ARIZONA DIAMONDBACKS
Grazie alle mosse del prodigio Mike Hazen, che di fatto lascia – almeno per ora – il payroll snello come nel passato più recente, la starting rotation di Torey Lovullo ritrova un big del calibro di Bumgarner, stella corteggiata da tutti nel gelido inverno americano.
L’accordo è anche onesto per entrambe le controparti, con gli 85 milioni garantiti e una base salariale che verrà integrata dai 6M attuali ai 19 del prossimo anno, fino ai 23 nel 2022/23 per terminare sui 14 a fine contratto, quando l’asso sarà UFA trentacinquenne. Il campione ex Giants riceve lo strameritato contratto di fine carriera, divenendo la superstar simbolo di una franchigia comunque sì giovane ma già pronta per i playoff, e i D-backs acquisiscono il crack in un settore qui storicamente d’elite, nel pieno della maturità (30 primavere) e con nuove motivazioni.
Cambiano aria Avila, Taijuan Walker e Wilmer Flores per 14 milioni di monte ingaggi risparmiati, più Hirano, il sempre infortunato Souza Jr e Caleb Joseph. Nel bullben altra gradita firma quella di Hector Rondon (3M), setupman da 60 stabili inning proiettati sulle 60 gare, idem ma a 2,65M dai Brewers Junior Guerra, attualmente contagiato (assieme a Bracho), lui però anche jolly dinamico sia da starter che rilievo lungo. Nel lineup se possibile gli arrivi sono ancora più brillanti, visto che oltre al backup del catcher rivelazione Carson Kelly, cioè Stephen Vogt a 3 milioni, eccellenti i colpi Kole Calhoun (Covid anche per lui) per 2 anni (16M) nell’esterno destro e quello al centro di Starling Marte in trade dai Pirates, oggi sui 12M annuali.
Ora l’outfield D-backs ha un tris secondo a nessuno, con l’ex Angels tra i più atletici difensori nel profondo e portentoso sul lungo (33 Hr nel 2019) e il former Pittsburgh col canterano e stellina fatta in casa David Peralta precisi nel contatto. Jake Lamb avrà lo spot da designato, con Kevin Cron alternativa primaria, Escobar la terza base, l’esteso e affidabile Ahmed è lo shortstop e il solido Christian Walker la prima, mentre il futuro uomo franchigia Ketel Marte mantiene l’intoccabilità da seconda. Gli utility Rojas, Vargas e Locastro sono gli onorevoli position player di riserva. Dalle minors da non escludere l’impatto di Mathisen e Andy Young, del Triplo A Yasmany Tomas e dei prospetti da Doppio A Smith, Varsho, Drew Ellis e Seth Beer, lui assieme a Corbin Martin, Rojas e JB Bukauskas giunti da Houston nella trade per Greinke.
Mancino come Bumgarner diventa secondo starter Robbie Ray, certezza assodata, mentre i destri Weaver e Gallen cercano la breakout season, lasciando i dubbi maggiori di una rotazione più che buona per Matt Hergess solo su Merrill Kelly, vista la rinuncia di Mike Leake.
Le new entry al bullpen devono riorganizzare un comparto sotto media, con Bracho in IL, dove il closer sarà il sottovalutato ma pronto a esplodere Archie Bradley, confermato al pari dei giovani Ginkel e Yoan Lopez e del veterano Chafin; in lizza i medi Crichton, Duplantier e Alex Young e i lunghi Taylor Clarke e Payamps.
L’obiettivo sono le 32 W per tentare l’approccio al wild card game.
LOS ANGELES DODGERS
Ecco assieme agli Yankees la netta favorita per la stagione ridotta: i Los Angeles Dodgers! E ci mancherebbe visto il monte ingaggi delle due contendenti, coi californiani ad inseguire il total payroll avversario, per questo campionato aumentato di 17 milioni (226,7).
La scarna freddezza al lancio nel clutchness playoff, in primis di Kershaw ma anche di Ryu, sudcoreano dominatore del 2019 ma nell’attimo fuggente affiancato e scavalcato da deGrom per la corsa al Cy Young e bombardato dal box, ne hanno provocato la cessione per 80M quadriennali a Toronto. Il tutto dopo la mega trade con Boston e Minnesota, salutando fra gli altri Verdugo, Wong e Downs, per arrivare a Mookie Betts, insieme a Rendon il più forte giocatore a cambiare lega!
