Nella stagione con l’inizio più equilibrato della storia (dopo 30 partite giocate infatti ogni squadra ha perso almeno 12 incontri, e non era mai successo negli oltre 120 anni di MLB), siamo per l’ennesima volta a magnificare le doti di Billy Beane e dei suoi A’s, cenerentola MLB da un ventennio (in termini di payroll) ma sempre capaci di inventarsi qualcosa per giungere (o avvicinarsi) ai playoff.

E la situazione è talmente grave dal punto di vista finanziario, che la stessa MLB ha consigliato la franchigia di guardarsi intorno per uno spostamento di sede, con Las Vegas come soluzione al momento più probabile (dove sono finiti anche i Raiders di football).

La proprietà vorrebbe rimanere ad Oakland, dove però chiede un luogo adeguato per costruire un nuovo stadio, imprescindibile per poter migliorare gli introiti del club, ma l’amministrazione pubblica sta facendo resistenza e non riesce ad individuare lo spazio giusto, dato che è stato escluso che la medesima area del Coliseum possa essere profittevole nel lungo periodo (sembra tutto molto simile al problema fiorentino con il calcio).

I pronostici della vigilia davano in forte ascesa gli Angels, che da anni investono per rivincere questa Division, e stabili gli Astros, da un decennio ai vertici, mentre gli A’s, dopo la sorprendente vittoria dello scorso anno nella AL West, compensata dalla inattesa sconfitta nei playoff ad opera di Houston, erano dati come sempre come mine vaganti, dati gli affari al risparmio, con l’acquisto di Moreland e Lowrie, reduce da un anno di stop per infortunio, e la trade a chi si liberava del contratto peggiore con Texas (Andrus per Khris Davis).

Eppure, come sempre, Beane sembra aver fatto le scelte giuste e, grazie anche al solito inizio stentato degli Angels, che nel frattempo hanno persino designato per l’assegnazione Pujols, prima mossa in vista del taglio del futuro Hall of Famer e probabilmente miglior prima base di sempre, e quello così così degli Astros, gli A’s ne stanno approfittando per fuggire via.

E l’inizio non era stato certo dei migliori: 0-6 con un sweep in 4 subito dagli Astros e la sconfitta nelle prime due del derby con i Dodgers. Poi, come per magia, 13 vittorie di fila hanno ribaltato la classifica, proiettandoli in testa, dove sono tutt’ora a 23-15, dopo aver battuto per due partite di fila l’altra sorpresa Boston.

I maggiori artefici di questo boom sono Laureano e Canha negli esterni, con un buon bottino sia in HR sia in SB, ed i soliti Olson e Chapman, eccellenti anche in difesa. Ma è il monte di lancio a dare le maggiori soddisfazioni, con Bassitt, Manaea e Irvin sotto al 3.60 di ERA, con 3 vittorie ciascuno, e Petit come rilievo lungo, con un’ERA di 0.83 e ben 4 vittorie.

Trivino e Diekman si dividono l’ultimo inning, con 6 e 5 salvezze rispettivamente. Sono la seconda squadra MLB per quality start, a quota 19, dietro solo ai campioni del mondo.

Non siamo certi che il miracolo possa ripetersi anche quest’anno, ma le premesse ci sono tutte, e Bob Melvin in panchina è una garanzia per Beane. Almeno la wild card dovrebbe essere alla portata dei sempreverdi A’s.

 

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