La ferocia dell’American League ha mietuto tante vittime nella prima metà stagionale, fra cui i Mariners di Julio Rodriguz, forse la più grande star dell’intero baseball, sia all’interno del diamante che dinanzi le telecamere.
Un continuo fiatone per sopraggiungere il 50% di W li poneva difatti lontani dallo spot per il Wild Card Game, soprattutto perché le 5 antagoniste delle due super division (East e appunto West) viaggiavano ben sopra quel limite, mentre la mediocre Central toglie un pesante flag nella casella playoff.
Nel momento in cui scriviamo invece, non solo Seattle si trova ben sopra la border line per la postseason (8 partite e mezzo di vantaggio), ma è addirittura contigua alla testa del proprio girone, sebbene a stretto giro di posta coi semprevivi Astros e i bomber del Texas, questi ultimi però in drammatico calo!
Frutto della rimonta pazzesca, che oggi ratifica i Mariners miglior team MLB al pari di Orioles e Dodgers dopo l’half break, è un bel gruppo che già da due stagioni appare molto unito, un mix fra plausibili MVP veterani (Suarez, Hernandez, France e Crawford al piatto e Castillo al lancio) e giovani, Rodriguez certo ma non solo, ovvero Gilbert, Raleigh e l’ottimo Canzone, la cui trade per Sewald ha lasciato una traccia indelebile, pure per le performance di Josh Rojas, leader di gruppo per media al box!
Con un roster giovane ma ricco di “prime” fra i giocatori di posizione si è perciò potuto sacrificare Pollock, bypassare la malasorte che ha colpito Kelenic, la cui esplosione definitiva è stata bloccata da una frattura al piede, e la sfortunata stagione di Trammel e dei veterani La Stella e Wong, poi rilasciati. Non sorprende dunque che un lineup coraggioso e istintivo abbia un’alta ratio sia nelle percentuali sugli strikeout che sulle basi ball.
A proposito di sfortuna, terrificanti poi gli stop annuali di Ray e Gonzales nella rotazione, sebbene Kirby e il rookie Miller li abbiano rimpiazzati più che egregiamente, come si nota dalla terza ERA in AL; ottimo pure il bullpen, secondo in WAR (5.7), media Pgl e FIP, segnalata finora a 3.58 da Fangraphs!
Detto questo non è riduttivo dare la palma di unico condottiero a Julio Rodriguez, fresco di home run in tre match consecutivi, che nonostante i soli 22 anni fa del carisma l’arma principale, senza considerare le mostruose performance two way che effettua in campo.
Se Seattle ha messo il turbo gran merito è difatti dell’ultimo ROY, che battendo primati su primati è riuscito a caricarsi tutto il resto dei compagni sulle spalle e condurli ad una remuntada magnifica: 30-12 dalla metà di Luglio con una quasi scontata qualificazione in postseason, prima che un nervo del piede si mettesse a fare bizze. E’ lui l’assicurazione per il futuro dei Mariners, un profilo MVP che dovrebbe dominare l’intero decennio e consentire loro di competere ogni anno.
Prima di elencare tutti i suoi record è giusto esaltarne soprattutto la grandezza difensiva, fatta di veri e propri salvataggi in tuffo e a bordo campo e numerosi punti evitati, con ben 290 eliminazioni dall’esterno centro (terzo MLB) e 0.993 fielding% (quarto), per 2 soli errori allo 0.7 di DWAR, primo di squadra!
J-Rod alla 256° gara in carriera ha già barrato la casella dei 50 hr, battendo un’altra icona con la scritta Rodriguez dietro la casacca Mariners, quell’Alex che però nel 1997 ci impiegò ben 13 partite in più, ha anticipato Eric Davies di due (258) sulla combo fuori campo/rubate 50/60 ed eguagliato Ronald Acuna Jr fra i sophomore.
Dall’All Star Break in avanti poi, oltre a migliorare una preoccupante K Rate, è divenuto il più caldo hitter di lega, performando un irreale .340/.395/.594 al piatto e sfiorando la striscia di cinque gare a 4+valide, che gli vale il pareggio con l’ancestrale Milt Stock dei Brooklyn Robins annata 1925, mentre le 17 totali appaiate a 5 steal di questa streak equivalgono ad un inedito MLB, per un totale di 18 su 23: semplicemente pazzesco!
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.