MILWAUKEE BREWERS

La rosa di Craig Counsell con torneo ridimensionato e designated hitter agevola la pitching side qui marchio di fabbrica e l’esplosione senza obblighi al guanto di Ryan Braun, punto saldo del lineup assieme a Lorenzo Cain (CF) e al former MVP Christian Yelich (RF), il cui accordo economico è pronto a salire ad una base salariale di 26 milioni dai 12,5 attuali, e motivo tra l’altro di una vera e propria rivoluzione che ha abbassato il payroll odierno a Milwaukee di quasi 40M.

Arrivati Smoak (5 milioni per un anno), che rileverà i galloni da first baseman, Avisail Garcia (20M biennali) quale titolare esterno sinistro, Eric Sogard e Jed Gyorko a 6,5 M combinati per un campionato che lotteranno nello spot in terza. Luis Urias, giunto in trade dai Padres e positivo al Covid, è in lizza da shortstop con Arcia ed infine Orman Narvaez è il nuovo catcher scambiato dai Mariners e successore di Grandal, oggi ai White Sox. Hiura è invece il titolare in seconda e Brock Holt, ulteriore new entry da Boston con club option, sarà un utility man! Nel terremoto dell’offseason perduti in battuta, oltre al ricevitore, pure Eric Thames, Travis Shaw e soprattutto Mike Moustakas, andato a rinforzare i Reds, nuova realtà NL!

Al lancio si è andato se possibile ancora più pesante, con gli addii agli starter Davis e Pomeranz (San Diego), Chase Anderson a Toronto e Jordan Lyles in Texas, mentre Guerra in Arizona e Gio Gonzalez sponda south side di Chicago lasciano il bullpen! Arrivano a Milwaukee il lefty Brett Anderson a 5 milioni annuali e Josh Lindblom triennale da 9,5 per presenziare il terzo e quarto spot in rotazione, con Woodruff e l’altro destro Houser titolari dei primi due. La trade coi Padres ha portato Eric Lauer, anch’egli mancino e in bilico nella lista quale numero 5, in competizione con Peralta e Corbin Burnes.

Waiver e sempre da San Diego Eric Yardley si giocherà la presenza tra i relief pitcher, dove i 3,25 M totali per il mancino Alex Claudio e il right hander David Phelps servono per accrescere rilievi da fine corsa, senza considerare un portento quale Corey Knebel, all star closer nel 2017 ma reduce dalla Tommy John. La strategia è chiara per la tornata ridotta: addizionare setup e consentire all’asso Josh Hader flessibilità tattica e presenza maggiore in più contesti del match. Con Suter, Black e Wahl possibili medi le alternative per affrontare più batters in 60 gare sono elevate, così come bombardare i ballpark con mazze potenti e precise.

L’equilibrio di una division già combattuta di suo non può che accrescere in una stagione così particolare; il primato 32-28 sulla carta è quello a cui si avvicineranno Brewers, Cubs, Cardinals e i quarti incomodi Reds, perciò fare un pronostico è alquanto azzardato.

ST. LOUIS CARDINALS

La fastidiosa tendinite di Cecil e la presenza in IL di Brebbia e Hicks lasciano inizialmente il bullpen dei Cardinals corto e con meno alternative, che nemmeno l’arrivo del rilievo lungo o back end starter Kwang-Hyun Kim può migliorare. Il sudcoreano è una delle poche mosse in arrivo, tutte fra l’altro marginali, che William DeWitt III e il suo front office hanno messo a disposizione dello skipper Mike Shildt, onorevole front runner da Championship Series.

Il manager riceverà i servigi in panchina del veterano Brad Miller e dell’esterno da Miami Austin Dean, mentre farà presenza da Doppio A Matthew Liberatore. Le dipartite di Jose Martinez a Tampa assieme ad Arozarena, Ozuna (Atlanta) e Wacha (Mets) invece, snelliscono si il cap di 9 milioni, ma impoveriscono le alternative sia in battuta che al lancio, di un team avanti da sempre col motto “next-man-up” ma tuttora impegnato economicamente con chi ha generato qui una decade di strapotere. Parliamo di Molina, Carpenter, Mikolas, Fowler, Andrew Miller, lo stesso Cecil, Wainwright (lui almeno UFA 2021) e dallo scorso anno Goldschmidt, trentaduenne ex bandiera D-Backs da quest’anno in adjusted salary a 26 milioni fino al 2024.

Sarà proprio Goldy l’intoccabile prima base del lineup, con Wong in seconda e Tommy Edman in terza, DeJong SS con Fowler, Thomas (o Tyler O’Neill) e il redivivo di fine 2019 Bader esterni, l’icona Yadi catcher e Carpenter probabile DH. Elehuris Montero (3B), annunciato positivo al virus, è tuttora in isolamento.

