La seconda prova della Sprint Cup Series si è tenuta sull’ ovale da 1 miglio di Avondale, vicino a Phoenix; una gara da 312 giri e 500 miglia da percorrere.
Dopo la consueta presentazione dei piloti, l’esecuzione dell’ inno americano e cinque giri dietro la safety car, la gara prende il via e Martin brucia Kahne alla prima curva lasciando sul “posto” i suoi avversari. Il leader prende il largo rifilando 3 secondi al secondo inseguitore ed ex compagno di squadra Jimmie Johnson in soli 8 giri.
Con le posizioni di testa congelate la battaglia è nella “pancia” e nella “coda” del gruppo: a ridosso della posizione 10 della classifica cinque piloti si sfidano con sorpassi e controsorpassi, nei quali sono da sottolineare quelli di Keselowski hai danni Truex che a sua volta sopravanza il compagno Bowyer.
Anche Edwards con il suo tuonante Ford si fa sentire: supera 3 auto in pochi giri portandolo nella top 15. Dal fondo dello schieramento, il duo del Gibbs Racing, Hamlin e Busch (confermati alle caselle 37-39 a causa della sostituzione del motore) scalano la classifica agevolmente con sorpassi semplici e precisi; i due giungono alla posizione 25 (Busch) e 27 (Hamlin) quando al giro 21 l’auto 44 di Scott Riggs va a muro e bandiere gialle d’obbligo.
Martin dal canto suo non demorde e continua guidare la gara mentre il minore dei fratelli Busch continua la sua rapida risalita tanto che in 42 giri è già nel top 15. Dove Kyle non conosce difficoltà Keselowki fatica a contenere le auto di Kurt Busch, Menard e Bowyer. Poco dopo proprio Kyle Busch va in testa coda e le auto si rimettono in fila indiana dietro la safety Car.
Finalmente, alla seconda ripartenza cambia il nome del leader: Juan Pablo Montoya. Il pilota però lascia strada a Biffle, al cubano Aric Almirola e a Kevin Harvick che fatica a tenere il passo dei primi due galleggiando intorno al secondo di distacco.
Al giro 101 nuovamente “Caution” a causato da Ryan Newman, il “vecchio” Martin riprende per l’ennesima volta la testa della gara ed ad incalzarlo c’è Keselowski, infatti dopo una decina di giri il campione uscente, grazie ad una messa punto migliore lo sorpassa al giro 127: è il quinto cambio di leader della gara. La situazione si evolve nuovamente e al giro 148 è Carl Edwards a prendere il comando con il duo di Hendricks ad inseguire mentre il quarto posto viene dato a Kevin Harvick.
Circa dieci giri più tardi Hamlin completa un impresa: avanza agevolmente al quinto posto in graduatoria, e in pratica dalla 39° alla 5° in 158 giri.
Un’ altro pilota a risalire posizioni, seppur in un modo più graduale è Danica Patrick in cerca di un risultato tra i primi venti, l’esito è più negativo per Martin e Kahne che non riescono a tenere il passo dei migliori.
Carl in testa la gara pare convinto dopo quasi cinquanta giri in testa di poter aggiudicarsi il Subway Fresh di Phoenix mantenendo a distanza Johnson ed Earnhardt jr nel mentre Kahne è in crisi di gomme e perde velocità e Keselowski è pronto ad attaccare Kurt Busch per la sesta posizione, proprio il qual momento si ha un nuovo colpo di scena: Danica Patrick, autrice fino a quel momento di una buona gara in risalita perde la sospensione anteriore sinistra urta il violentemente il muro coinvolgendo il malcapitato Ragan che si aggiunge alla “festa”. Un duro colpo per entrambi i piloti che fortunamente escono illesi.
http://www.youtube.com/watch?v=PYjedJ8aqec
Alla settima ripartenza della gara è il figlio di “The intimidator” a scappare via lasciando agli altri le posizioni di rincalzo, tra questi c’è il sorpasso del Toyota 20 di Kenseth che risale al terzo posto; Keselowski comincia la rimonta e il pubblico si esalta a vedere il ritorno nella Top 10 di “The Rainbow Warrior” in nona posizione.
