1-Spencer Torkelson (1B/3B): Detroit Tigers
Scelta pressochè scontata quella dei Tigers, in costante ma ora speranzosa rebuilding, che annettono nel proprio lineup futuristico un talento innato nell’infield quale Spencer Torkelson, portentoso nella seppur abbreviata campagna stagionale in NCAA. Il prospetto da Arizona State difatti unisce la rapidità di movimento a forza, controllo e contatto, caratteristiche inusuali per un prima base destro e che per l’appunto gli sono valse la first overall. Sono 54 i suoi fuori campo su poco meno di 500 at-bat, e le 31 basi ball su 82 apparizioni al piatto testimoniano la nomina terrorizzante verso i lanciatori nemici.
2-Heston Kjerstad (OF): Baltimore Orioles
Il nuovo Rightfielder per Baltimore viene da Arkansas ed è un omone da un metro e 90 per più di 90kg; Kjerstad è un potente battitore mancino dal tiro destro, anch’esso portentoso e ammirato sovente da lanci lunghissimi sebbene da limare in precisione. Viene dalla ridotta stagione con pregevoli medie al box (.448) e miglioramenti sugli strikeout, diminuiti dal 20 all’11.5% (9 su 78 plate appearance) per totalitarie statistiche a .343/.421/.590, che gli sono valse l’ottima nomina contro i ragguardevoli pitcher della SEC. Fratello di Dexter, assoldato in passato nelle Minor di Kansas City e Miami, ha tutte le carte in regola per debuttare nella lega massima, dove il suo swing ancora da decifrare, viene però già paragonato a quello di Corey Dickerson.
3-Max Meyer (RHP): Miami Marlins
Primo pitcher ai piani alti, Meyer è stato promosso a partente alla terza stagione in Big Ten coi Golden Gophers, nella quale ha chiuso con cifre prodigiose, quali ERA a 1.95 e WHIP a 0.831 su 27.2 inning. Non mastodontico col suo metro e 83 rispetto alla media, dovrà perciò lavorare e molto nella sua esperienza in major ad affinare una changeup di livello e a non andare troppo largo col primo lancio; il nuovo giocatore dei Marlins però ha una forza nel braccio superiore ai suoi coetanei (21 anni), che gli permette di non scendere mai dai 90, di generare una slider tra le migliori seconde opzioni dell’intero DRAFT e di sfidare qualunque short-righties vista la sua rapidità nei lanci alti. Nel futuro una long rotation viene pronosticata da molti analisti, ma probabilmente – sperando che riparta il torneo MLB – un’uscita dal bullpen già da quest’anno potrebbe essere più realistica.
4-Asa Lacy (LHP): Kansas City Royals
I Royals prendono alla quarta Asa Lacy, uno dei maggiori prospetti da frontline, capace con la sua low-to-mid fastball sulle 90 miglia e una variabile slider di mandare K ben 46 battitori in 24 inning performati! Viene da 152 IP totali in tre campagne SEC a tinte Texas A&M, e tra i left hander MLB vede all’orizzonte gli unici mancini che a livello major hanno saputo fare altrettanto, ovvero sia Sale, Corbin, Kershaw, Ray, Eduardo Rodriguez e Matthew Boyd. Dovrà lavorare per limare i suoi difetti e l’attitudine alle basi ball, elevate e segno di scarsa freddezza, che potrebbero perciò costargli ruoli da starter e relegarlo in mid rotation. Grandiose comunque le 4 gare da partente quest’anno, con solamente 9 valide incassate!