Il lancio da queste parti è al pari della difesa del field sinonimo di certezza, ma bisognerà vedere l’evolversi degli infortuni: la rotazione non si discute nell’ormai asso e pronto Cy Young Flaherty, Mikolas, Dakota Hudson, Wainwright e Carlos Martinez da 5, tutti destri ma dallo stile diverso e imprevedibile; Andrew Miller in assenza di Hicks sarà il closer con Gallegos, ed Helsley, Gant, Reyes e Tyler Webb concludono la batteria attuale degli affidabili disponibili.

Tra le quattro regine della Central i Cardinals partono appena sotto, ma Matt Carpenter è atteso ad una comeback season che lo spot da designato potrebbe restituirgli, permettendo a Tommy Edman, Tyler O’Neill o Dylan Carlson di esplodere una stagione breakout e prendersi la legacy di un marchio storico e vincente.

CHICAGO CUBS

I Cubs ripartono da due finali di stagione buttati al vento e la recente discontinuità fisica dei veterani in battuta, Rizzo e Baez su tutti. Il calo preventivato e fisiologico, susseguente la vittoria a un secolo di distanza dall’ultima nel 2016, avrebbe portato perciò il team di David Ross, subentrato al guru Joe Maddon, ad avere chance ridotte rispetto alle altre contendenti della Central in questo campionato, e ad Epstein di scendere dai 200 milioni di payroll (221,6 nel 2019), come infatti è stato (189,5), ma il dramma Coronavirus e la stagione completamente stravolta pone Chicago al pari delle altre, per la storica capacità di partire a razzo e per il basamento di un lineup rimasto per lo più invariato!

Certo le uscite di Hamels, Strop, Kintzler, Cishek, Kemp, Lucroy, Phelps, Holland, Zobrist e l’all in della vecchia deadline Nick Castellanos sono macigni che chiuderebbero le porte ad ogni tipo di speranza per qualunque franchigia a lungo andare, specialmente se priva di quel manager che l’ha fatta rinascere dalle ceneri. Gli arrivi poi, per di più a basse cifre, a contratti per le minors o da AAA, dei vari Jeffress (setup), Souza Jr (OF), Kipnis, 2B sul quale Cleveland ha declinato l’opzione rendendolo free agent, Asuaje, Hernan Perez e Tepera, Winkler, Megill (rule 5 draft), Sadler, Jason Adam, Rex Brothers, Olson e Ben Taylor tutti per il bullpen non spostano gli equilibri.

Il re-siglato e acciaccato Brandon Morrow è fuori oggi dalla player pool list, nonostante venisse ipotizzato punta di diamante assieme alla new entry Jeremy Jeffries e Craig Kimbrel, lui tra i tanti attesi alla rivalsa.

Il nuovo skipper si affiderà forse all’hitter più forte tra tutti i ricevitori, Wilson Contreras, alle spalle del quale si farà trovar pronto l’egregio Caratini, liberando da compiti difensivi Kyle Schwarber, novello e portentoso DH, schierando il tanto discusso Kris Bryant in terza base, oggetto di numerosi accostamenti da trade ma infine rimasto in casa, il nostro Anthony Rizzo in prima ed Happ, Almora Jr e l’inossidabile Jason Heyward in esterno. Kipnis prenderà la seconda, con David Bote e il giovane Hoerner riserve. L’asso Baez e jolly dell’infield partirà shortstop e a fine anno andrà in arbitrato, puntando a raggiungere le cifre delle altre star, che impegnano oggi 155 milioni di payroll in meno di dieci uomini!

Darvish ha zittito i critici degli anni passati con una stagione sontuosa per resistenza sul mound e avrà il primo spot di una rotazione indiscussa col professor Hendricks da due e John Lester e Quintana terzo e quarto, loro in preoccupante e continuo declino, fatto di poca costanza, variabile pericolosissima per le nuove regole. Dopo i 76 e più inning del 2019 promosso partente Tyler Chatwood, mentre Wick, Ryan e Brad Wieck concludono la batteria dei rilievi.

L’obiettivo è lasciare l’infermeria vuota e performare il solito inizio importante, immaginando che i molteplici rilievi medio/lunghi acquisiti possano farsi trovar pronti allorquando Lester e Quintana diano segni di fatica e panico.

PITTSBURGH PIRATES

Le deludenti prestazioni dentro al diamante, le continue trade e i problemi da front office per Clint Hurdle o i comportamenti al limite fuori dal campo per Felipe Vazquez, adesso in restricted list, per concludere con la rissa verso i Reds, mettono i Pirates in una condizione quasi mefistofelica e la propria organizzazione al limite del tossico.