L’affare, straordinario a nostro avviso, ha permesso di mantenere i top prospect Dustin May e Gavin Lux, ottenere una competitive pick al Draft 2020 nel Round B e soprattutto allungare il mound del sempre utile David Price e di un setup come Graterol; l’ex calzino rosso però rinuncerà al torneo!
I pitchers, partenti e rilievi, rappresentano ugualmente un depht-elite inarrivabile per chiunque in 60 gare da “dentro e fuori”, per merito degli investimenti sul glaciale Blake Treinen (10 M per un altro da fine inning) e Alex Wood, sulla carta il quinto della rotazione, in California a 4 milioni. Oltre a Maeda e Rich Hill ai Twins, si è salutato Russell Martin da free agent, mentre lo swingman Jimmy Nelson a 1,25 M è l’ennesimo lanciatore di valenza giunto a L.A.!
Adesso le strategie sul monte si possono sbizzarrire in più d’una, sia per tutelare l’età e gli acciacchi delle superstar di ieri (Kershaw e Price), di Urias (quarto spot) e della new entry da 5 Wood, che per utilizzare l’enormità di alternative fra medi e lunghi, concedendo perciò ai 4 starter 2/3 frame al massimo, sostituendoli con gente del calibro di Stripling, Gonsolin, May (in lizza comunque da partente per Price), Santana e lo stesso Nelson, lui persino possibile opener! Unica eccezione per Buehler (2°), in procinto di elevarsi nell’olimpo del ruolo e perciò senza vincoli di tempo. Baez e Kelly concludono lo stratosferico comparto, lasciando all’ormai icona Kenley Jansen la chiusura del match, preparata dai già citati Graterol o Treinen, sperando che anche il closer allontani i preoccupanti segni di decadenza.
In battuta i dubbi invece stanno a zero: i Dodgers sono il team numero uno MLB! Con la regola del DH universale infatti, il lineup di Roberts può scegliere il designato a seconda delle situazioni, per noi almeno con 8 candidati (lo scorso anno in 10 gare ne usarono 6), opzione che nemmeno Yankees ed Astros possono permettersi. Justin Turner, a 35 anni e con infortuni di rilievo alle spalle, sarebbe un papabile, ma il ruolo di terza base non vediamo chi possa farlo meglio; Will Smith lo lasciamo catcher, ma un suo utilizzo da battitore libero sposterebbe Barnes in ricezione sgomberandosi così di responsabilità se non quella di esplodere colpi. Pollock e Joc Pederson entrano nella lista DH, col primo eventuale alternativa in esterno e il secondo titolare a sinistra. Lo stesso diciamo di Hernandez (LF), Chris Taylor (2/3B) ed Edwin Rios (1B).
Nostro ultimo nome e oggi favorito è Matt Beaty, il cui utilizzo darebbe via libera in prima base a uno dei tanti campioni in roster come Max Muncy, con gli altri due assi della cantera Seager (lui già certezza) da SS e Gavin Lux (in cerca di conferme da sophomore) in seconda.
Già fin qui avremmo una squadra da playoff, ma i due MVP Cody Bellinger e Mookie Betts chiudono il cerchio e pongono i Dodgers quale team inarrivabile per tutta la National e gran parte dell’American. Vincere è il solo possibile obiettivo stagionale per Los Angeles, con le 40 vittorie e dominio divisionale probabili; occhio però al mercato infuocato di Arizona e la crescita dei Padres.
SAN FRANCISCO GIANTS
Il mercato dei Giants ha visto l’addio dell’icona Madison Bumgarner, accostato all’infinito in zona Bronx ma andato poi ai rivali divisionali Diamondbacks. Oltre a lui, nel deserto dell’Arizona uno dei backup catcher Stephen Vogt, mentre Kevin Pillar a Boston e soprattutto Will Smith ai Braves sono le altre due cessioni di valore.
