La 500 Miglia di Indianapolis è da tradizione una gara dal pronostico praticamente impossibile. Ancor di più quest’anno, con il rimescolamento delle carte provocato prima dall’introduzione dei nuovi kit aerodinamici e poi dagli incidenti di Helio Castroneves, Josef Newgarden, Ed Carpenter e James Hinchcliffe che hanno costretto la IndyCar a cambiare all’ultimo momento, prima delle qualifiche, alcuni parametri tecnici. Le prove hanno mostrato un leggero vantaggio della Chevrolet rispetto alla Honda, ma fondamentalmente resta valido il refrain che si ripete ogni anno, ovvero che ad Indy praticamente ognuno dei 33 piloti al via ha una chance di puntare al successo. Andiamo quindi a delineare, per quanto possibile, qual è la situazione dei 33 piloti al via, basandoci sulla griglia di partenza:
1 – Scott Dixon – era probabilmente il favorito della vigilia, e lo è diventato ancora di più dopo la conquista della pole position. Deve riscattare l’errore dello scorso anno, uno dei pochi della sua carriera, e quindi se è possibile ha anche una motivazione in più;
2 – Will Power – si è tenuto un po’ in ombra nelle libere, lavorando per la gara, ma si è qualificato benissimo e forse per la prima volta in carriera ad Indy è uno dei due o tre favoritissimi;
3 – Simon Pagenaud – si è comportato benissimo sia nelle libere che in qualifica, andando anche oltre le aspettative. Ora deve dimostrare di essere un vincente anche su un ovale;
4 – Tony Kanaan – nelle prove è rimasto un po’ più in ombra rispetto a Dixon, ma si è qualificato bene ed è un pilota troppo esperto per non essere inserito tra i favoriti;
5 – Helio Castroneves – vincere la sua quarta Indy 500, raggiungendo dei miti come Foyt, Unser e Mears, pochi giorni dopo un volo spaventoso sarebbe una storia da leggenda. E le leggende ad Indy succedono. Per il resto il brasiliano non ha bisogno di presentazioni o di stimoli quando si corre ad Indianapolis;
6 – Justin Wilson – sorprendentemente sesto in griglia, migliore dei piloti Honda e dell’Andretti Autosport. Si gioca le ultime chance della sua carriera;
7 – Sebastien Bourdais – zitto zitto, dopo delle prove non brillantissime, in qualifica ha ottenuto un ottimo settimo posto. Non è uno specialista degli ovali, ma ha iniziato benissimo la stagione, corre per una squadra preparata ed ha i motori Chevrolet. Potrebbe essere la volta buona per il pilota francese per aggiungere il gioiello più prestigioso ad una carriera forse sottovalutata;
8 – Marco Andretti – inutile dire quanto sia legato il nome Andretti ad Indianapolis. Marco ha sempre corso bene qui, a volte raccogliendo buoni risultati, altre volte toppando il ruolo di favorito. Come lo scorso anno è arrivato ad Indy in sordina, situazione che potrebbe non essere del tutto negativa, e nelle prove ha svolto al meglio il suo ruolo ormai di veterano;
9 – Josef Newgarden – dopo essere stato uno dei piloti protagonisti dei voli che hanno sconvolto le prove, è stato il migliore del suo team in qualifica, piazzandosi nono. In Alabama ha vinto la sua prima gara in carriera, e sembra pronto a quella vittoria che lancerebbe definitivamente la sua carriera;
10 – JR Hildebrand – ormai ogni anno si dice sempre la stessa cosa, ovvero che la sua vittoria sarebbe una grande storia, dopo l’errore del 2011. Lui sembra non sentire il peso di questo ritornello, e nelle prove è sembrato il più concreto della squadra;
11 – Carlos Munoz – ha dimostrato ancora una volta di avere un feeling particolare con Indianapolis, dove riesce sempre a tirare fuori qualcosa di sorprendente anche quando non sembra in forma come quest’anno, anche se più per demeriti della Honda che suoi;
12 – Ed Carpenter – ha deluso un pò nelle prove, sia lui che la squadra intera, rimanendo più indietro di quanto ci si aspettasse. In qualifica, dopo il suo volo nelle qualifiche, non è poi andata così male. Bisognerà capire se in prova si sono nascosti, hanno lavorato per la gara o c’è stato qualche problema di adattamento coi nuovi kit per gli ovali. Resta comunque una squadra molto forte ed equilibrata, probabilmente con la migliore lineup dietro i due top team. Inutile dire che, come ogni anno, per luiè la gara della stagione, e chissà che dopo tanti anni da favoritissimo partire questa volta di rincorsa non gli faccia bene;
13 – Oriol Servia – paga le difficoltà della Honda, ma in qualifica è andata tutt’altro che male e può contare sulla sua grande esperienza;
14 – Charlie Kimball – ha fatto bene sia nelle libere che in qualifica, non è uno specialista degli ovali ma sembra essere in ottima forma;
