Nel tracciato più amato, a Talladega, Dale Earnhardt Jr domenica scorsa ha messo in bacheca la 24° vittoria in carriera davanti al suo compagno di squadra Jimmie Johnson, secondo, e Paul Menard, terzo.
Una gara che ha visto il completo dominio dell’ Hendrick Motorsport con 150 giri in testa (Earnhardt Jr 67, Johnson 50, Gordon 33) ha dato la possibilità ad Earnhardt Jr di prendere le redini della gara negli ultimi 50 giri mettendo in fila indiana il plotone.
La sua velocità ha spezzato il gruppo in vari tronconi con Stewart, undicesimo il primo tra gli staccati, che ha faticato parecchio a riportarsi in scia ad Edwards con altre undici auto. Il congiungimento tardivo con la Toyota di “Cousin Carl” ha portato ad avere due file, ma con il tentativo di Edwards sceso per chiudere Stewart per tornare davanti sfruttando la parte bassa del tracciato, è naufragato rapidamente riportando la situazione di gara ad un’ unica fila indiana nelle battute finali.
A due giri dal termine l’unico ad azzardare il tentativo di sorpasso è stato Denny Hamin chiuso prontamente da Johnson (e qui nascono i dubbi se veramente il 48 voleva tentare di sopravanzare il suo compagno di team Earnhardt Jr o meno), purtroppo non ha dato il frutto sperato, regalando a Earnhardt Jr la sesta vittoria a Talladega, il primo dopo 11 anni quando tra il 2001 e il 2004 era giunto al victory lane ben 5 volte. Earnhardt jr diventa l’ottavo vincitore di stagione in dieci gare disputate.
Il pilota di Kannapolis eguaglia così il suo compagno di team Jeff Gordon tra i maggiori plurivincitori al ‘Dega tra i piloti attivi (il record assoluto appartiene al padre Dale Earnhardt Sr con 10). C’è qualcosa che rende la vittoria di Jr più magica di quella che è realmente stata: le lacrime in onore del padre che il 29 aprile avrebbe compiuto 64 anni.
Johnson secondo, si è subito congratulato con il team di Earnhardt Jr, andando poi ad abbracciarlo direttamente. La freccia di Johnson è stata a dir poco strepitosa dopo la bruttissima gara di Martinsville ed ha colto suo quarto top three consecutivo.
Il “The Big One” è arrivato anche stavolta ma solo nella fase iniziale della gara: Trevor Bayne in lotta con Kurt Busch e Menard nella pancia del gruppo, uscendo dalla curva due “riceve” l’aria proveniente dal 41 di Kurt e viene spedito contro le barriere coinvolgendo ben 16 auto.
Un catena di auto accidentate in mezzo alla pista ha portato ovviamente alla bandiera gialla, e tra i colpiti ci sono nomi importanti tra cui Kasey Kahne costretto al ritiro, Kevin Harvick ( muso riparato) e Danica Patrick, che con una manovra al limite dell’ impossibile ha salvato l’auto senza danni ingenti evitando così un urto simile a quello di qualche anno fa a Daytona.
Le soprese di giornata sia dal punto di vista negativo che positivo sono Jeff Gordon e Martin Truex Jr.
Jeff, scattato dalla pole per l’80° volta nella sua carriera si è presentato come possibile vincitore a tutti gli effetti dato che ha comandato la prima parte della gara con una scioltezza inaudita, ma è poi sprofondato oltre la 30° posizione per un errore da Rookie superando il limite di velocità in pit lane.
Nonostante ciò, è riuscito a risalire nel top ten ma l’incidente che ha coinvolto Edwards nell’ ultimo giro lo hanno relegato poi al 31° posto finale. Gordon finisce a 6 i top ten consecutivi stagionali, uno in meno rispetto da Harvick, Logano e Truex Jr.
Continua invece, il “ballo” di Truex Jr ormai la cenerentola del campionato, partito dalla 36° posizione è riuscito con un’ abilità di guida formidabile ha chiuso la gara al 5° posto.
Per lui è nono top ten stagionale in dieci gare (eguagliato solo da Harvick al momento) in un team satellite che sta facendo dei progressi magistrali. Se non fosse per il nuovo formato del Chase, in base ai punti sarebbe secondo nella generale appena dietro a Kevin Harvick, leader del campionato attuale.
Infine nota sufficiente per Danica Patrick, relegata al 21° posto di gara, che senza la quarta marcia coglie un risultato che la riporta al sedicesimo posto nella griglia del Chase, ultimo posto valevole per la post season.
Sono un grande appassionato di motori americani, che a 27 anni ha seguito le orme dei grandi campioni. Tramite la mia passione e le mie conoscenze cercherò di raccontarvi il mondo della NASCAR nel modo più dettagliato possibile. Possibilmente, cercherò di farvelo amare