ricordato che il calendario della 500 Miglia di Indianapolis è strettamente legato ad altre due regole ferree: una è quella che riguarda il Rookie Orientation Program ed una le qualifiche. Il problema del Rookie Orientation Program sarebbe facilmente aggirabile, in quanto già in passato (basti pensare a Kurt Busch lo scorso anno) la IndyCar ha dato la possibilità ai piloti di superarlo in una data diversa da quella prestabilita, che da qualche anno è la prima domenica di Maggio. Più complesso è quello delle qualifiche, che obbliga un rookie a qualificarsi da solo, senza “aiuto” da parte di un secondo pilota (come successo ad esempio quest’anno con Tristan Vautier, che ha qualificato la vettura per James Davison), che quindi obbligherebbe Alonso e Vettel ad essere in pista il weekend delle qualifiche.
E tutto questo senza tenere in conto di tutte le questioni legate a contratti, assicurazioni e sponsor, che andrebbero aggirate. In passato accadeva spesso che i piloti di Formula 1 migrassero ad Indianapolis per correre la 500 Miglia (basti pensare a Jim Clark, Graham Hill, Jackie Stewart o Mario Andretti), ma è una cosa che ormai non accade da più di trent’anni. La situazione è molto complicata, e come già detto gli scenari sono da fanta-automobilismo. Qualcuno ha anche visto nei recenti mal di pancia della Red Bull, con i loro ripetuti riferimenti alla possibilità di una uscita dalla Formula 1, una possibilità per una operazione del genere. C’è da dire che molti rumors parlano della possibilità che la Red Bull abbandoni la Formula 1 come team ma non come sponsor, associandosi con la Ferrari, e qualcuno vede in questa convergenza una qualche possibilità di espansione anche verso altre categorie dell’automobilismo. Ma siamo appunto dentro scenari sono da fanta-automobilismo. L’unica cosa certa di tutta questa vicenda è però una: dopo tanti anni in cui i campioni della Formula 1 avevano snobbato la 500 Miglia di Indianapolis, parlandone spesso con fastidio (basti pensare purtroppo ad un campionissimo come Michael Schumacher) quando non con disprezzo, le dichiarazioni di Alonso e Vettel dimostrano invece un ritrovato rispetto per un evento incredibile come la Indy 500. E questo è già un piccolo grande successo per tutto il mondo della IndyCar.
Sono un grande appassionato di sport americani, in special modo di basket NBA e football NFL, ma soprattutto di automobilismo. Considero la IndyCar la migliore categoria al mondo per spettacolo, sportività e completezza dei piloti. Ho assistito di persona alla 500 Miglia di Indianapolis 2008, uno spettacolo indescrivibile.