jjohns647Nato a El Cajon nel 1975, Jimmie Johnson è stato capace sin dagli albori della sua carriera di mostrare tutto il suo talento negli ovali americani, tanto che con 5 titoli all’ attivo sembra già destinato alla Hall of Fame della Nascar.

All’ inizio della stagione scorsa, scrollatosi di dosso il peso di campione uscente che lo aveva accompagnato nelle cinque stagioni precedenti, Johnson sembrava aver ripreso fiducia nei propri mezzi e nonostante il brutto inizio a Daytona, infila 4 top ten consecutive includendo il secondo posto a Las Vegas.

Nella gara successiva, quella di Martisville, circuito da lui tanto amato (basti pensare alle statistiche di carriera: 19 top ten in 22 partecipazioni) giunge sorprendentemente al dodicesimo posto, ma “Superman” firma presente nelle gare di Texas e Kansas (2° e 3° posto).

Tralasciando il mezzo passo falso di Talladega, a dimostrazione del fatto che i super-speedway non sono il suo forte, regala al suo capo team la 200° gara vinta e a se stesso il primo acuto personale dell’ anno sull’ ovale di Darlington; conosciuto anche come “Too Tough to Tame”.

Un paio di gare dopo a Dover, entra nuovamente nella storia della categoria: vince per la settima volta nello stesso circuito aggiornando il massimo in carriera, eguagliando Richard Petty e Bobby Allison.

Le strepitose vittorie precedenti esaltano il campione che porta a casa cinque top ten in sei gare (prova disastrosa a Daytona), prima di tornare a sorridere in un circuito nel quale non vinceva da sei anni: Indianapolis.

E’ la terza freccia conficcata nel cuore degli avversari, ma purtroppo sarà l’ultima prima del Chase e lungo questo arco di partecipazioni ottiene un secondo posto a Bristol e un terzo nel circuito di Watkins Glen.

A Chicago entra nelle ultime dieci gare come posizione numero tre in classifica e risulta dalla nascita del Chase nel 2004, il miglior finisher e di conseguenza il favorito numero uno per il titolo. Infatti “Superman” non delude ed esalta i suoi tifosi con un secondo posto in uno dei pochi circuiti nel quale non ha mai vinto (ltre a Chicagoland gli rimangono Kentucky, Homestead, Michigan e Watkins Glen).

A Dover e in New Hampshire registra ottimi risultati che lo lanciano verso il titolo, ma il diciassettesimo posto a “Dega” rimette le carte in tavola a favore di Keselowski; infatti il podio seguente di Charlotte e la top ten in Kansas non bastano e lo tengono al secondo posto in graduatoria.

Jimmie ritorna a Martinsville e non manca all’ appuntamento: domina la gara, vince (pareggiando con l’ovale di Dover le vittorie a quota sette) e si avvicina pericolosamente all’ avversario; il 48 non si ferma qui: guadagna la pole in Texas e la conseguente vittoria (dopo 4 secondi posti di fila) che lo portano al comando della stagione: è il quinto sigillo dell’ anno.

La festa per Johnson finisce proprio nell’ ovale di Forth Worth: prima, va a muro a Phoenix mettendo a repentaglio il titolo e poi, un bullone avvitato male nell’ ultima gara a Miami, getta nel burrone le ultime speranze del pilota.

Chiude una comunque ottima stagione al terzo posto a 40 punti dal campione Keselowski e 1 dietro Clint Bowyer sommando 5 vittorie, 18 top five e 24 top ten; un’ altro dato è a suo favore, rimane in testa per 1744 giri nel corso delle 36 gare, più di ogni altro pilota in competizione.

Sulla base dell’ ottimo 2012 e l’arrivo della nuova generazione di auto, Jimmie e i suoi compagni rimangono ottimisti sulla possibilità di lottare per il titolo ancora una volta, anche considerando che l’anno scorso tutti i quattro piloti di Hendrick sono riusciti a fare il Chase for Cup e non sarebbe di certo una sorpresa.

In ogni modo, a mio parere rimane il favorito per il titolo grazie ad una strepitosa squadra, uno stile di guida aggressivo e al tempo stesso conservatore anche se, il suo unico tallone d’ achille è il risparmio di combustibile.

Dall’ altro lato il Chase sembra essere costruito per lui e la maggior parte delle ultime dieci gare sono ovali da 1,5 miglia: questo è il tipo di circuito in cui Johnson ha sempre fatto la differenza.

41 delle 60 vittorie in carriera sono arrivate infatti sugli Intermediate Tracks con una media finale del 10.4. Ecco perchè Johnson rimane il favorito per il Chase.

Alla fine dei conti però ha perso le ultime due stagioni, subendo una pressione che non si era sentita negli anni di gloria (2006-2010). Come lui stesso ha detto “Nuovo anno, nuova opportunità” e non sembra preoccupato dalla sfida che lo attende per poter infilare il sesto sigillo nel novembre prossimo.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.