Nell’American League la corsa per vincere il premio di matricola dell’anno è più aperta che mai e gli addetti ai lavori danno come favoriti alla vittoria finale due giocatori che stanno avendo una stagione formidabile.
Masataka Yoshida, dopo aver giocato sette anni con gli Orix Buffaloes, con cui ha vinto le Japan Series nel 2022 ed è stato nominato quattro volte All-Star e due volte miglior battitore della lega, è uno dei due principali candidati per il Rookie of the Year.
L’esterno sinistro dei Boston Red Sox, trent’anni compiuti qualche settimana fa, grazie anche alla sua età, può vantare una maggiore esperienza rispetto agli altri. I suoi numeri sono clamorosi: .319 di media battuta, spaziale per un rookie, 107 valide (primo tra le matricole) e un’ottima disciplina al piatto degna del miglior Juan Soto, con pochissimi “swing and miss”.
Ad aprile ha battuto due fuoricampo nello stesso inning (uno dei due un grande slam), diventando il 58° giocatore nella storia della MLB a compiere quest’impresa. Nel Massachusetts l’hanno già soprannominato Macho Man e nonostante la corsa per la wild card si stia facendo sempre più dura, i Red Sox possono consolarsi con il loro nuovo gioiellino.
Sarebbe incredibile se due giapponesi vincessero rispettivamente il rookie of the Year e l’MVP nello stesso anno e nella stessa lega, considerando il successo di Shohei Ohtani ormai già annunciato.
L’altro candidato per il premio di matricola dell’anno è Josh Jung, terza base dei Texas Rangers: texano di nascita, 25 anni, undrafted nel 2016 poi scelto nel 2019 dai Rangers all’ottava scelta, dopo una carriera collegiale alla Texas Tech University.
La media battuta è decisamente più bassa di quella di Yoshida (.273), ma ha battuto più fuoricampo (19 rispetto agli 11 del nipponico) e ha quasi lo stesso numero di valide battute (103). Ma grande forza di Jung però è la difesa: da terza base solo tre errori commessi, pochissimi per una matricola e 56 eliminazioni effettuate.
Complice anche la stagione strepitosa dei Texas Rangers, Jung è uno dei due candidati al premio, tuttavia ha qualcosa in meno di Yoshida, a parer mio.
Sarebbe giusto citare un terzo giocatore che molto probabilmente non vincerà, ma che sta giocando splendidamente coi suoi Baltimore Orioles e ha solo 22 anni: Gunnar Henderson, terza base e interbase per la franchigia del Maryland.
Ha l’average più basso dei tre (.243) con anche meno turni di battuta, ma ha comunque battuto 15 fuoricampo e ha un OPS di .804. Bisogna ricordare che ha sempre 22 anni e gli altri due hanno maggiore esperienza. Probabilmente arriverà terzo nella classifica finale, ma avrebbe sicuramente puntato alla vittoria senza le prestazioni mostre degli altri due.
Comunque se potessi dare il mio voto, lo darei a Masataka Yoshida, anche tralasciando la mia fede sportiva, perché quello che sta facendo non si può ignorare.
Dopo sette anni in Giappone, che è sicuramente un baseball ad alto livello, ma che è anche un altro baseball, si è ambientato immediatamente al baseball “americano”, sperando che continui a seguire le orme di Ichiro Suzuki.
Orso per gli amici. Amo il passatempo preferito degli americani: il baseball. Tifoso da sempre dei Boston Red Sox, ma prima di tutto tifoso del Diamante. Innamorato della fastball di Pedro Martinez, dello swing di Mookie Betts e dei fuoricampo di David Ortiz. Sogno nel cassetto: guardare una partita dal Green Monster di Fenway Park. Su Instagram racconto di baseball con la page @mediabattuta