Un record di 13-2, la vetta dell’intera lega e un’esplosività offensiva incontrastabile grazie a 8 run per game, alla leadership per rbi e ad una striscia (appena conclusa) per fuori campo: tutto questo ha rappresentato l’inimmaginabile inizio di regular season per Seattle.
Imprevisto soprattutto alla luce di una offseason al risparmio, caratterizzata dalla riduzione salariale successiva alle cessioni eccellenti di Cano (Mets) e Segura (Phillies) ma soprattutto quelle al lancio di Paxton e di Edwin Diaz e per l’assenza prolungata di un punto fermo dell’infield come Kyle Seager.
E’ presto per voli pindarici anche se l’American League finora sembra più umana e clemente rispetto al passato con i campioni in carica Red Sox in una crisi senza precedenti e gli Yankees in rodaggio stracolmi di infortuni. L’unica che dopo uno start a rilento sembra aver imboccato la solita strada dominante è Houston. Tra le squadre di seconda fascia ma accreditate a giocarsi la postseason i Rays marciano invece spediti.
Alla luce di tutta questa incertezza ed equilibrio i Mariners possono benissimo dire la loro, senza aver nulla da perdere e con pochi obblighi. Il lineup attuale può considerarsi come un vero gruppo di bomber, superiore anche a quello di New York sponda Bronx, con 42 fuori campo in 20 partite consecutive che se proporzionati ad un intero campionato vorrebbero dire 350 su 162 match e bye bye al record Yanks di 267!
Del vecchio nucleo Mitch Haniger e Dee Gordon sono le certezze, col primo ai vertici per punti segnati e doppie insieme a Ryon Healy e il secondo al solito un maestro nel rubare basi, mentre tra le sorprese stagionali va inserito di diritto Daniel Vogelbach, un toro che sta sfruttando in pieno le sue occasioni sia da prima base che come pinch hitter e DH: la sua escalation ci ricorda quella di Luke Voit a New York.
I profili maturi arrivati in cerca di nuovi stimoli e conferme stanno facendo la differenza. Jay Bruce ed Edwin Encarnacion dimostrano di essere ancora dei veri e propri slugger con ben 13 home run, 28 Rbi e 17 basi ball combinati.
Per l’esiguo investimento annuale (3,7M totali per entrambi) si sono rivelati veri affari anche Tim Beckham da Baltimore come interbase – già più di 20 valide con però 7 errori difensivi – ma soprattutto Domingo Santana dai Brewers, ad oggi il vero numero uno a roster nel settore d’attacco. Il ventiseienne da Santo Domingo sta disputando la stagione della vita, battendo a .341 con 24 Rbi e ben 28 hit; talmente terrorizzante da ottenere già 10 walks. Anche il catcher Narvàez da Chicago sta andando sopra le previsioni.
Seattle possiede un numero di battitori solido e in forma, con 7 giocatori quasi sopra al .300 di BA, che bilancia hitter di contatto (Mallex Smith e Gordon fra gli altri) con quelli di potenza (Vogelbach, Bruce ed Encarnacion) e che sembra aver imboccato la strada giusta da percorrere a lungo.
Aver incontrato Astros e Indians, ovvero sia la perfezione sul monte, ha però riportato un po’ tutti coi piedi per terra. Trovarsi di fronte tre candidati dello scorso Cy Young è stato shockante: Verlander, Cole e Bauer (55M di dollari in tre) hanno concesso 16 hits e 7 Run, con 40 strikeout e 4 BB. Lo stesso Shane Bieber è riuscito a tenere a bada col suo talento i bomber avversari con 5 SO lasciandoli a due sole realizzazioni, aiutato nell’impresa da tre rilievi, mentre con Carrasco non l’hanno “presa proprio”!! A causa di 6 sconfitte consecutive ora Houston conduce l’AL West ma 6.1 segnature per game rappresentano ancora l’eccellenza.
E’ proprio quello degli strikeout l’unico cruccio offensivo di Scott Servais e dei Mariners (più di 200), che grazie a questo fase del gioco sono riusciti a superare le carenze a livello difensivo, aggravate dagli infortuni dell’ex Giants Strickland – imprescindibile dopo l’addio a Diaz – e di Wade LeBlanc, che dopo 11 anni passati in Major ad attendere l’occasione da partente, si è arreso (1 mese) ad un infortunio di grado2 durante un lancio contro Houston.
Kikuchi inoltre deve ancora ambientarsi al livello MLB e capire soprattutto come affrontare hitter esperti e precisi ad inizio partita, il suo principale problema. Basti pensare che possiede un ERA a 8.10 e una media avversaria di .333 nei primi due inning mentre dal terzo in poi i numeri scendono a 2.04 e .164!
Rosscup, Sadzeck e Armstrong dal canto loro non hanno convinto in situazioni finali con partite punto a punto subendo run cruciali senza ricevere valide ma concedendo basi ball e wild pitches.
Alle eccellenti statistiche in battuta corrispondono medie al lancio poco più che sufficenti (12° con 4.23) con Marco Gonzales unico sopra le aspettative e “King” Felix Hernandez ancora sottotono.
Recuperare gli infortunati eccellenti è basilare; si renderebbe ancora più profondo un lineup (Seager) che a nostro avviso può performare a lungo (magari a ritmi minori) ma soprattutto col rientro del closer e dell’opener sì cercherebbe di stabilizzare un reparto zoppicante. Inoltre sarà obbligatorio evitare troppi errori difensivi che contro franchigie più forti abbiamo visto risultare decisivi.
Limare queste lacune darebbe a Seattle la possibilità di restare sopra il 50% in estate e giocarsi una insperata qualificazione ai playoff.
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.