5-Austin Martin (CF/INF): Toronto Blue Jays
Toronto sceglie Martin, un top hitter da Vanderbilt ma pure versatile difensore a copertura interna e lontano dalle basi, rapido, esperto e smart baserunner, peculiarità che ne fanno il più intrigante del lotto! Battitore prevalentemente di contatto (solo 14 fuori campo), lascia comunque intravedere notevoli migliorie in potenza, per merito di uno swing rapido e costante, che fra l’altro lo ha tenuto soltanto a 2 strike out, rispetto ai 10 walk. Ha chiuso a .368 la sua media al box, 20 valide, ben 15 run e 11 punti battuti a casa. Entra in un team pronto a sbocciare il volo e stracolmo di talento offensivo, che però difficilmente gli lascerà più opzioni di ruolo, e nel quale appunto dovrà essere bravo a ritagliarsi uno spazio ben definito, accantonando le molteplici abilità dentro e fuori l’infield per scegliere una posizione ben precisa, per non rimanere un ibrido tra esterno e terza base e vedersi schierato esclusivamente in alternanza tra i vari Merrifield e Scott Kingery di turno
6-Emerson Hancock (RHP): Seattle Mariners
Anche qui scontata la pick per Seattle, in disperata ricerca di pitchers affidabili coi quale generare un futuro dignitoso e credibile, dopo gli ultimi anni a tentare l’all in salariale, per poi rimanere con le briciole in mano. Hancock è il profilo migliore una volta visto sfuggire – ovviamente – Lacy, la cui prodigiosa doppia opzione al lancio è qui praticamente assente, ma l’arsenale a disposizione dell’ex Georgia, costituito da una low-mid a 90, changeup e slider non potenti ma costanti, permette comunque lo stesso di lavorare su qualcosa di solido, in particolare nell’attitudine a lanciare strike e a concedere poche basi ball, ovvero sia un esiguo 7% in tre anni di scontri al vertice SEC!
7-Nick Gonzales (2B): Pittsburgh Pirates
I Pirates prendono da New Mexico City uno dei battitori più quotati, sul quale bisognerà lavorare e attendere tempo necessario per trasformare un diamante grezzo qual’è in una stabile presenza da major. Le performance NCAA ma anche Smr nella Western Athletic Conference e in estate per la Cape Cod League sono quasi agli antipodi (.448/.610/1.155 e 1.765 OPS rispetto a .351/.451/.630) e danno l’idea della qualità abbinata alla non costanza del giocatore, da affinare soprattutto nella corsa tra le basi e nella difesa col guanto.
8-Robert Hassell (OF): San Diego Padres
Non ancora 19enne, Robert Hassell dall’High School di Independence, è un altro prodotto attenzionato da Vanderbilt, e prospetto legittimo sia al lancio che nell’esterno. Le valutazioni iniziali lo preferiscono al piatto per uno swing mancino che potrebbe produrre potenza superiore alla media e farlo diventare tra i migliori hitter della sua classe (2001).
9-Zac Veen (OF): Colorado Rockies
Zac Veen, altro giovanissimo outfielder dall’HIgh School (Spruce Creek), viene preso alla nona chiamata dai Rockies. Con questa uscita così anticipata si avvalora la forza e il futuro di un prospetto messo da molti sotto lente di ingrandimento, per via fra l’altro di un fisico alto, magro e longilineo e largo nelle spalle, tutte caratteristiche primordiali per divenire un esterno potente e negli anni muscolare, alla Jayson Werth. Le peculiarità tecniche invece, grazie alla giusta velocità in battuta e alle discrete medie al piatto, ne fanno un potenziale hitter mancino da metà ordine in attacco, mentre la difesa dell’esterno lascia ancora a desiderare, a differenza però dell’enorme gettito dei lanci dalla lunga, che potrebbe farne un fit nel right field (il suo tiro è infatti destro).
10-Reid Detmers (LHP): Los Angeles Angels
Dopo Corey Ray (5° nel 2016) e Brendan McKay (4° 2017) Louisville ripropone un top ten pick in Reid Detmers, reduce dall’ultimo anno in ACC con ERA a 1.23 e quasi 20 batters mandati K per 9 inning (48 SO su 91 hitter affrontati), concedendo le briciole di 16 hit, 6 bb e tre punti, esibendosi principalmente con low fastball a 90 e una curva lenta e knee-buckling: pazzesco! E’ vero che vedere una curveball sui 70 all’ora avere successo nella lega massima è raro, ragion per cui la gavetta agli Angels sarà improntata sul nuovo sviluppo di slider e changeup: sta qui la border line per divenire uno starter da mid rotation.
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.