Cleveland Indians

Gli Indians andranno alla caccia del quarto titolo divisionale consecutivo, questo è poco ma sicuro, così come è sicuro che saranno ancora i favoriti nonostante il divario dalle contendenti si sia affievolito rispetto al recente passato.

Il tutto per la più deludente offseason – dovuta forse alla consapevolezza di inferiorità verso Red Sox, Astros e Yankees – degli ultimi anni che di fatto riduce le possibilità di vincere le World Series (ultimo trionfo 1948). I 18M in meno di payroll hanno costretto il front office a svolgere operazioni di attesa più che di attacco lasciando in pratica senza aggiunte da free agency l’outfield e il bullpen, i due settori da rinforzare.

Gli addii a Donaldson, Brantley, Andrew Miller e Cody Allen, non rinnovati per i motivi sopra accennati, tolgono al team dell’Ohio la storica profondità abbassandone notevolmente pure la qualità. Se aggiungiamo che Trevor Bauer, Kluber e Lindor saranno liberi dopo il 2020 e 2021 e che almeno uno dei tre forse non sarà confermato possiamo immaginare che le speranze di vittoria per i ragazzi di Terry Francona si limiteranno al campionato entrante.

Leonys Martin leadoff esterno centro, Kipnis seconda base, Ramirez terza, Carlos Santana battitore designato, Jake Bauers quinto in battuta e prima base, Tyler Naquin a destra, Plawecki catcher, Matt Joyce a completare le retrovie a sinistra ed Eric Stames a chiudere il turno basso come interbase dovrebbero rappresentare il lineup di inizio stagione.

Perez come ricevitore di riserva insieme a Moroff (UTL), Luplow (OF) e Greg Allen (OF) ruoteranno i titolari. Quest’ultimo in particolare ci sentiamo di pronosticarlo da left fielder con MJ parcheggiato magari in lega minore.

Da non escludere la sorpresa Hanley Ramirez, per ora siglato con un accordo in Minor league. Il tutto in attesa di riavere Francisco Lindor, out per motivi fisici per l’avvio di campionato; lui e JR#11 rappresentano ancor oggi quel che di meglio si possa trovare in tutta la lega all’interno del diamante.

Il ritorno di Santana nella cash-swap che ha coinvolto Seattle e l’addio di Encarnacion potrebbe migliorare la potenza nell’outfield grazie pure all’aggiunta di Bauers, action man dal buon occhio sia da interno che esterno e il cui potenziale non è mai stato sfruttato a pieno dai Rays.

Dubbiosa la situazione in ricezione con Plawecki ottimo nelle referenze (97 di OPS nel 2017) ma incline a infortuni seri e Roberto Perez affidabile difensore ma pessimo in battuta. I destri Kluber, Carrasco, Trevor Bauer, Clevinger e Shane Bieber compongono la formidabile rotazione dei partenti, anche quest’anno punto di forza della franchigia, coi primi tre sempre possibili Cy Young e il quarto super braccio reduce da una magnifica stagione sopra media.

Nello spot da 5 insistenti rumors mettevano al centro di trade il ventitreenne californiano, unico del gruppo scostante e spesso non all’altezza dei suoi colleghi ma l’età, la sfrontatezza e una indiscutibile qualità ne fanno un probabile big-league starter per gli anni a venire.

Se così non fosse il top prospect Triston McKenzie, Adam Plutko e Danny Salazar potrebbero sopravanzarlo come opener. Il pessimo rendimento del bullpen nella scorsa stagione lascia le maggiori perplessità sulla composizione iniziale dei rilievi con Tyler Clippard e Alex Wilson (attualmente in Minor) nuovi arrivi con solide statistiche da Toronto e Detroit ma nessuno dei due abile negli inning conclusivi.

Brad Hand è la stella ma a parte il closer non ci sono certezze; oltre a Cimber (setup), Edwards (medio) e ai lunghi Otero ed Oliver Perez potrebbero avere la loro occasione Wittgren, Hoyt, Goody e Grimm vista la loro esperienza in lega maggiore e l’insicurezza del reparto, idem per i prospetti Sandlin e Karinchak.

