Nella storia ci sono stati solamente diciannove MVP vinti all’unanimità tra American e National League, l’ultimo dei quali nel 2021, consegnato a Shohei Ohtani.
Quest’anno, secondo gli addetti ai lavori c’è la possibilità che gli MVP delle due leghe siano entrambi unanimi per la prima volta nella storia della MLB.
Se della National League abbiamo detto tutto quello che dovevamo dire su Ronald Acuña Jr., per l’American League non si può non ignorare quello che sta facendo Shohei Ohtani.
La frase “uno così nasce ogni cent’anni” in questo caso è la più azzeccata, perché il giapponese è nato 99 anni dopo il più grande di tutti, Babe Ruth, con il quale ha caratteristiche molto simili, per non dire uniche.
Il giapponese dei Los Angeles Angels è un giocatore fenomenale sia sul monte di lancio che sul piatto alla battuta, un po’ come era Babe Ruth, e in questa stagione ha numeri nettamente migliori in prospettiva di quella del 2021, in cui ha vinto l’MVP, come detto prima, mettendo d’accordo tutti i votanti.
Le statistiche come battitore fanno girare la testa: 35 fuoricampo (1° in tutta la MLB), 1.068 di OPS (1° in tutta la MLB) e .306 di media battuta.
Quelle come lanciatore non sono da meno: 3.50 di ERA, 139 strikeout e 1.12 di WHIP. Nel baseball dopo Babe Ruth non si è mai visto qualcuno saper eccellere sia come lanciatore che come battitore e Shohei Ohtani è proprio quel tipo rarissimo di giocatore.
L’anno scorso a fine stagione aveva battuto 34 fuoricampo, che non sono pochi, mentre quest’anno per arrivare a 35 ci ha messo 64 partite in meno rispetto al 2022.
Ricordiamo che siamo a luglio, la regular season finisce ad ottobre e il fenomeno nipponico ha numeri da una stagione intera, che sarebbe memorabile per un qualsiasi altro giocatore, ma normale per uno come lui. Stiamo assistendo alla storia, siamo testimoni di qualcosa che probabilmente rivedremo tra altri cent’anni.
Riguardo ad altri giocatori, sarebbe ingiusto non nominare Yandy Diaz, prima base dei Tampa Bay Rays, che sta battendo divinamente (.323 di media battuta e .923 di OPS) e Luis Robert, esterno dei White Sox, che sta vivendo la sua migliore stagione da quando è entrato nella lega, con 27 fuoricampo e .907 di OPS.
Entrambi, nonostante le loro stagioni formidabili, sono più di una spanna sotto a Ohtani che nella corsa al suo secondo MVP non ha rivali. L’avrebbe vinto anche l’anno scorso se Aaron Judge non avesse battuto 62 fuoricampo, frantumando il record dell’American League dopo 61 anni.
Ma ora che l’esterno dei New York Yankees sta avendo una stagione difficile a causa degli infortuni, nulla può fermare il nativo di Oshu a vincere l’MVP dell’American League per la seconda volta in carriera, quasi sicuramente all’unanimità.
Orso per gli amici. Amo il passatempo preferito degli americani: il baseball. Tifoso da sempre dei Boston Red Sox, ma prima di tutto tifoso del Diamante. Innamorato della fastball di Pedro Martinez, dello swing di Mookie Betts e dei fuoricampo di David Ortiz. Sogno nel cassetto: guardare una partita dal Green Monster di Fenway Park. Su Instagram racconto di baseball con la page @mediabattuta