Nel silenzio più assoluto, Tony Stewart riesce a tenere accese le sue speranze per il Chase con una vittoria inaspettata. Con una prima parte di stagione al di sotto delle sue possibilità nella quale ha ottenuto solo due fievoli top ten, “ Smoke” beffa lo sfortunato Montoya nei giri finali di una gara lunga e stressante.
Il miglio di Dover è un tracciato che non ti permette di respirare, ti obbliga a stare incollato al parabrezza dell’ auto per non commettere un errore che può costare caro. Non a caso è chiamato “ THE MONSTER MILE”, e con i suoi 400 giri da completare, rende la prova ancora più estenuante.
Stewart ha saputo interpretare al meglio il circuito e aiutato da qualche bandiera gialla, che gli ha garantito il “wave around”, ha poi sfruttato un’ ottima strategia ai box. La freschezza delle sue gomme così gli ha permesso di ritagliare quel divario che lo separava dal pilota di Bogotà, ed una volta raggiunto, è volato verso il traguardo a due giri dal termine.
In base ai risultati, due piloti entrano nel Chase come “comodino”, ma la disputa è tra coloro che sono tra l’undicesimo e il ventesimo posto nella generale. Infatti al momento, grazie alla vittoria di Dover, “Smoke” entrerebbe per ora, alla posizione numero dodici. Con lui, grazie ai tre podi stagionali si aggiungerebbe l’intramontabile Jeff Gordon. Posizioni provvisorie visto che ci sono ancora 13 gare prima del rush finale di stagione.
Tutto il Stewart- Haas gioisce a questo risultato, ma c’è chi dall’altro lato deve dire “mea culpa”; è il caso del penta campione Jimmie Johnson, imbattutosi in una bandiera nera a causa di una partenza falsa nell’ ultimo tratto di gara.
Il californiano è partito male ad inizio gara rischiando di perdere un giro dopo 66 fermate completate. Grazie alla mano di Chad Knaus, è rimasto nel giro del leader e ha cominciato a recuperare posizioni, quando a poco più di metà gara supera Busch e prende il comando del plotone.
Jimmie aveva tutte le carte in regola per vincere la prova e dimostrare la sua forza, ma quell’errore gli è costato un misero diciassettesimo posto.
Un cenno obbligatorio tocca al team di Joe Gibbs, dominatore di stagione in termine di giri, dato che i suoi piloti hanno superato i 2000 giri di leadership contro gli Hendricks fermi a quota 1200 circa.
Il trio composto da Kenseth, Hamlin e Kyle Busch si sono divisi i primi 206 giri, prima di spegnersi nella seconda parte di gara: Hamlin ha saltato la pit lane e quindi costretto a rincorrere i migliori, Matt ha dovuto abbandonare per aver bruciato il motore e a Kyle è andato la bandiera d’onore della squadra.
Anche Truex è stato sfortunato, costretto al ritiro per problemi meccanici, dopo essere stato con i migliori per gran parte della gara. D’altronde Dover, è l’unico tracciato dove il pilota di Majetta ha conquistato una vittoria.
Una gara ricca di sorprese, sorpassi e contro sorpassi che Dover non smette mai di regalare, lasciando al vecchio Stewart un’ ennesima vittoria.
Dal Delaware, si lascia il “MONSTER MILE” per spostarsi nel “TRICKY TRIANGLE” di Pocono in Pennsylvania; un Superspeedway di 2,4 miglia atipico ma esaltante tanto quanto la prova di Dover.
Sono un grande appassionato di motori americani, che a 27 anni ha seguito le orme dei grandi campioni. Tramite la mia passione e le mie conoscenze cercherò di raccontarvi il mondo della NASCAR nel modo più dettagliato possibile. Possibilmente, cercherò di farvelo amare
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