Minnesota Twins

I cronici alti e bassi che hanno portato i Twins a 103 sconfitte, allo spot della wild card due anni or sono e a 13 match di distanza dagli inarrivabili Indians nel 2018/19, potrebbero lasciar spazio a una ventata di ottimismo e fiducia in questa stagione!

Paul Molitor è stato sostituito al timone di comando da Rocco Baldelli – former coach a Tampa – e l’abbondanza economica a disposizione è stata sfruttata per dare profondità al nucleo principale. Jonathan Schoop in seconda base, CJ Cron in prima, Marwin Gonzalez in terza e due veterani di spicco come Blake Parker e Nelson Cruz (a seguito del ritiro di Mauer) sono un buon viatico per accrescere positività in vista dell’opening day.

I primi due più il battitore designato vengono da 88 fuori campo combinati, non male per aumentare il potenziale di un team carente su questo fondamentale (23° a 166). Decisivo però sarà dare manforte ai nuovi arrivi da parte dei leader a roster, in particolare Byron Buxton e Miguel Sano, se riusciranno ad arrivare a patti col loro fisico spesso martoriato da acciacchi continui.

Se l’esterno – gran difensore velocista con ottime stats a .300/.347/.546 due campionati fa – pare abile e arruolato sin da subito, per l’infielder bisognerà probabilmente attendere il mese di maggio, sperando poi che la sua forma sia delle migliori tanto da riportarlo a livello all star. Intanto si sta aiutando con lo yoga e con una sorella nutrizionista.

Il lineup, perfettamente a metà classifica nel 2018/19 per media in battuta e 13° per run segnate, oltre ai nomi già citati, dovrebbe essere completato da Jorge Polanco come interbase, Eddie Rosario esterno sinistro, Max Kepler a destra (tutti e tre solidi hitter) e Jason Castro catcher. Il tutto, ripetiamo, in attesa di riavere Sano al massimo splendore, con inoltre Jake Cave designated hitter riserva di Cruz o degli outfielder, Ronald Torreyes degli interni ed Ehire Adrianza di Schoop da second baseman.

La rotazione dei partenti dovrebbe avere Berrios, Kyle Gibson, Odorizzi, Pineda e l’unico mancino Martin Perez da 5 mentre nel bullpen come closer, oltre alla new entry Parker, avremo Trevor May con Hildenberger setup; i restanti rilievi sono Addison Reed, Magill e Fernando Romero insieme ai mancini Taylor Rogers e Mejia.

Si spera e si pensa di migliorare il 22° posto a 4.50 di Era; Berrios (all star 25enne) e Gibson sono le punte di diamante e le certezze con l’interrogativo Pineda, stracolmo di potenziale, ma assente in big league da un’eternità a causa fra l’altro di una Tommy John nell’epoca Yankees e problemi al menisco una volta a Minny.

Mejia, Gonsalves, Kohl Stewart, Zach Littell e Gabriel Moya sono tutti giovani in rampa di lancio per il grande salto che danno profondità sul monte di lancio, pronti a sfruttare qualunque occasione, magari anche nel quinto spot da partente oppure come opener saltuari. Forse il gap con Cleveland non è mai stato così basso.

Detroit Tigers

Molti volti nuovi a Detroit per la continuazione del rebuilding già iniziato da qualche anno e che vede la firma di quattro free agent per dare maturità ad un gruppo giovane e Franklin Perez come unica aggiunta al 40 man roster dal farm system.

Il payroll (21° MLB) di 100M è sceso dai 125 di qualche stagione fa. Lo skipper Gardenhire e il Gm Avila hanno avuto via libera dalla proprietà per continuare la rifondazione senza però compiere mosse importanti in offseason.

Lo shortstop Jordy Mercer, dopo una vita a Pittsburgh, sostituisce Jose Iglesias, lasciato partire senza rinnovo, con lui dai Pirates anche Josh Harrison. Il destro Tyson Ross e il mancino Matt Moore concorreranno insieme a Norris e Hardy per due posti nella rotazione coi primi anche possibili rilievi medi e lunghi.

Gli starter sicuri dovrebbero essere Fulmer, Jordan Zimmermann e il left hander Matthew Boyd. Selezionato al Draft con la regola 5, il destro Reed Garrett potrebbe avere buone chance di entrare stabilmente nel bullpen dove le poche certezze prendono il nome di Shane Greene e l’All Star Joe Jimenez.

