Alla vigilia del Grand Prix of St.Petersburg Juan Pablo Montoya sembrava un po’ il lato debole del Team Penske, ed anche in qualifica era stato il meno veloce dei quattro piloti. Il pilota colombiano si è rifatto in gara, e grazie ad una vera e propria prova di forza è riuscito a beffare il compagno di squadra Will Power, dominatore do gran parte della gara inaugurare della stagione IndyCar. La gara si è accesa al momento del terzo ed ultimo pist stop, ad una trentina di giri dalla fine. Montoya si ferma al giro 82, mentre Power si ferma un giro dopo. Il pilota australiano ha un pit stop finale deludente per un ritardo nel rilascio del martinetto posteriore e quando torna in pista si ritrova secondo a 3,2 secondi da Montoya. Power inizia una grande rimonta riducendo rapidamente il gap, ma al giro 100 (dei 110 giri in programma) tenta l’attacco a Montoya alla curva 10, ma le due vetture si toccano e Power danneggia l’ala anteriore. Montoya controlla gli ultimi giri e va a vincere per la prima volta su un circuito cittadino da Vancouver 1999, cogliendo il 13° successo in IndyCar.
Il Team Penske ha piazzato quattro vetture ai primi cinque posti a fine gara, con Helio Castroneves quarto dopo aver tentato nelle prime fasi di impensierire Power, e Simon Pagenaud quinto. L’unico ad inserirsi nel dominio Penske è stato Tony Kanaan, terzo. Gara disastrosa per il suo compagno di squadra con Scott Dixon che manifesta sin dalla prima sosta un guasto al martinetto posteriore che lo costringerà ad un lungo stop ad ogni pit perché la vettura deve essere alzata manualmente. Alla fine la Chevrolet ha occupato i primi sei posti, con Sebastien Bourdais chiude sesto. Ryan Hunter-Reay settimo è stato il primo dei piloti Honda al traguardo, dopo una gara all’insegna dell’attesa e del massimizzare il risultato, specialmente dopo il lungo al via alla prima curva che lo ha visto scivolare a centro gruppo. Gara in chiaroscuro per gli altri piloti dell’Andretti Autosport: Simona De Silvestro e Carlos Munoz sono entrati in contatto tra loro al giro 23, ed entrambi sono stati costretti ad una sosta aggiuntiva al pit; un contatto a centro gruppo con Gabby Chaves al giro 33 ha costretto anche Marco Andretti ad una sosta aggiuntiva al pit per sostituire il muso danneggiato, ed alla fine è riuscito a compiere una bella rimonta e risalire fino alla decima posizione.
Tra i piloti Honda una grande gara stavano facendo i due piloti dell’AJ Foyt Racing Takuma Sato e Jack Hawksworth, ma entrambi sono stati costretti a loro volta a soste ai box per sostituire l’alettone anteriore danneggiato. Alla fine comunque Hawksworth è stato capace, anche grazie ad una strategia diversa di soste ai box rispetto al resto del gruppo. Altro pilota Honda che stava facendo una bella gara era Graham Rahal, a lungo nelle posizioni di vertice. Al giro 66 Rahal, mentre si trova al sesto posto, subisce però una drive-through penalty molto dubbia per aver toccato Charlie Kimball, mandandolo in testacoda e provocando una nuova caution. Per gli italiani, buon nono posto per Luca Filippi, mentre la gara di Francesco Dracone è terminata al giro 70 per un problema meccanico dopo aver comunque mantenuto un buon ritmo per tutta la gara.
Uno dei temi della gara sono stati i tanti contatti che, con le nuove ali, hanno provocato molti detriti in pista e diverse caution. Dutante la cronaca i commentatori americani hanno spiegato che anche coi nuovi aerokit i due costruttori hanno dovuto mantenere lo stesso peso dello scorso anno, e di conseguenza avendo piú parti sugli alettoni adesso, queste sono più fragili e le conseguenze sono un maggior numero di detriti ad ogni contatto. Va comunque sottolineato che gran parte delle caution sono state provocate da dei normali contatti e da piloti che erano finiti in testacoda, come in qualsiasi gara.
Il weekend di St.Petersburg ha visto anche l’esordio del campionato Indy Lights e il debutto delle nuove vetture. il fine settimana è stato dominato da due volti nuovi della categoria Ed Jones e il Carlin Motorsport, entrambi all’esordio nella categoria, che hanno conquistato due pole e due vittorie. Nella prima delle due gare del weekend, al sabato, il pilota anglo-arabo ha condotto in testa tutti e 30 i giri in programma; secondo posto per Jack Harvey (Schmidt Peterson Motorsports), terzo per Spencer Pigot (Juncos Racing). Stesso podio nella gara domenicale, quando Harvey ha cercato di mettere un po’ più di pressione sul rivale, senza però riuscire seriamente ad impensierirlo.
Sono un grande appassionato di sport americani, in special modo di basket NBA e football NFL, ma soprattutto di automobilismo. Considero la IndyCar la migliore categoria al mondo per spettacolo, sportività e completezza dei piloti. Ho assistito di persona alla 500 Miglia di Indianapolis 2008, uno spettacolo indescrivibile.