Scacco matto di AJ Hinch contro la sua vecchia squadra campione del 2017 e Detroit serve lo sweep a Houston, per la prima volta fuori dal Championship AL dopo 7 apparizioni consecutive.
Due partite giocate non da squadra immatura ma in modo autoritario, grazie al formidabile Skubal nella prima, al bullpen game nella successiva e ad un chirurgico lineup; la focosa Motor City non può quindi che continuare a sognare anche nel prossimo step, l’ALDS contro Cleveland!
Astros invece deludono in Tucker e Altuve ed escono dai PO con le ossa rotte, iniziando forse a ragionare su un rebuilding oculato.
Sfida intrigante fra i migliori team della seconda metà stagionale, Houston dal 27 aprile e Detroit dai primi di luglio: la formidabile dinastia texana da 7 gagliardetti divisionali negli ultimi 8 tornei contro un giovane small market a secco di playoff da 10!
I Tigers vantano un top five bullpen in ERA e la rotazione più forte da agosto, col 2.81 inarrivabile per chiunque, soprattutto grazie alle performance del favorito CY Young Tarik Skubal, spaziale nel 2.39 per 222K, 0.92 WHIP e 6.3 di WAR, dato quest’ultimo perfino superiore a quello di Greene (5.5), stella dell’outfield assieme a Meadows, base runner da .833 OPS che quando in campo ha portato Detroit al record 49-26.
Sugli Astros poco da dire, se non che senza il lungo infortunio Tucker sarebbe stato un MVP front runner e che Alvarez ha sfornato l’ennesima annata monstre da 35 HR/172 OPS+/.308AVG/5.4 WAR; inoltre l’esperienza di Altuve, al 104mo start da postseason, Bregman (98) e persino Pena – 103 apparizioni al piatto sebbene soltanto al terzo anno in Major – è tanta roba. In aggiunta a questo i partenti danno sempre certezze granitiche in Verlander, forse al canto del cigno, nella sinker di Valdez e col breakout Brown, terzo di lega in ERA da maggio, mentre lo scostante bullpen presenta comunque due big in Abreu e Hader.
Gara 1 è un monologo di Skubal: aggressività (fastball), variazione (changeup) e confusione (slider) gli permettono di tenere a zero Houston in 6 parziali con altrettanti strikeout e 64 strike su 88 lanci totali, eliminare 18 battitori e subire solamente 4 valide e una base ball! Nel 1-3 finale per Detroit pesa la debacle di Valdez del secondo inning, quando ben 4 valide, una rimbalzante e un walk portano a casa Perez, Meadows e Rogers, mentre il risveglio Astros durante il nono (un doppio e 2 singole) per il punto del pinch runner Dezenzo risulta tardivo.
Il pitching caos tanto decantato da Hinch per gara 2 si confermerà tale, dato che a parte Holton, stavolta opener nel primo periodo, saranno 6 i rilievi a dividersi i restanti 112 lanci e a controllare a dovere il lineup texano, soffrendo solamente con Jobe durante il basso settimo (2 valide e 2 punti), a differenza del bullpen rivale, che rispetto all’ancora ottimo starter Brown sarà responsabile delle determinanti 4 run ad inizio ottavo inning, per il poi conclusivo 2-5 Tigers. Decisiva qui la doppia da 3 punti del pinch hitter Ibanez, susseguente l’homer di Meadows che sblocca la gara nel sesto.
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.