Ricreare appeal e fermare l’emorragia depressiva della fanbase per lo shock “MadBum” sarà impossibile e un altro anno al massimo intorno al 50% di vittorie nella NL West è un dato certo e acclarato per gli iconici Giants del guru Bruce Bochy, campioni del mondo per tre anni su cinque fino al 2014, che hanno piazzato due colpi dignitosi nella rotazione, con Kevin Gausman a 9 milioni annuali, sperando ritorni ai fasti di Baltimore e Atlanta, e Drew Smiley, anch’egli per un torneo sui 4 milioni, a picco in Texas prima di riprendersi ai Phillies. Dunque poca roba sul monte partenti, completato da Johnny Cueto (1) e Jeff Samardzija da due, ultimi baluardi col primo atteso da tempo ad una leadership tecnica mai vista, nonostante un accordo da 130 M per 6 anni (due i residui) che grava sul monte ingaggi, e il secondo free agent a fine stagione. A Logan Webb va il quinto spot, in competizione con le ulteriori new entry Tyson Ross dai Tigers, Cahill dagli Angels e Tyler Anderson, in arbitrato dopo il 2020.
Si punterà al futuro coi vari giovani sparsi al lancio, quali Dereck Rodriguez, Andrew Suarez, Tyler Beede, lo stesso Webb, Conner Menez, Shaun Anderson e Sean Hjelle, con inoltre gli intriganti infielder Abiatal Avelino e Mauricio Dubon, in 40-men minors, mentre il top catching prospect Joey Bart si farà le ossa ad emulare le gesta del mito Buster Posey, dichiaratosi però non eleggibile e rimpiazzato da Heineman o Brantly.
A contratti minori arrivati Yolmer Sanchez per la seconda base e il rapido specialista nelle stolen dai Royals Billy Hamilton (CF); in lizza da starter nell’esterno destro Wilmer Flores, qui per 6,25 milioni biennali, che lascerà forse la titolarità al leadoff Yastrzemski. Gli altri del lineup saranno Brandon Belt first baseman, Longoria terza, Dickerson LF, Crawford SS e Hunter Pence battitore designato; il bullpen avrà Tony Watson a chiudere le gare e Rogers, Gott, Coonrod, Garcia e Peralta i restanti.
I numerosi talenti sono pronti per il futuro cambio della guardia a San Francisco, ovviamente a fine ciclo ma affacciata splendidamente alla finestra per i tempi a venire.
SAN DIEGO PADRES
L’impossibilità di sbagliare sin da subito mette ancora San Diego un passo indietro alle varie Dodgers, Nationals, Braves, Cardinals, Brewers, Cubs e Diamondbacks, loro con un roster già coeso ed esperto a livelli top.
Certo il mercato per Jayce Tingler, novello manager, ha confermato appeal pure stavolta in questo lato di California, e le cessioni seppur pesanti e dolorose di Renfroe e Margot ai Rays insieme a Xavier Edwards, e di Urias e Lauer a Milwaukee, sono state certamente dimenticate delle acquisizioni di Tommy Pham, Emilio Pagan, Jurickson Profar, Zach Davis e Trent Grisham, componenti della mega trade con le stesse Tampa e Brewers nonché coi semprevivi Athletics. Investiti inoltre 39 milioni complessivi per portare ai Padres Pierce Johnson (2 anni) e Drew Pomeranz (4) nella batteria dei righty (il primo) e lefty (il secondo) reliever. Jorge Mateo invece raggiunge Oakland pochi giorni or sono.
Il lineup potrebbe ora giostrare il sempre profilo MVP Pham da designato in alternanza con Josh Naylor, il che deciderebbe la titolarità o meno di Cordero nell’esterno destro, che perderebbe dunque lo spot a discapito proprio dell’ex Rays (lui però LF). Mejia si piazzerà dietro al piatto di casa base con Austin Hedges backup, la stella Tatis Jr, augurandolo sano per tutte le gare, partirà shortstop emigrando ancora Machado nella terza, Hosmer l’ovvia prima e Profar la seconda, mentre i due outfielder titolari che completano l’ordine saranno Grisham e Will Meyers; gli utility man Ty France e Greg Garcia chiudono il bench.
Il plotone come visto sarebbe di tutto rispetto, ma le vecchie free agency che dovevano spostare gli equilibri hanno visto invece un calo netto nella media al box per il Manny nazionale e negli strke out per Eric Hosmer. Tatis Jr inoltre non da ancora garanzie fisiche sufficienti per raggiungere le vette dei Correa o Corey Seager di turno, Mejia è poi in costante attesa di una breakout season e Myers, shockante in negativo nel 2019 (-0,4 WAR), è in testa ai prospetti in rampa di lancio ma ancora inespressi. Per di più, con il recente contagio di Pham si potrebbe far sentire l’assenza di un power hitter alla Franmil Reyes, perso nell’ultima deadline a Cleveland.