Nel ruolo di designated hitter non sarà più presente Victor Martinez, dopo una stellare carriera di 16 anni, così come il rilievo Wilson e il catcher McCann, divenuti free agent dopo il rifiuto a rinnovare di Novembre, pertanto Grayson Greiner si accomoderà dietro il piatto.

Niko Goodrum è il seconda base previsto ma quasi certamente verrà impiegato altrove vista la sua versatilità, in modo da permettere a Brandon Dixon (waivers dai Reds), al veterano Gordon Beckham (firmato come free agent in Minor league) o al prospetto Dawal Lugo di occupare quel posto nell’infield. Un ruolo che al momento spetterebbe ad Harrison con Jeimer Candelaro in terza, nonostante sia reduce da una penosa stagione in battuta (.224).

I dubbi nel lineup riguardano gli esterni, con Mahtook a sinistra, JaCoby Jones al centro – il primo probabilmente rimpiazzato dalla migrazione di Goodrum – e dalla certezza Castellanos a destra che però, free agent a fine anno, potrebbe entrare nella trade deadline estiva a meno che Detroit non sia sorprendentemente in lizza playoff.

Se finalmente in salute Miguel Cabrera potrebbe tornare a fare la differenza come cleanup anche se le sole 38 partite disputate dal due volte MVP mettono apprensione nella Motor City. Fare da chioccia ai giovani, su tutti l’outfielder/battitore designato Christin Stewart, è però forse il massimo a cui può puntare il futuro hall of famer, pagato per questo (30M) più di un quarto delle retribuzioni totali del roster.

Dal farm system molti giovani profili potrebbero trovare la luce e la ribalta stagionale, inclusi i pitchers Casey Mize e Matt Manning e l’interbase Isaac Paredes. Raggiungere le 70 win sarebbe un successo.

Chicago White Sox

La ricorrenza del decimo anno senza playoff e il maggior numero di sconfitte dal 1970 (100) lasciano i tifosi south siders scoraggiati in questa off season e indifferenti ai proclami di Jerry Reinsdorf, che in pratica aveva assicurato non uno ma un paio di grandi colpi da affiancare al giovane roster in ricostruzione col quale ricominciare una nuova dinastia.

Harper e Machado hanno preferito altri lidi e nella parte bassa della Windy City si presume l’ennesimo campionato di transizione. Lo stesso Rick Renteria ci è sembrato sfiduciato nelle recenti interviste al Sun Times. Il manager in pratica non è ancora in grado di stabilire se l’enorme ma acerbo talento in rosa è pronto al salto di qualità.

Il mercato però, a nostro avviso, ha apportato le giuste modifiche se ragioniamo non in base alle promesse invernali. In battuta gli starter possibili dovrebbero essere i veterani e ottimi nuovi arrivi Jon Jay leadoff esterno destro e Yonder Alonso cleanup prima base, acquisiti anche per invogliare il buon Manny a raggiungerli vista la loro amicizia, Moncada – dal quale si attende una breakout season alla Lindor o Correa- e Sanchez trasferiti all’interno col primo ora in terza (spot ricoperto in passato) dalla seconda dello scorso anno e Yolmer a sostituirlo nel suo vecchio ruolo, la stella Abreu DH, Palka a sinistra, Tim Anderson interbase, Yolmer Sanchez second baseman, Engel centerfield e il catcher Wellington Castillo probabile quinto hitter con James McCann a dargli il cambio. Completano il bench Garcia e Brandon Guyer.

Anche nella rotazione ci sentiamo di apprezzare gli avventi di Ivan Nova ed Ervin Santana, solidi e maturi profili che potrebbero essere utili a diminuire l’emorragia dello scorso campionato nel quale il team è stato bombardato sul monte da una media avversaria a .254 con un ERA di gruppo a .483 (quintultima posizione). Carlos Rodon, Reynaldo Lopez e Lucas Giolito chiudono il quintetto dove manca il top prospect Michael Kopech, che anziché partecipare alla stagione della consacrazione passerà l’anno a riabilitarsi dalla Tommy John surgery.

