Più di sette ore e nove extra innings nella più lunga partita di sempre delle World Series servono a Los Angeles per riaccendere una luce in fondo al tunnel delle prime due gare.
Sarà il “bomber” Muncy con un home run a fine diciottesimo a far gridare e piangere di gioia un pubblico esausto e stremato da una epica battaglia.
Lodevole comunque la prestazione del suo avversario, quel Nathan Eovaldi utilizzato anche oggi come rilievo capace di lanciare quasi 100 volte prima di crollare sfiancato e subire una immeritata sconfitta: ha dimostrato per l’ennesima volta in questa postseason di essere ormai un Asso!!
Gara decisa da altri due fuoricampo (Pederson-Bradley Jr) e da due errori nel decimo inning. Tutto questo davanti ai 53.000 spettatori del Dodger Stadium in una situazione disperata per L.A. Basti pensare che la squadra in vantaggio nelle prime due gare ha una percentuale del 79.6 % di vittoria nelle WS!
Il clima mite con più di 10 gradi di differenza rispetto al gelo di Boston potrebbe influire in positivo nella prestazione della squadra di casa specie sul monte così come per i battitori che non vedranno più alla loro sinistra il Green Monster di Fenway.
L’eccezionale prestazione dell’attacco a calze rosse (il migliore in Major insieme a quello Yankee, più preciso il primo più potente il secondo), specie in situazioni critiche e di pressione come con due outs e runners in scoring position, ha deciso gara 1 con Benintendi (Rbi, 3 punti segnati e 4 valide) e Nunez con un pinch-hit 3-run homer a chiudere i conti nel settimo inning, così come gara 2 è stata sigillata dal solito Martinez e dalla changeup di Price, che dopo il “booing” casalingo nella seconda partita contro i Bombers ha acquisito sicurezza nelle 2 decisive partenze contro Astros e appunto Los Angeles.
Cora nel momento decisivo della stagione ha trovato una compattezza in battuta persa nell’ultima parte di stagione regolare, in particolar modo dai comprimari, ed una sicurezza e ferocia al lancio soprattutto da parte dei suoi rilievi (utilizzando pure qualche partente come appunto Eovaldi) tranne forse, ironia della sorte, dall’asso Kimbrell.
Quest’oggi però saranno proprio i battitori a “steccare”!! Roberts, già famoso per i mutamenti di formazione in seno alla squadra negli ultimi anni, è reduce solo in queste prime due trasferte nel Massachussets da molti cambiamenti; oltre che nel bullpen, mai sicuro, anche nel lineup (per contrastare i mancini) e nell’infield, sostituendo a gara in corso ben 21 ruoli rispetto ai 6 del collega avversario.
Nelle ultime cinque partite consecutive ha inoltre cambiato 5 leadoff lasciando fuori un ottimo hitter come Pederson!!
Rinviamo sine die giudizi sull’efficienza di tutti questi avvicendamenti. Certo vedere che i migliori in gara 3 saranno proprio un campione sia in attacco che in difesa come Bellinger, Muncy ed il mancino primo in battuta qualche dubbio ci viene. D’altronde impietose sono le statistiche: 3 valide in gara 2, nessuna extra base e media a .176 contro .297 avversario!!
In gara 3 il manager asiatico presenta Buehler sul mound dopo le deludenti apparizioni di Kershaw e Ryu. Per il destro lanciatore 24enne newyorchese è il debutto contro i Red Sox e tra le mura amiche ha ottime referenze con un ERA ad 1.93 in stagione regolare.
Altalenanti le sue prestazioni in postseason: sicura nel tiebreak contro Colorado e buona nel win or go home coi Brewers, due partite dove ha dimostrato grande tenuta mentale nonostante l’età; pessime nelle gare 3 sia ad Atlanta che con Milwaukee stessa.
Cora si affida alla rotazione classica piazzando sul monte Rick Porcello alla 313ma partenza in carriera ma prima nelle World Series e assente al Dodger Stadium dal 2011: affidabile setup in gara 1 con gli Yankees ed in gara 2 con gli Astros, ottimo opener in gara 5 nel Division dove ha ottenuto la vittoria ma in netta difficoltà in gara 5 del Championship dove ha subito 4 punti in 4 innings.
Nel lineup di Boston in assenza del battitore designato esce a differenza delle previsioni Kinsler anzichè Bradley Jr che rimane al centro mentre per fronteggiare un lanciatore destro ha la sua chance Holt che passa in seconda.
Moreland rimpiazza Pearce in prima e nell’esterno sinistro Benintendi cede ovviamente il suo ruolo a Martinez che afflitto dal problema alla caviglia deluderà le attese come le altre due stelle Betts ed il nuovo “villain” Machado (1 valida su 6).