Il nuovo manager Derek Shelton parte già con l’handicap dovuto ad infortuni e a scelte tuttora dubbiose e non effettuate. Oltre all’interbase Kevin Kramer infatti, è devastante la presenza in DL dei due partenti in rotazione Jameson Taillon (Tommy John) e Chris Archer, lui sotto i ferri per sindrome neurogena toracica ed entrambi out fino al 2021. Per non farsi mancare nulla, Blake Cederlind è risultato positivo al Covid-19 il 5 luglio: una sventura! Perciò gli starter ad oggi sono sconosciuti e la lista partenti potrebbe essere sovente riempita da opener saltuari, ipotesi che ritaglierebbe spazio al rientrante right hander Chad Kuhl.

Pure il ruolo da battitore designato full time finora non ha un nome, ragion per cui il coach ex catcher lo ruoterà con più uomini.

Gli unici certi al lancio per iniziare l’incontro sono John Musgrove e Mitch Keller, il primo in graduale miglioramento nel 2019 e l’altro top pitching prospect del club. Trevor Williams dovrebbe andare nella terza posizione e la new entry a minor league contract Derek Holland il back end starter o rilievo lungo, similare all’altro lefty Steven Brault, acciaccato però al pari di Clay Holmes.

Sam Howard e Robbie Erlin sono gli acquisti pure loro mancini per candidarsi ad allungare un bullpen che dovrà come detto fare le veci di una starting rotation al quanto problematica e numericamente scarna. Gli altri sono Crick, Rodriguez, Feliz, Burdi e Kela closer.

Perdita dolorosa quella di Marte, salutato insieme a Diaz, Liriano e Cabrera; arrivato Jarrod Dyson a 2 milioni annuali quale CF titolare, con Heredia (1M) e JT Riddle (850K) backup e Luke Maile ricevitore riserva di Stallings. Josh Bell è l’asso indiscusso e prima base, capace di segnare il 16% dei punti totali 2019 a tinte Pittsburgh e chiudere a .936 OPS con 37 homer, Newman lo shortstop, Reynolds e Gregory Polanco gli altri esterni, Frazier e Moran in seconda e terza e – ipotizziamo – Josè Ozuna DH. In attesa e probabili protagonisti a stagione già compromessa le stelline Will Craig e KèBryan Hayes.

CINCINNATI REDS

I Reds continuano la progressione già messa in atto lo scorso torneo, tentando nella odierna 60 game season di fare il colpo a sorpresa ed estromettere le più titolate Cardinals, Brewers e Cubs dai giochi playoff.

Via gli interni Peraza e Iglesias a Boston e Baltimore, e il partente Alex Wood ai Dodgers, il payroll subisce un aumento di 42 milioni in due anni (101-121-143) grazie alle poche ma perentorie acquisizioni di Mike Moustakas e Nick Castellanos (64M per 4 stagioni a entrambi), del jolly all’esterno Shogo Akiyama (21/3) e di Pedro Strop dai Cubs, utile rilievo da middle inning a fine corsa. Ci teniamo invece cauti su Wade Miley, affare in rotazione da 7,5M per due tornei, rivelatosi poco resistente dopo gli 80 lanci e ad un livello estremo in AL lo scorso torneo, fino a terminare lontano dal monte la postseason 2019 a Houston.

Lo spot da 5 anziché il terzo come agli Astros, con inoltre soltanto tre/quattro inning per match però, fanno si che il suo apporto a responsabilità ed efficienza ridotta potrebbe dare una spinta decisiva nella tornata annuale, ruotando e dividendosi i lanci assieme ad Anthony DeSclafani (4° spot) o ai rilievi di mezzo, quali Lorenzen, lo stesso Strop, Garrett, Stephenson e Lucas Sims. Inoltre Luis Castillo, Sonny Gray e Trevor Bauer sulla carta non hanno da invidiare nulla persino al tris di Washington, idem Raisel Iglesias da closer, rendendo perciò il mound a tinte Reds uno dei migliori e letali di tutta la National League.

Votto, da sempre best in business tra le prime basi, Moustakas (seconda), Eugenio Suarez (terza) e Galvis (SS) sono gli interni, coi jolly VanMeter e Blandino in panchina, mentre nell’outfiled Akiyama potrebbe prendere la sinistra lasciando le restanti zone a Jesse Winker (RF) e Nick Senzel (CF), liberando Castellanos da obblighi difensivi facendone il battitore designato; Barnhart è il catcher titolare con l’ottimo in battuta Curt Casali sostituto.

L’apatia offensiva di Cincinnati era l’ultimo step da limare per raggiungere l’apice, almeno all’apparenza: detto fatto! Con Moustakas e Castellanos adesso Eugenio Suarez non è più solo: l’asso e profilo MVP si ritrova ora al suo fianco due hitter da 60 fuori campo annuali (su 162 gare), per non parlare di una media al box da far rabbrividire chiunque e tra le più alte fra gli slugger (.254 il primo e .297 il secondo).

L’attacco Reds, adesso paritetico al lancio, concede a David Bell, skipper al secondo anno, un giocattolo meraviglioso col quale assaltare la NL Central, che sarà perciò ancora più equilibrata del recente passato.

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