La situazione del Top 10 appare molto chiara a 95 giri dalla bandiera a scacchi: abbiamo tre piloti dell’ Hendricks Motorsports, due piloti del Gibbs Racing, Clint Bowyer del Waltrip’s Racing, il campione uscente Keselowski e i redivivi Harvick, Edwards e Kurt Busch.
Le posizoni rimangono pressochè congelate per questo tratto di gara, e solo un’ incidente alla curva una a 74 giri dal termine smuove un po’ la monotonia della gara: con una strategia eccezionale ai box “cousin” Carl esce per primo e di conseguenza ha la ripartenza in testa. All’ inizio del tratto è una battaglia a sportellate tra Jeff Gordon, sulla linea alta e Joey Logano su quella bassa quando quest’ ultimo pone fine alla resistenza dell’ avversario dopo alcuni giri.
Nelle prime posizioni, Johnson rimane in linea di galleggiamento tra Earnhardt (terzo) e il leader, mentre Keselowski alla posizone numero sette comincia ad usare una strategia a lui cara: risparmiare più combustibile possibile per dare il massimo negli ultimi 25 giri di gara.
Infatti Keselowski avanza lentamente ma inesorabilmente e a 39 giri supera con tutta la sua destrezza Earnhardt Jr entrando così virtualmente sul podio. Ora però è una vera corsa contro il tempo in 37 giri deve recuperare quasi quattro secondi al leader e tre al primo che lo precede.
Johnson si avvicina al leader a 29 giri mentre il pupillo di Penske viene con maggiore velocità, motivato anche dal fatto che dalla radio il suo team owner Paul Wolfe, dice: “ puoi spingere a fondo, possiamo arrivare a fine gara. Johnson ed Edwards rischiano di rimanere a corto”.
Su questa rampa di lancio il pilota fa il suo dovere e giro dopo giro si avvicina innervosendo i suoi avversari: ormai sembra una lotta a tre per la conquista della corsa.
Giro dopo giro i tre piloti mettono al limite proprie auto e con 8 giri dalla fine quello a rischio è Johnson, che si, si trova a meno di un secondo dal leader ma il Ford che lo segue è a 3 decimi, quindi più che pensare alla testa deve difendere la seconda piazza.
Il 48 tiene duro e a tre miglia dalla fine c’è un incidente alla curva tre: per l’ennesima volta tutti dietro al safety car con alcuni piloti che spengono e accendo l’auto per “salvare” combustibile quandi alla fine è “Green-White-Checkered Flag”, una volata di tre giri.
Edwards in testa scappa a Johnson, che si vede infilare da Keselowski all’ interno ma il 48 non si arrende sfrutta tutto il motore Chevrolet SS per rimanere fianco a fianco con l’avversario, riuscendoci in maniera brillante: ritarda le frenate e accelera in anticipo in uscita dalla curva e in fondo al rettilineo tiene il suo muso davanti.
Si entra nell’ ultimo giro, Edwards ormai vola verso la vittoria, ma la battaglia rimane dietro i vari Johnson e Keselowski non si arrendono e continuano ad essere fianco a fianco a mezzo miglio dalla fine, in quel momento il pilota in quarta ruota, Denny Hamlin tenta un disperato sorpasso: supera la linea bassa gialla tagliando il circuito, appaia i due, taglia la strada a Keselowski e Johnson rimane all’ esterno incollato alla punta del retrotreno della Toyota: esce dalla curva accelerando, arrivando con maggiore impulso e lo supera sulla linea con un margine limitatissimo.
http://www.youtube.com/watch?v=P6BZLHvzMAk
Edwards chiude una striscia negativa a quota 70 e festeggia nel circuito del suo sponsor, e Johnson rafforza la sua leadership.
L’appuntamento successivo sarà a Las Vegas un circuito rapido da un miglio e mezzo dove si possono avere tante linee di corsa per avere una traiettoria più ideale.
Classifica dopo due gare:
1° JOHNSON 90 punti
2° EARNHARDT 82 punti
3° KESELOWSKI 82 punti
4° HAMLIN 72 punti
5° BOWYER 72 punti
Sono un grande appassionato di motori americani, che a 27 anni ha seguito le orme dei grandi campioni. Tramite la mia passione e le mie conoscenze cercherò di raccontarvi il mondo della NASCAR nel modo più dettagliato possibile. Possibilmente, cercherò di farvelo amare