CHICAGO CUBS

Pochi movimenti in North Side, dopo la discreta annata 2023, nella quale il ritorno sopra le 81W non è però coinciso con il wild card spot. Si punta perciò a confermare quel piazzamento dato che i Brewers del nuovo skipper Counsell non dovrebbero riconfermarsi dominanti.

Tradito dal monte di lancio, Jed Hoyer ha sostituito Stroman fiondandosi sulla superstar giapponese Imanaga, il “throwing philosopher” da 2.93 ERA in 1129 inning, già sorprendente nello spring training e firmato per 4 anni sicuri con opzione sul quinto, a eventuali 80 milioni totali.

Si riparte da Justin Steele – reduce dalla miglior FWAR dai tempi di Lester – e dall’infinito professor Hendricks; i dubbi vengono dalla regressione di Assad e dal debutto a titolare del prospetto Jordan Wicks, dato che il comunque deludente Taillon parte ai box. Più fiducia fra i rilievi, capitanati dalle garanzie Alzolay, Merryweather e il free agent Neris.

L’indolore uscita di Candelario non modifica la potenza offensiva da 20+homers per 6 uomini e di 8 ad almeno 102 wRC+, capeggiati dal former MVP Bellinger, Hoerner e Morel. Il prospetto dei Dodgers Michael Busch, arrivato in trade, e in esterno il minor Amaya, dovrebbero avere un utilizzo superiore. In rampa di lancio i giovanissimi Caissie, Kevin Alcantara e Crow-Armstrong, tutti outfielder in Top100.

CINCINNATI REDS

Eccoci a uno small market da seguire attentamente, con la striscia più lunga senza vittorie in post season fra tutti gli sport USA ma che dopo 4 campagne a ridosso del 50% scruta oggi la soglia delle 85 W.

I Reds possono innanzitutto vantare la vera sensazione dell’intero baseball, elemento che potrebbe regnare nel quindicennio futuro e dare alla MLB un alter ego a Mike Trout: parliamo ovviamente di Elly De La Cruz, ventiduenne già dominatore di ogni base quando la palla è in gioco, veloce jolly dell’infield e battitore pregevole nel contatto.

Un bel reparto dove Bell riproporrà l’ex ROY India o Espinal in seconda, visto l’infortunio di McLain e la lunga squalifica a Noelvi Marte, Candelario e il profilo all star Ercanacion-Strand sono reduci da un’ottima stagione e si divideranno terza e prima base, Maile è il backup catcher di Stephenson, ennesimo utility. Tanta roba se ci aggiungiamo un esterno dove Martini dovrebbe partire DH e cedere il ruolo al produttivo Fraley, al come back Benson e al rookie delle meraviglie Steer.

Nella rotazione i 16M annuali per Montas e la sigla di Nick Martinez danno esperienza a un comparto pregno di giovani diamanti in Abbott e nei purtroppo spesso acciaccati Lodolo, Williamson, Greene e Ashcraft. Dubbi dal bullpen, mediocre nello spring training e lo scorso anno, seppur in progressione, ancorato al closer all star Alexis Diaz e rinnovato in free agency da Suter, Justin Wilson ed Emilio Pagan.

MILWAUKEE BREWERS

Con Williams e Miley in infermeria assieme a Woodruff, forse out for season, i Brewers del manager al primo anno Pat Murphy vedono il loro vecchio punto di forza, la difesa del monte, ridimensionato pure nella cessione di Corbin Burnes. Lo spot di closer vedrà Payamps, Megill ed Uribe dividersi gli ultimi inning. L’elettrico mancino Hall in trade dagli Orioles e i free agent Junis e Joe Ross completano l’iniziale rotazione con la certezza Peralta e Colin Rea: troppo poco per garantire le 90+ vittorie!

Un girone competitivo ma senza padroni offre comunque loro tuttora delle chance divisionali, pure per le egregie skill di un lineup dove il catcher William Contreras, Yelich e Adames mantengono l’alone MVP, e perché dal mercato scambiato sempre da Baltimore è arrivato Ortiz e fra i free agent Sanchez e Hoskins, hitter che se ritrovano costanza e salute non hanno bisogno di presentazioni. Inoltre si attende dai giovani Turang e Frelick un passo successivo e dall’interbase nonché secondo prospetto MLB Chourio l’inizio di una grande carriera.

