Un monte ingaggi che intravedeva i 500 milioni combinati, lunghezza in ogni reparto e gli acquisti a sensazione di Cole e Betts che staccavano di una spanna la concorrenza: così Yankees e Dodgers si affacciavano alla stagione ridotta.
I pronostici venivano rispettati per un terzo del cammino; in seguito, mentre i ragazzi di Roberts proseguivano incontrastati il proprio regno, il team del Bronx subiva un calo drastico che lo portava addirittura a lottare per gli ultimi spot coi quali aggrapparsi alle Wild Card, con critiche annesse verso Aaron Boone!
La causa è sempre la stessa, cioè i numerosi infortuni che hanno flagellato una rosa altresì inarrivabile per completezza, mettendo perplessità sui big splash Stanton e Paxton, esplosivi per il payroll ma giunti nella Grande Mela con acciacchi recidivi confermatisi tali.
Oltre all’ex Marlins, le assenze di Judge, Sanchez, Torres e LeMahieu hanno fiaccato un lineup prodigioso, e rappresentato lo stop verso qualunque mira egemonica nella fase centrale del campionato, nonostante la conferma pazzesca di Voit da slugger (20+hr nelle prime 50 gare come Ruth e Mantle) e Urshela in difesa. La carretta tirata dai soliti Hicks, Gardner e Frazier non ha retto l’urto di una AL quest’anno competitiva a dismisura, e il rientro recente dei bomber ha riportato con una streak in doppia cifra la serenità in classifica e qualche record, tipo i 5 fuori campo in singolo inning e 19 in tre match consecutivi!
Paxton, comunque in crisi col cruccio di carriera delle fly ball, è tuttora in 60 day IL, mentre Severino, Kahnle, Heller e German (lui per motivi extra baseball) sono ormai spariti dalle rotazioni. Per di più uomini di fiducia quali Ottavino, Chapman (fuori anch’egli parecchio) e Holder hanno regredito un bullpen spesso salvatore della patria.
Lo stesso Happ, finalmente a posto e in fiducia, ha però una storia recente alquanto scostante, idem Montgomery reduce da anni passati in lista infortunati; Yajure e Garcia sono le rivelazioni tra i giovani, a differenza di King e Nelson; tuttavia sperare in un loro crack da postseason è ingiusto e surreale!
A parte Cole, Tanaka e Britton, non si ravvisano difatti certezze sul monte per affrontare i particolari playoff che si andranno a delineare, nei quali ogni avversaria presenta incredibili battitori: le speranze per New York saranno quindi esclusivamente avanti il piatto di casa base!
I Dodgers al contrario sono la schiacciasassi della shortened season, capaci per primi di raggiungere le 30 W e la vetta finale in NL con 6 giornate d’anticipo, perdendo l’unica serie a settembre coi Rockies! Dominano la MLB sia per ERA che home run, grazie a un roster mantenutosi finora sano e rodato, dove le superstar Kershaw e Betts concorrono per il Cy Young e l’MVP, loro già former, col primo diventato il terzo più giovane a mandare K 2500 batters, dietro Nolan Ryan e Walter Johnson, e il secondo totalitario tanto nei recuperi in esterno quanto con la mazza (leader per Hr e Rbi).
Eccellente la profondità in battuta, con ben 10 bombardieri limitrofi alla doppia cifra (Betts, Seager, Pollock, Muncy, Bellinger, Taylor, Pederson, Rios, Smith, Hernandez) e Turner di consueto costante nel contatto.
Al lancio stesse considerazioni, coi prospetti Gonsolin e May ormai il top di una rotazione completata da Buehler e Urias, Walker a disagio come nel 2019 nelle partenze iniziali e poi convincente, e Julio perfetto dopo gli inning d’esordio, con ERA da 8.00 a 2.35! Tra i rilievi, le stelle Jansen, Kelly, Baez e Treinen sono tuttora sicurezze, ma lasciano il proscenio a Kolarek, Gonzalez, McGee e Floro: musica per le orecchie di Dave Roberts, sovente propenso a mischiare le carte sulla collina!
Occhio però, la vecchia posteason insegna che da un lato L.A. crolla qui proprio sul monte e nei leader (Kershaw su tutti), e dall’altro che non bisogna mai fidarsi delle avversarie secondarie. San Diego inoltre è un team tecnicamente non molto distante dai Dodgers e l’incrocio potrebbe addirittura arrivare già nell’eventuale Divisional. Vincere a tutti i costi è poi l’obiettivo di Los Angeles, obbligo che di solito non porta mai benefici a livello psicologico.
Le due favorite della vigilia potrebbero perciò ancora considerarsi tali, ma il cammino da qui alle World Series sarà per entrambe lungo e tortuoso più che in passato!
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.