Nel bullpen si è investito sui late-inning, spada di Damocle dello scorso anno col 27° posto per vittorie/sconfitte, acquistando da Washington e Seattle Kelvin Herrera e Alex Colome, utili a luglio anche per possibili trade da parte di qualche contender a caccia di closer o setup.

Si attende con curiosità la stagione di Caleb Frare, possibile specialista contro i mancini, reduce da 77 battitori eliminati in più di 57 inning di Minor e 9 strikeout in 7 di Major. Nel roster dovrebbero chiudere i rilievi Nate Jones, i medi Jace Fry, Ian Hamilton, Juan Minaya e il lungo Banuelos.

Valutando il miracolo Athletics, passati da 75 vittorie a 97, nulla è precluso, specialmente se si analizza l’ossatura della squadra che potrebbe esplodere in ogni istante; la domanda, come rimarcato all’inizio anche dalle parole di coach Renteria, è quando!!

Moncada, Anderson, Kopech e Giolito rappresentano profili sui quali costruire un qualcosa di importante, duraturo e sulla carta esplosivo, senza dimenticare Eloy Jimenez, atteso da tutti come futuro uomo franchigia e già accordato per un estensione a 6 anni tra i 65 e 80M, 21enne da numeri in Double-A spaventosi, pronto a strabiliare anche in MLB alla pari dei suoi “colleghi” Acuna Jr e Soto.

Kansas City Royals

Il record di 58-104 rappresenta un punto dolente sul quale ripartire qui a Kansas City, ancor di più se il farm system della casa sembra ancora abbastanza sterile. Un pregio su cui ricominciare lo notiamo però nella velocità di alcuni elementi aggiunti; ci riferiamo a Billy Hamilton e Terrance Gore (un ritorno).

Il primo, insieme all’interbase Mondesi, conduce le medie passate sullo sprint speed metric, mentre l’ex cugino Cubs, ruba basi per eccellenza, se impiegato a fianco della 2B Whit Merrifield (quarto per stolen base in una classifica guidata da BH), comporterebbe una minaccia costante. L’assenza di Salvador Perez (Tommy John), 129 partite minimo in ognuno dei 6 campionati effettuati, lascia dubbi nel ruolo di catcher.

Frank Schwindel, Omaha Triple-A, potrebbe ricoprirlo in futuro nonostante un passato da prima base, anche se il partente stagionale dovrebbe essere Cam Gallagher, numeri poveri in attacco ma discreti in Minor per quanto concerne gli eliminati.

Da non escludere, in caso di rendimento insoddisfacente, l’inserimento di Meibrys Viloria; non scartiamo inoltre la possibilità di assumere qualche veterano a ridosso dello start di campionato. Dello squadrone campione di World Series, oltre al lungodegente ricevitore, ritroviamo solo Alex Gordon e Danny Duffy. In prima e in terza partiranno Ryan O’Hearn e Hunter Dozier, assenti nell’opening day 2018, l’uno arrivato in mid season e l’altro scalando gerarchie, a dimostrare le difficoltà di Ned Yost a trovare stabilità, l’esterno opposto ad AG#4 è Brian Goodwin e Soler il designato. Oltre a Duffy, l’altra certezza in rotazione è Brad Keller, reduce da 140 inning e 1/3; gli altri spot dovrebbero essere ad appannaggio di Jake Junis, Ian Kennedy, Erik Skoglund o dell’ex Reds Homer Bailey.

Il reparto rilievi è stato ritoccato in offseason con Brad Boxberger, Jake Diekman e Sam McWilliams, delle buone scelte in un reparto dove potrebbero emergere prodotti casalinghi come Lovelady e Staumont, oltre a Wily Peralta, intoccabile da closer.

In futuro si attende la crescita di Brady Singer, draftato nel 2018, e la ripresa di Kyle Zimmer, quinta scelta assoluta 2012 e fermato da un paio di operazioni chirurgiche per colpa delle quali le medie in Minor ne hanno risentito impedendogli lo scorso anno di effettuare anche un solo lancio.

Delle cinque contendenti in AL Central forse i Royals hanno meno da dire rispetto alle altre; l’assenza di un fenomeno come Perez non è da poco e a parte Mondesi non si vedono probabili stelle a basso costo. L’obiettivo è quello di restare sotto le 90 sconfitte.

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