Sul monte Paddack è l’indiscusso numero 1 per i Friars, dopo la strabiliante rookie season, mentre Dinelson Lamet, al rientro dal Tommy John, è il papabile ultimo spot di una batteria completata dal lefty strike thrower Joey Lucchesi, Garrett Richards e Zach Davies; Cal Quantrill e Matt Strahm, starter convertiti verranno proposti quali rilievi lunghi, coi prospect Michael Baez e Adrian Morejon pronti a sbarcare il lunario, al pari di numerosi altri talenti a libro paga, su tutti i top 100 MacKenzie Gore (5°) e Luis Patino (27°).
Con Andres Munoz in DL il bullpen è composto dal closer superstar Yates e i sicuri Pomeranz, Pagan, Stammen e Guerra. Oltre a loro i medi Johnson, Castillo, Perdomo e Wingenter: meno di 28 anni di media tra rotazione e relief pitchers, tanta roba ma pure presunta discontinuità.
Per questo il 50% di vittorie sarà la borderline da superare per sognare, se tutto girerà per il meglio, oppure per rivedere le parecchie convinzioni del 2019 e virare esclusivamente sul farm system!
COLORADO ROCKIES
L’involuzione di Colorado, attesa al breakout 2019 dopo essere giunta nel Divisional ma poi crollata in un patetico 71/91, spaventa anche la tornata odierna, nella quale la psiche dell’asso Arenado, sovente deluso e continuatamente al centro di gossip di mercato prima dell’esplosiva estensione di 260M al 2027, quando diverrà UFA, e l’inconsistenza sul monte, in particolare nel bullpen, pongono coach Bud Black in un limbo di incertezza latente, incrementata pure dall’abitare un girone già chiuso ancor prima di iniziare.
Offensivamente parlando comunque il lineup Rockies si difende eccome, pur se il recente forfait di Ian Desmond per motivi personali toglierà in attacco 20 home run di media sulle 162 gare e un jolly formidabile: il tris di stelle formato dal Nolan uomo franchigia, Trevor Story e Charlie Blackmon non ha eguali, col primo Top 5 MLB e gli altri shortstop e leadoff secondi a nessuno!
David Dahl ha i mezzi per essere un lefty letale contro i mancini, lui esterno centro e possibile cleanup, il front runner MVP 2016 e veterano d’elite Daniel Murphy si difende ancora, col probabile ruolo da DH manna dal cielo per risparmiarne fatiche in retroguardia, mentre McMahon è il convertito first baseman. Oltre al catcher Wolters, saranno Tapia e Hilliard a giocarsi il left field col vecchio Matt Kemp loro backup. Hampson, Brendan Rodgers e Chris Owings sono gli spot per la seconda base. Quest’ultimo fa parte di un pacchetto da minor league contract new entry – giunti per Bettis, Iannetta (ambedue agli Yankees) e Tyler Anderson ai Giants – insieme a Elias Diaz, in competizione dietro al piatto, Tim Collins rilievo sinistro e Ubaldo Jimenez in lizza da 5 nella rotazione.
I partenti sul monte, tra le cause dell’epic fail 2019 non preventivato, vedono Kyle Freeland, unico mancino del plotone e un po’ troppo presto esaltato profilo Cy Young, regredito in terza posizione, dietro German Marquez, seppure anch’esso in calo tra una stagione e l’altra e il pitching prospect Jon Gray, egli invece in crescita l’ultima campagna, con l’ulteriore destro Senzatela da 4, ennesimo a picco! Lotta aperta per il quinto starter fra Jeff Hoffman, il già accennato Jimenez, Peter Lambert e il più probabile Chi Chi Gonzalez.
Nel bullben i peggioramenti se possibile sono stati maggiori, con i presunti acquisti supersonici Bryan Shaw e Wade Davis lontani dai fasti del passato, e adesso affiancati a Oberg, Jairo Diaz, Estevez e Jake McGee.
Passa dunque dalle migliorie dei pitcher il percorso stagionale di Colorado, altrimenti lontano dalle 25/26 W.
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.