Los Angeles batte 3-1 Tampa in gara 6 vincendo le World Series tanto attese dal 1988, dopo averne annusato l’odore nelle ultime edizioni, quando un roster spaziale sbatteva sempre contro le corazzate AL di turno.
In questa pazza shortened season l’impresa è forse stata maggiore, nonostante la rosa costruita in estate con l’aggiunta di Mookie Betts – determinante in questo percorso – non lasciasse adito a dubbi su chi fosse la franchigia più forte. Un inedito tabellone a 16 con eliminazione diretta però, poneva perplessità ed insidie sin da subito, prima coi sempre pericolosi Brewers, e poi con la “sensazione” 2020 Padres, fino all’epica rimonta contro i Braves, divenuti a quel punto i favoriti delle odds di Vegas.
Il 4-2 con il quale stanotte si è chiuso il cerchio, ha valenza enorme per come pervenuto, superando cioè l’upset dell’incredibile gara 4 già in cassaforte, e ripartendo da capo controllando quasi senza difficoltà nei due match finali gli orgogliosi ragazzi di Kevin Cash, anch’essi vincitori di stagione!
La serata sarà ricordata per l’MVP WS assegnato a Seager, l’ennesima prestazione clutch di Betts, il dominio sul monte di Snell, a sorpresa sostituito dopo 6 dominanti inning dal suo skipper e l’uscita dal diamante di Turner per positività al covid!
Contro Tony Gonsolin i Rays schierano Choi leadoff e a seguire Arozarena, Meadows e Lowe, per aggredirne l’insicurezza palesata nella seconda sfida, prima che Roberts lo sostituisca e chiami rinforzi dal bullpen. Difatti 3 delle cinque valide odierne arriveranno contro di lui, compreso l’immancabile timbro di Arozarena, unico punto di Tampa a fine incontro.
Snell come detto sarà l’incontrastato padrone del monte e manderà K 9 battitori in 73 lanci senza BB, subendo l’unica valida da Taylor nel terzo parziale e Barnes nel sesto, che ne determinerà l’uscita non senza polemiche, dato che la regia lo inquadrerà spesso biascicare nel dugout.
Col senno di poi l’opzione sarà fatale, visto che con Anderson al lancio un doppio di Betts e il suo lancio pazzo cambiano le sorti di match e serie. Sempre l’ex Red Sox farà capire chi sia l’MVP al box sparando la slider di Fairbanks fuori campo a fine ottavo, chiudendo in pratica le ostilità.
Con Jansen ormai out dopo la shockante quarta partita, saranno Floro, Wood, Baez, il Winner Gonzalez, Graterol e soprattutto Urias, perentorio nei 2.1 inning conclusivi, i rilievi che conterranno i batters rivali.
Si chiude coi Dodgers festanti sopra il corpo del closer per l’occasione ed eroe di giornata, e le telecamere che riprendono proprietà e familiari annessi festanti nelle tribune di Arlington, assieme a un Magic Johnson impazzito dalla gioia.
La cinepresa poi insiste nei primi piani su Clayton Kershaw, infinito campione che ha finalmente lasciato il proprio marchio in una serie finale dopo anni di delusioni!
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.