Philadelphia supera St. Louis in due match ricchi di rimpianti per i favoriti della vigilia nonché vincitori di Division, all’ennesima tornata in attivo, terzo seeding NL e dominatori della Central, perfetto mix fra giovani ma maturi utility difensivi quali Edman, Carlson, Donovan e l’infortunato Tyler O’Neill, profili MVP (Arenado e Goldschmidt) e icone mai dome quali Molina e Pujols, i cui record distrutti non fanno più notizia. I Phillies, finalmente dopo 11 anni vincono due sfide strane e diverse fra loro, comunque sufficienti per acquisire fiducia nel prossimo futuro, grazie ad una rotazione seconda a nessuno.

Era questa la prima vera ribalta dall’avvento di Harper e Realmuto, con Alec Bohm e Hoskins regnanti nei precedenti coi rivali – 8 su 21, 2 hr, un triplo e .368 di media al box il primo e .360, 9/25, 2 doppi e tre homers il secondo – e il leader di lega per fuori campo Schwarber a incutere timore al piatto!

St. Louis, favorita a -135, arriva al wild card col primato casalingo di 53/28 a dispetto degli uomini di Thomson, 40/41 on the road e underdogs a +115, tuttavia vincitori in regular season di 4 sfide su 7. Alti e bassi sul colle per entrambe, ma risalta per Philadelphia il 17.5 di WAR e l’impressionante numero di inning lanciati dagli starter (ben 896), mentre i Cardinals subiscono in proiezione solo 0.91 home run per 9 periodi. Decisamente preferibile invece il bullpen di stanza in Missouri, 3.61 ERA anziché 4.27!

A sorpresa per gara 1 Oliver Marmol designa Jose Quintana, mancino però come i satanassi Harper e Schwarber, calante da anni ma da quando emigrato qui titolare della più bassa home run-rate e fra i migliori 5 partenti NL per ERA casalinga, assieme proprio a Mikolas, 2.24 il colombiano, 2.38 il trentaquattrenne baffuto. Scontata viceversa la presenza iniziale di Zack Wheeler sponda Phillies, lui che è 1-0 a 0.60 di ERA in tre partenze dal rientro post tendinite, e che in carriera vanta un 3-2 a 2.65 da starter (6 volte) sui Cardinals.

A parte qualche patema nell’alto quinto e una doppia eliminazione con Pujols al piatto a fine sesto, i due porteranno egregiamente a termine il loro compito. La base ball concessa a Carlson permette poi al pinch hitter Yepez di scaricare nelle tribune di sinistra la cutter mancina di Alvarado e sbloccare il risultato nel settimo inning (0-2 Cardinals).

Sembra finita ma nell’ultimo parziale e dopo il K ad Hoskins, una partita a basso score si trasforma in inferno per Helsley e Pallante, che subiranno 6 run a causa dell’hit by pitch su Bohm, a Stott che porta a casa Sosa, alle singole di Segura e Marsh e alla volata di sacrificio di Schwarber. Inutile l’altro pinch hit di St. Louis (Gorman) che non evita il 6-3 Phila e la W al vecchio Robertson.

Nola alla prima partenza in carriera da playoff e Mikolas, reduce dai 202 e 1/3 inning, massimo di sempre, presenziano come da pronostici il monte di gara 2; Aaron è inoltre 2-1 con 1.93 ERA nelle ultime tre apparizioni e 2.69 in nove totali contro i Cardinals (5-3 record).

Stavolta non ci sarà un inning infernale a decidere le sorti di partita e serie, bensì il fuori campo di Harper sulla curva del rivale, susseguito dalla sacrifice fly di Schwarber nel quinto frame con Montgomery in collina, run anch’essa nel tabellino di Mikolas, permettendo poi all’ispirato Nola, coadiuvato da Alvarado, Dominguez e il neo closer Eflin, di mantenere il risultato sul 2-0 che significa sweep.

I Cardinals lasciano 9 corridori in base e pagano la cattiva vena di Arenado e soprattutto Goldschmidt. Finisce con gli occhi lucidi di tutti gli adepti del baseball, visto che il mito di Pujols e Molina arriva al capolinea, mentre Philadelphia prosegue la propria missione sbarcando in Georgia, dove da martedì inizieranno delle meritate Division Series. Potrebbe essere Ranger Suarez il partente, seppur reduce da 8 run in 9 inning.

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