I Rays sovrastano Oakland nella Wild Card grazie a una prova accorta in difesa, al dominio di Charlie Morton e allo shockante inizio di Yandy Diaz, eroe di giornata che con due home run, intervallati da quello di Garcia, sposta l’inerzia a proprio favore dopo poco più di due inning.
Sarà il sempre eccellente bullpen poi a chiudere la saracinesca per merito soprattutto di Nick Anderson ed Emilio Pagan, alla prima esperienza da postseason, glaciali negli ultimi due tempi a concedere una misera valida in quasi 30 lanci e blindare così il 5-1 conclusivo.
Entrambe sono riuscite a distanziare Cleveland nel rush finale grazie al 18-8 settembrino per gli A’s e al 7-3 finale di Tampa. Come spesso accade dunque, nel win or go home tra due team così simili e dai pronostici in bilico, la freddezza dei partenti è ciò che fa la differenza e in una sfida così serrata se ne è avuta la riprova.
D’altronde chi meglio di Tampa poteva avere soluzioni vantaggiose sul monte, viste le statistiche annuali dominanti, dato che oltre all’ex Astros e Blake Snell, le alternative in caso di debacle prendevano il nome di Yarbrough, Glasnow o McKay, da utilizzare magari per un paio di out se lo starter avesse avuto problemi, oppure prelevare per i middle frame rilievi del calibro di Castillo, Roe, Drake o Colin Poche.
Niente di tutto ciò è stato necessario visto che Morton ha performato la miglior prestazione immaginata alla vigilia, dando a Cash cinque quality inning, subendo l’unica run di Semien a fine terzo per una volata di sacrificio di Laureano e contenendo egregiamente uno dei più forti lineup della Major.
Melvin invece ha atteso il fotofinish per dichiarare il proprio partente, preferendo alla fine la stella mancina Manaea – fuori per gran parte dell’anno ma prodigioso al rientro – all’ottimo campionato di Mike Fiers, costante in stagione a lanciare per lunghi tratti dei match. Anche qui la tattica era semplice: chiedere a Sean un impatto al top frutto di velocità e classe maggiore rispetto al più anziano collega, preferibile in durata e stabilità psicologica, accontentandosi anche di una settantina di pitch e in caso di calo affidandosi pure qui a un quality bullpen, col rookie sensazione Jesus Luzardo, l’ex starter Bassitt, l’altro debuttante AJ Puk per contrastare i mancini fino a chiudere con Petit e Hendriks, all star closer. Blake Treinen e Lou Trivino invece avevano concluso l’annata in anticipo per infortunio.
Purtroppo per lo skipper la scelta del 27enne da Indiana State si rivelerà deleteria e in soli 46 lanci patirà la bellezza di 4 punti nei due fuori campo di Diaz (in dubbio poiché rientrato addirittura solo domenica) e in quello doppio di Avisail Garcia, che comporteranno il precoce 4-0. L’ovvia sostituzione al secondo lancio del terzo inning arriverà a buoi già scappati.
Cash, per arginare i terribili battitori avversari, apporta modifiche nel lineup, lasciando in panchina il bomber Aguilar e Joey Wendle, preferendo loro come già visto il rientrante Yandy – a sorpresa leadoff in prima e non DH, sacrificando dunque pure Choi – e Michael Brosseau a chiudere l’ordine, jolly dell’infield che infatti difenderà tutte e tre le basi, compiendo però un throwing error nella poi futura run di Semien.
Tommy Pham è il battitore designato da due e a seguire Meadows (LF), d’Arnaud catcher, Duffy (3B), Garcia (RF), Adames interbase e Kiermaier esterno centro. Out Eric Sogard, in ripresa dai problemi al piede destro, mentre Brandon Lowe è stato finalmente riattivato per i playoff e farà da pinch hitter per Duffy, trasferendosi poi in seconda.
Melvin, con Piscotty fuori per distorsione alla caviglia, conferma invece lo schieramento previsto con l’unica differenza di Grossman (LF) per Seth Brown, coi profili MVP Semien (SS) e Chapman (3b) leadoff e terzo in battuta, Laureano (RF) ancora pieno di acciacchi, Olson (1B) cleanup, Canha (CF), Davis designated hitter, Profar (2B) e Murphy catcher.
Come detto l’attacco Rays decide la contesa all’inizio e Pham col quarto fuori campo di giornata mette la ciliegina sulla torta mandando la cutter di Petit negli spalti gremiti da 54.000 persone durante il quinto periodo, mentre a parte la sacrifice fly, Morton soffre solamente nella parte bassa del primo inning (valida e due basi ball) e del quarto (due hit). Sarà poi Castillo a controllare gli A’s, lasciando ad Anderson e Pagan l’onore di chiudere il match.
Si va a Houston venerdì e sarà probabilmente Verlander vs Glasnow, con Snell a prenotarsi per gara 2. Nonostante i precedenti stagionali dicano Rays, gli Astros partono strafavoriti ma Tampa ha già vinto il suo titolo; col payroll più basso dell’intera lega ha infatti sfiorato le 100 Win e guadagnato il rispetto dell’intero baseball mondiale: chapeau!
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.