Denny Hamlin con l’unica Toyota superstite è un’altro di quei piloti che sorprendentemente è giunto alla fase finale come contendente per il titolo.
Entrato in questo Chase grazie alla vittoria a Talladega, non si pensava che sarebbe potuto arrivare fino a questo punto visto che la sua stagione è stata caratterizzata da molti alti e bassi.
Senza la vittoria al Dega, per punti non sarebbe entrato in questo Chase. Del resto non è stata una stagione come quella del 2010 dove allora, primo in classifica all’ ultima gara con 17 punti di vantaggio fu costretto al ritiro e dovette lasciare a Johnson il quinto titolo consecutivo.
La stagione odierna non si può comparare con quella di quell’anno: una vittoria, 7 top five e 17 top ten e soli 315 giri in testa; nel 2010, le cifre furono due volte migliori quelle attuali: 8 vittorie, 14 top five, 18 top ten ed oltre mille giri al fronte.
Nel Chase, infatti nessuno avrebbe scommesso su di lui, ma nel silenzio più assoluto si è fatto strada gara dopo gara conquistando 6 top ten in nove gare. Un Chase simile a quello di Newman ed ora, da pilota esperto, vincitore uscente a Miami pone sul tavolo una candidatura molto forte di cui gli avversari dovranno tenere conto.
Per lui si tratta di una seconda grande occasione da sfruttare al meglio per un titolo che il grande Joe Gibbs, vincitore di tre Super Bowl con i Washington Redskins non vede dal 2005, (ne ha vinti 3 in cinque anni) quando fu Tony Stewart a salire sul gradino più alto della classifica. Un Gibbs che spera fortemente di riuscire a compiere la doppia impresa con Denny.
Domenica partendo alla pari, Hamlin lotterá con le unghie per superare i suoi avversari, sulla carta, più forti di lui.
Sono un grande appassionato di motori americani, che a 27 anni ha seguito le orme dei grandi campioni. Tramite la mia passione e le mie conoscenze cercherò di raccontarvi il mondo della NASCAR nel modo più dettagliato possibile. Possibilmente, cercherò di farvelo amare