Incredibile a dirsi ma la formidabile AL West è la peggior division dell’intero baseball, con media vittorie al .471!
Ironico come i derelitti Athletics in piena rebuilding eviteranno brillantemente le 100 L, strizzando bensì l’occhio a un futuro meno cupo che nelle previsioni. I Rangers sono invece la maggior delusione, fuori da discussioni wild card già da settimane e sempre incapaci di riconfermare la magica campagna 2023.
Sugli Angels poche parole, nessun progresso al lancio ed ennesimo torneo perso da Trout in infermeria, mentre i Mariners sono i soliti belli e incompiuti; non resta che la garanzia Houston, anch’essa reduce tuttavia da una sanguinaria partenza che l’aveva allontanata dalle vette!
Partendo proprio dagli Astros, adesso saldamente avanti a Seattle (5.5 gare) e reduci da 8 W filate, sebbene con record lontani dai fasti del recente passato, non possiamo non elogiarli per aver sopperito alla moria di lanciatori, su tutti l’iconico Verlander, fresco di rientro dagli infortuni al collo e che va a riempire una rotazione deficitaria pure in Javier, Urquidi, McCullers e Garcia, un intero plotone top ai box, per non parlare dei rilievi Graveman e Pressly.
Espada e il pitching staff hanno perciò mescolato le carte puntando sui giovani, promuovendo quindi a starter da 130+ inning le rivelazioni Blanco e Brown, nonché il rookie Arrighetti, spesso in difficoltà ma ora in perentoria ripresa. A chiudere un reparto che rispetto ai danni iniziali è adesso solido Framber Valdez, a un passo dal clamoroso doppio no hitter ed asso conclamato, e la new entry Kikuchi!
Al piatto invece si può far a meno perfino di uno dei tanti profili MVP quale Tucker, pronto eventualmente per fine settembre, ma il risultato non cambia: Houston è ancora la franchigia più precisa nel contatto ed è ai vertici in wRC+, media sulle palle in gioco e K%.
La vecchia guardia che ha creato qui l’immortale legacy, tuttora performante in Altuve, Alvarez, Bregman e per l’appunto Tucker, non ha mai perso smalto pure per gli innesti delle giovani e ormai granitiche certezze Pena e Diaz, grazie ai quali l’usuale cavalcata playoff non dovrebbe venir meno!
Sono proprio le prestazioni in battuta che stanno definitivamente allontanando ancora una volta Seattle dalla postseason e causa dell’odierno licenziamento di Scott Servais, rimpiazzato dal mito casalingo Dan Wilson. Peccato perché invece la rotazione in Gilbert, Castillo, Kirby, Miller e Woo ha la migliore in ERA di tutta la MLB!
Le quasi 20 partite di vantaggio su Houston sono evaporate e nemmeno il recente clash in deadline Arozarena, la potenza di Raleigh, il rientro di Rodriguez e l’emergente Robles sembrano antidoti alla clamorosa apatia al box (.216 peggior dato di lega).
L’infortunio di Crawford poi, assente pure in primavera, ha fatto piovere sul bagnato, estromettendo l’interbase proprio durante la sua miglior stagione offensiva, e causando nell’ultimo catastrofico mese la più alta K rate (28%) di lega, per un team già ultimo in categoria (ben 1.308 strikeout totali), soltanto 4 run per game e la terza più bassa OPS!
Anche in Texas la differenza l’ha fatta l’attacco – su tutti Lowe e Garcia sotto tono e non più esplosivi e veloci – meno produttivo come il vincente anno passato, nonostante Bochy e Young abbiano confermato l’intero pacchetto anche in deadline, segno che la proprietà rinvierà alla prossima stagione un bilancio definitivo, con eventuali considerazioni su cessioni per rinfoltire il farm system, compreso Eovaldi, o annessioni per nuova linfa vitale da affiancare all’intoccabile Seager, giocatore franchigia fino al 2031.
L’OPS per esempio, pietra miliare di regular season e playoff 2023 (.790/.794), è crollato progressivamentemente da marzo in poi, passando da .723 a .623 fino alla penosa 23° piazza odierna. L’unico sorriso lo porta la matricola Langford, mentre nemmeno il ritorno di Jung all’interno assieme a Josh Smith ha riacceso la luce!
Scherzer e deGrom, lui finalmente in Double-A, hanno sostanzialmente saltato l’anno, e se il primo saluterà a fine torneo, i dubbi su una completa ripresa dell’altro sono reali, al pari di quelli per una rotazione da ringiovanire a tutti i costi.
Chiudiamo con Angels e Athletics, mai in corsa.
I losangelini, ceduto Ohtani, si sono ritrovati con Trout all’ennesima stagione in infermeria insieme a Rendon, mai capace di giustificare il contratto/salasso che graverà nelle casse societarie sino al 2027. A parte l’all star Tyler Anderson e il rookie Soriano il monte si è rivelato ancora una volta deficitario, e il GM Minasian avrà di che lavorare per toglierlo dalle continue sabbie mobili in cui riversa, visto che nel lineup non si può invece che sorridere con la crescita delle stelline Neto, Schanuel ed O’Hoppe.
Su Oakland c’è poco da dire, peggior squadra nelle previsioni e che invece si è difesa egregiamente, sebbene abbia rinunciato in 4 anni a tutti i giocatori che ne fecero una contender.
I giovani Toro, Langeliers, Rooker, Butler e Gelof hanno giocato senza obblighi rendendo così più del previsto, mentre sul colle lo stesso discorso va fatto su JP Sears, già a più di 140 inning, e sui rookie Miller ed Estes, 1.35 ERA per il rilievo ed a lungo top five in strike % lo starter. Si ripartirà da loro, benchè la strada verso i posti d’onore sarà lunga e tortuosa.
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.