15 – Juan Pablo Montoya – disastroso in qualifica, ma tutto sommato partire quindicesimo o sesto o ventesimo cambia poco in una gara come la 500 Miglia di Indianapolis. L’importante è trovarsi a proprio agio con la propria vettura, e il colombiano sembra essere molto ottimista da questo punto di vista;
16 – Ryan Hunter-Reay – come lo scorso anno, anche quest’anno Ryan Hunter-Reay, vincitore del 2014, si è qualificato a centro gruppo, dove tra l’altro è stato per tutte le prove. Evidentemente il team, che sembra essere l’unico team Honda ad avere delle solide chance di successo, ha utilizzato la sua esperienza e le sue capacità tecniche per capire cosa fare in gara;
17 – Graham Rahal – un inizio di stagione strepitoso, delle buone prove, una buona qualifica. Sembrerebbe essere l’anno buono per un pilota che ha con Indianapolis un rapporto controverso, alcuni buoni risultati ma anche un paio di incidenti, specialmente ad inizio carriera;
18 – Simona de Silvestro – non si è qualificata male, al 19° posto, e nelle prove si è affacciata ogni tanto nelle posizioni medio alte;
19 – James Jakes – non ha il talento per una gara come la 500 Miglia di Indianapolis né l’attitudine per gli ovali, e il massimo che può ottenere è un buon piazzamento, specialmente considerando che dopo l’incidente di Hinchcliffe la squadra rischia di ritrovarsi un pò spaesata;
20 – Alex Tagliani – il migliore in qualifica di una squadra che è apparsa in enormi difficoltà;
21 – Sage Karam – è stato una delle sorprese delle prove libere, spesso nelle primissime posizioni. Non inganni la qualifica deludente, anche lo scorso anno si qualificò malissimo e poi fece una grande gara. La sua vittoria sarebbe una delle storie più incredibili di questa edizione;
22 – Conor Daly – è ancora troppo inesperto, ma è uno dei favoriti dei fan quindi può contare almeno sul calore del pubblico;
23 – Townsend Bell – non ingannino le qualifiche deludenti, Bell è stato velocissimo nelle prove e può giocarsi a pieno le sue chance. Ormai corre solo ad Indy, ma mai come quest’anno ha delle concrete possibilità di vittoria;
24 – Takuma Sato – è affondato anche lui nelle difficoltà del team di AJ Foyt. Sinceramente non si vede dove possano trovare il guizzo anche solo per un buon risultato;
25 – Pippa Mann -alla fine resta l’impressione che il pilota di punta sia lei. Alcuni giorni si è addirittura affacciata nella top 10, cosa sorprendente visto anche la scarsa competitività degli Honda. Diventare la prima donna a vincere ad Indianapolis, lì dove non è riuscita Danica Patrick, sarebbe una storia da copertina per decenni;
26 – Gabby Chaves – ha fatto un buon lavoro nelle prove, affacciandosi spesso addirittura nelle primissime posizioni, cosa ancora più stupefacente visto che lavora da solo. Ovviamente il suo obiettivo è il titolo di Rookie of The Year, ma per quanto fatto vedere nelle prove potrebbe magari scapparci un risultato a sorpresa;
27 – Sebastian Saavedra – ha finora fatto bene, e avere la possibilità di correre per una squadra così forte è evidentemente l’occasione della vita, anche se una gara come la Indy 500 non sembra proprio essere cosa sua;
28 – Jack Hawksworth – ha iniziato bene la stagione, con diverse buone prestazioni, ma qui ad Indy finora è apparso affogare dei problemi del team. Però sembra essere un pilota che merita di avere una lunga carriera in IndyCar, e un buon risultato qui, per giunta in queste condizioni di difficoltà, sarebbe sicuramente un ottimo incentivo;
29 – Stefano Coletti – lontanissimo da Bourdais specialmente in qualifica, è l’altro contendente per il titolo di Rookie of The Year;
30 – Bryan Clauson – finora abbastanza deludente, già alla vigilia puntava più che altro ad esserci, quindi tutto sommato non hanno fatto né più né meno di quanto ci si aspettasse;
31 – Tristan Vautier – la squadra rischia di pagare il caos di questo continuo ruotare di piloti. Lui si era molto ben comportato nelle prove e nelle qualifiche guidando la vettura di James Davison, ed adesso ha la fortuna di poter correre in gara dopo che la squadra ha deciso di farlo subentrare “misteriosamente” a Carlos Huertas;
32 – Ryan Briscoe – arrivare all’ultimo minuto, fare si e no una quarantina di giri e poi vincere partendo penultimo sembra essere una utopia. Quello che è certo è che è il più talentuoso dei piloti del team e l’unico che avrebbe il talento, l’esperienza e la velocità per vincere;
33 – James Davison – la vettura gliel’ha qualificata Tristan Vautier, ma nelle prove era stato comunque abbastanza positivo.
Sono un grande appassionato di sport americani, in special modo di basket NBA e football NFL, ma soprattutto di automobilismo. Considero la IndyCar la migliore categoria al mondo per spettacolo, sportività e completezza dei piloti. Ho assistito di persona alla 500 Miglia di Indianapolis 2008, uno spettacolo indescrivibile.