Questo film del 1992 prosegue la saga dei film sul baseball tradotti da persone che non sanno nulla di questo sport, quindi gli RBI diventano “battute valide” e la metà inning diventa la media di non si sa cosa.
Il titolo originale, Mr. Baseball, si riferisce alla campagna pubblicitaria di Jack Elliot, campione degli Yankees in declino, tanto da non trovare una squadra MLB pronta ad acquistarlo, che viene invece proposto in tal modo nel Sol Levante, dove viene catapultato suo malgrado.
Tom Selleck, l’attore protagonista, fa splendidamente il ruolo dell’arrogante campione che non vuole sottostare a rigide regole di allenamento e di comportamento, in cui i Giapponesi sono maestri.
L’ambientamento quindi è molto difficile, per non dire impossibile, con i suoi modi irrispettosi, iracondi, o troppo giocosi. Solo con Hiroko, una ragazza misteriosa, il suo comportamento è leggermente migliore.
Quando dopo l’ennesima rissa viene messo fuori squadra, la ragazza decide di portarlo a casa dai suoi… per fargli scoprire che il babbo di lei è in realtà il suo burbero allenatore, che conosce perfettamente anche la sua lingua. Questi gli spiega poi che a rischiare il posto sono entrambi, perché è lui ad averlo fortemente voluto.
A quel punto Jack decide di provarci davvero, si allena duramente e poi si scusa con tutta la squadra, ricomincia a battere valide e HR, e conquista il rispetto e la fiducia di tutti. Fino a che, alla vigilia del match per il pennant, viene richiamato dal suo agente con la possibilità di rientrare nella MLB con i Dodgers, per finirvi la stagione.
Lui invece, dopo aver portato i Dragons alla vittoria, sponsorizza il suo compagno di squadra di colore Max “Hammer” per quel posto, e decide di rimanere in Giappone e di sposare Hiroko. Rientrerà negli Usa con lei per allenare i Tigers.
Un film decisamente divertente, quasi comico a volte, ma con diversi spunti seri relativi a differenti culture, differenti caratteri, rigidità che vanno superate per migliorarsi. E nell’ultima partita si vedranno i giapponesi comportarsi come Jack, e lui come loro, facendo vedere che ognuno poteva imparare qualcosa di buono dall’altro.
Da segnalare un cameo di Tim McCarver, nel ruolo di se stesso.