Per i Dodgers ennesima rivoluzione: fuori Matt Kemp, l’unico designed hitter della National league a segnare due punti consecutivi nelle World Series dopo Jim Eisenreich nel 1997, il catcher Barnes, Freese, Dozier leadoff ed Hernandez; tornano i mancini Muncy, Bellinger e Pederson, Grandal come ricevitore e Taylor emigra in seconda.
Puig, che col suo Rbi single in gara 2 ha superato l’Hall of Famer Pee Wee Reese al quarto posto di valide (47) in postseason nella storia dei Dodgers, dietro a Steve Garvey (63), Bill Russell (57) e Turner (51), batte come sesto.
Boston in vantaggio quasi sempre per prima, segno di aggressività e sicurezza dei propri mezzi in battuta, questa volta starà a guardare grazie soprattutto al dominio incontrastato del giovane lanciatore avversario che nell’occasione più importante della sua giovanissima carriera dimostrerà ancora una volta una freddezza da veterano. In sette innings completi concluderà con 7 strikeouts concedendo la miseria di due valide: FENOMENALE!!
Anche Porcello si farà rispettare concedendo solo una base ball, tre valide e un ERA a 1.93. Sarà lui però a subire a fine terzo con due outs l’home run di Pederson, il suo secondo in postseason dopo i 25 di stagione regolare.
Verrà sostituito da Eduardo Rodriguez nel classico e precoce pitching change di Cora a fine quinto, dopo una singola a destra di Grandal e proprio mentre “on deck” si prepara di nuovo ad affrontarlo Joc, il mancino di Palo Alto.
Non succederà quasi nulla di interessante negli ultimi 3 innings dove a lanciare si presenteranno Kelly, Brasier e Matt Barnes.
Lo skipper di L.A. per chiudere in anticipo la contesa inserisce nel penultimo tempo di gioco ancora una volta Jensen come setup, accreditato nei playoff di 10 strikeouts contro due basi ball, due valide subite e 3 salvezze su 3 in 6 innings e 2/3!!
Non andrà come previsto: con Holt e Devers eliminati e sul 2-0 Bradley Jr scaraventerà la sua cutter a 92 mph in tribuna per l’1-1 che porterà le squadre agli extra!! Farà tenerezza vedere gli occhi pieni di delusione dell’infallibile closer incrociare quelli della panchina.
Si arriva al decimo con Pedro Baez sul monte quando avviene il primo di tanti sussulti che caratterizzeranno le sorti di gara 3: dopo il walk di Martinez (subito dopo sostituito da Kinsler) e la singola di Holt che porta IK in scoring position (terza), la successiva volata di sacrificio di Nunez verso il lontano centro viene raccolta alla perfezione da Bellinger che con un lancio preciso riesce insieme al nuovo catcher Barnes ad evitare il 2-1 del numero 5 a calze rosse.
Al tredicesimo inning le due squadre arrivano in maniera opposta sul mound: Roberts grazie alla costanza di Buehler si è giocato solo tre rilievi, Cora ha il bullpen desolatamente vuoto: ne ha infatti richiamati 6 più i partenti Price ed Eovaldi, che rimarrà in campo per ben sei frazioni di gioco lanciando 97 volte; il tutto per non rischiare Sale e per non inserire l’ormai emarginato Pomeranz.
Qui con Scott Alexander al lancio avviene il primo dei due errori che muoveranno il risultato. Holt ruba una base dopo aver ottenuto un walk e Nunez smorza una palla innocua nell’infield: incredibile misunderstanding tra il pitcher ed Hernandez (entrato nel frattempo in seconda) nella sguarnita prima base che causa il punto dell’2-1 Boston.
Sembra tutto finito ma nel capovolgimento di fronte arriva il pari su un altro incredibile errore. Dopo che Nunez elimina al volo Bellinger rischiando la gamba in tribuna, con due outs e Muncy in seconda, Puig batte una valida al centro intercettata da Kinsler che anziché riflettere e aspettare un buon secondo in più effettua un altro throwing error in prima base verso Vazquez: punto di Max e 2-2!!
Si arriva al quindicesimo quando ancora MM13 passato in seconda si rende protagonista prendendo le misure con un millimetrico foul che sfiora per pochi cm l’home run vincente mandando la palla nella parte sbagliata del palo.
Dopo più di sette ore si arriva al decisivo diciottesimo inning con la gente ricca di adrenalina, gli arbitri a coprirsi dal freddo, Cora a scuotere la testa per l’occasione mancata e col mitico organista dello Stadium Dieter Ruehle a sbagliare qualche nota per la stanchezza.
Dopo che Wood (ottavo rilievo per Roberts) tiene bene gli avversari anche grazie ad un ottimo double play è il solito Muncy che con il suo terzo fuoricampo dei playoff regala ai Dodgers un po’ di respiro mantenendo aperta una sfida che sembrava chiusa dopo le prime due partite: 3-2 il finale!!
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.