PITTSBURGH PIRATES

Assenti dai PO sin dal 2015 i giovanissimi Pirates sono reduci dal miglior risultato in 6 anni (76W), condito col primo Gold Glove del terza base Ke’Bryan Hayes, esteso a 8 anni assieme al franchise Reynolds per 176M combinati, dal rientro a casa di McCutchen, che sarà ancora il designato, e dal debutto della first overall Henry Davis, catcher potente e tecnico. Ciò ha perciò spronato il GM Cherington a spingere l’acceleratore annettendo allo scarno monte ingaggi 31 milioni per Tellez e Grandal nell’infield, Michael A. Taylor in esterno centro e al lancio del vecchio Chapman, Martin Perez e Domingo German, retrocesso però in minor forse per la cronica dipendenza all’alcool.

Tanta produzione ed esperienza per lo skipper Shelton, che se utile immediatamente allo scopo potrebbe dare a Pittsburgh la vetta divisionale, anche per il ritorno dopo la frattura al perone del diamante Oneil Cruz nell’interbase. Allungato a 5 anni poi il contratto a Mitch Keller, numero 1 della rotazione, completata dai mancini Falter e Marco Gonzales, in trade da Philadelphia e Atlanta, e dal secondo giro 2020 Jared Jones, sorprendente nello spring training. Il bullpen in Bednar, Holderman e Borucki è sulla carta di pregevole  fattura.

ST. LOUIS CARDINALS

I Cardinals di Oliver Marmol sono reduci da un’imprevista stagione deludente, sia nel record (71/91) che nella gestione manageriale, attaccata apertamente da Contreras e O’Neill, infatti passato a Boston.

La crisi ha riguardato un po’ tutti i reparti – esterno e lancio in primis – a parte i big Arenado e Goldschmidt, sempre sul pezzo, ragion per cui il lineup li vedrà all’inizio di fianco ai draftati Donovan, Gorman, Burleson, Walker, Scott e Winn, nel tentativo di illuminare il futuro.

La sigla annuale delle vecchie glorie Carpenter e Crawford porta per l’appunto leadership e saggezza. Il monte, allergico agli strikeout, è il settore più rivoluzionato dopo il penultimo posto NL fra i partenti e il terzultimo come bullpen. Dal mercato importanti arrivi dei rilievi Kittrdedge e Middleton e del primo starter Sonny Gray, loro due subito presenti nella già affollata infermeria insieme a Edman, Nootbaar e Carlson, in pratica l’intero outfield.

Zac Thompson sarà promosso perciò nella rotazione coi veterani della prima ora Lynn e Gibson, 15 anni in major e rimpiazzi di Flaherty, Hudson e l’icona Waino Wainwright. Un plotone non convincente, vista l’età anagrafica non più sorridente nemmeno in Mikolas e l’altalenante carriera di Matz, che pone ST. Louis ultima favorita della division, tuttavia la più equilibrata dell’intera Major.

2 thoughts on “MLB Preview 2024: N.L. Central

  1. Interessante questa curiosità sui Reds, ovvero che sono la squadra che da più tempo non vince nei playoff in tutte e quattro le leghe: non lo sapevo.

    Fare un pronostico è difficile: come la Al East, qui c’è grande equilibrio e potrebbero esserci poche vittorie di differenza tra la prima e l’ultima. Inoltre, è difficile non farsi influenzare dall’avvio incredibile di Pittsburgh. Ci provo…

    1- Chicago (85-77).
    2- Cincinnati (84-78).
    3- Milwaukee (81-81).
    4- Pittsburgh (78-84).
    5- St. Louis (77-85).

    • Si, dopo che i Lions hanno cavalcato l’ultima postseason i Reds sono fanalino di coda Usa..division particolarissima, dato che nessuna ambisce alle WS ma ognuna delle presenti ha una % fra il 18 e il 22 x arrivare prima..

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