Dopo un brutto inizio, il campione uscente della Indycar Ryan Hunter-Reay ritrova lo smalto migliore della sua accuratissima guida sul tracciato di Barber in Alabama, con un’ auto praticamente perfetta spinta dal leggendario motore Chevrolet.
Scattato dalla prima posizione, ha lasciato sul posto gli avversari costretti a rincorrerlo con “una marcia in meno”, dominando la prima parte di gara e addirittura mettendo avanti le mani avanti per la vittoria.
Il solo simpatico Helio Castroneves è riuscito a dare un po’ di “respiro” alla corsa, mettendo il muso della sua auto davanti a tutti alla seconda ripartenza inseguito dall’ auto gialla, luccicante di Hunter Reay e, a sorpresa dall’intramontabile Scott Dixon.
Infatti Helio terrà a bada gli avversari per 25 giri prima di lasciare il testimone all’ ultima ripartenza ancora una volta ad un auto di Andretti, come era successo nella gara di apertura di St Petersburg.
A quel punto l’assolo di Hunter-Reay è inevitabile, spronato inoltre dal suo capo squadra via radio. Vince con scioltezza comandandola per ben 53 giri dei 90 previsti ringraziando tutti i meccanici.
Per quanto riguarda Scott Dixon la sua posizione finale potrebbe essere considerata ottimale: partito in decima pozione chiude al secondo posto; invece per il Neozelandese è un risultato pesante come un macigno sulle spalle, dato che per la quarta volta consecutiva chiude dietro al vincitore nel tracciato di Barber.
Appena dietro è giunto Castroneves che firma il secondo podio filato. È chiaro che il brasiliano ha mostrato più costanza degli altri piloti, mostrando solidità, sicurezza che gli conferiscono la leadership del campionato. Unica nota dolente è lo spunto finale mancato in entrambe le le prime due gare.
A Barber c’è stata una sorpresa e risponde al nome di di Charlie Kimball. L’inglese ha affrontato una gara consistente e priva di errori, permettendogli di agguantare un quarto posto che vale oro; un risultato mai raggiunto nella sua carriera. Certo ha dovuto battagliare con Vautier all’ inizio, ma dopo qualche fatica è riuscito a liberarsene, aspirando addirittura ad un podio sfortunatamente mancato.
A chiudere la Top five è un inesistente Will Power, rimasto nella penombra dopo l’uscita di pista ad inizio gara. A giudicare dalle prime due prestazioni stagionali, “l’aussie” non è quello degli ultimi tre anni: gare poco consistenti e poca sicurezza, magari anche la messa a punto dell’ auto è parzialmente fuori luogo.
Il battuto però è il vincitore della prima gara, James Hinchcliffe fermato da un guasto meccanico.
E’ stata una gara che ha saputo emozionare i tifosi, grazie alle gesta del campione uscente e delle battaglie in mezzo al gruppo degli altri piloti. I motori però rombano già per Long Beach, luogo della terza gara di campionato.
Sono un grande appassionato di motori americani, che a 27 anni ha seguito le orme dei grandi campioni. Tramite la mia passione e le mie conoscenze cercherò di raccontarvi il mondo della NASCAR nel modo più dettagliato possibile. Possibilmente, cercherò di farvelo amare