Sono due e mezzo le partite che distanziano oggi D’backs e LA Dodgers nella corsa per un posto ai Playoff nella NL West, coi Rockies terzi incomodi (ma secondi in classifica).
Lo scorso anno fu di 17 il distacco finale tra le tre franchigie coi californiani dominanti in largo e in lungo con il record di vittorie nell’intera Major League; tutte e tre le compagini raggiunsero la postseason con Arizona e Colorado a giocarsi il Wild Card Game.
La differenza tra ieri e oggi la sta facendo proprio la partenza a rilento dei losangelini per i motivi che andremo ad analizzare e che porterà quasi sicuramente il vincitore di Division ad avvicinarsi allo stesso record della seconda e terza in classifica della passata stagione (sulle 90 W).
A Downtown Los Angeles sponda Dodgers sono ormai 30 anni che non si vede alzare il trofeo più importante; il primo manager asiatico a sfiorarlo nel 2017 è stato Dave Roberts. Lo skipper si è guadagnato i galloni di Manager of the Year dopo che nella prima stagione ha superato la “luna nera” degli infortuni facendo 606 “pitching changes” e mischiando spesso le carte come nell’utilizzo del fenomenale Kenley Jansen.
Il closer è stato infatti impiegato in modo atipico per evitare che uno dei migliori relief pitchers in assoluto venisse imbrigliato nel dugout in ogni partita “nera” di LA rimanendo (da “re” delle salvezze) ai margini e senza “lavoro”!!
Una piccola rivoluzione specie per quei manager ortodossi e rispettosi dei ruoli; non per Dave secondo cui il lanciatore più efficace di una squadra deve essere usato non solo per finire le partite, ma ogni volta che può avere un’influenza decisiva su di esse.
Forse ancora scossi dalla “bella” a Houston che è costata la tanto agognata vittoria alle World Series lo scorso anno, i Los Angeles sono partiti nel 2018 con il peggior start di franchigia dal 1929.
La causa di questo epic fail va ricercata nel fattore infortuni che li ha privati a lungo termine di tre quarti del loro “infield”: parliamo di Justin Turner (3b), Corey Seager (ss) il deludente Logan Forsythe (2b) passato ai Twins nella Trade Deadline e il suo sostituto Chase Utley.
Rinunciare a JT per la frattura al polso ha significato perdere il miglior giocatore della National League Championship Series dello scorso anno, elemento che da quando è passato ai Dodgers ha migliorato tutte le sue stats diventando un punto di forza ed un eccellente giocatore che “sposta gli equilibri”; ha accumulato 18.8 di WAR dei suoi totali 19.6 da quando è qui, è passato da un BA di .275 a .322 diventando il team leader, idem per gli hr e rbi nel 2016 nonché per Obp a .415 lo scorso anno e una media di quasi 6 DRS migliorando nel contempo la sua difesa.
Altra drammatica perdita (qui per tutta la stagione) quella di Corey Seager, infortunato al gomito destro, 16° rookie of the year della storia della franchigia nel 2016, costante nel ripetersi anche nel 2017. Straordinario giocatore capace di 22 homers con un .854 di Ops e .295 di Ba l’anno dopo dei 26 fuori campo, dei .877 Ops e del .308 di batting average al suo esordio. E’ uno dei 4 in rosa ad avere un minimo di 4.5 WAR in due delle prime tre stagioni in carriera.
Altro serio problema ad inizio stagione è stato quello per la proprietà di ridurre il payroll, fino al 2017 e per quattro annate consecutive il più alto di tutta la lega; per non parlare dei 270 milioni di dollari di stipendi annui versati nel 2015 (altro record); in più Kershaw è diventato il giocatore più pagato.
Per ridurre il monte ingaggi sono andati persi fra gli altri via free agency i rilievi Watson (Giants) e Morrow (Cubs) e si è deciso di non toccare la rotazione. Decisione saggia se si guarda le statistiche dello scorso anno dove si è primeggiato in quasi tutte le categorie (ERA, ER, RUNS, Strikeouts e BAA); discutibile se si analizza l’età media dei pitchers.
Detto fatto: oltre al terribile avvio di stagione del bullpen Los Angeles ha avuto la bellezza di 5 lanciatori partenti in infermeria: Rich Hill (dito), Kenta Maeda (anca), Hyun-Jin Ryu (inguine), Julio Urias (spalla) e il nuovo arrivato Tom Koehler (spalla). Kenley Jansen stesso rimane spesso a guardare per problemi cardiaci. Aggiungiamo che anche il numero uno in assoluto Clayton Kershaw, il più forte lanciatore partente delle Mlb ha avuto i suoi problemi causati da una tendinite al bicipite sinistro e da dolori alla schiena che ne hanno diminuito il rendimento e fatto saltare molte partite, la stagione di LA si può definire miracolosa!!
Il rientro in squadra di molti titolari, un grande mercato di “riparazione” e un giugno da ricordare, grazie al 17-6 con 51 fuoricampo, record assoluto in un mese per la franchigia e secondo in tutta la MLB, stanno rimettendo in carreggiata i Dodgers.
Salvatori della patria, manco a dirlo, Max Muncy e Cody Bellinger, i due prima base leaders per hr e Hits con il secondo lo scorso anno record man come rookie nella storia della NL per i suoi 39 hr. Conduce le stats di squadra per media battuta e rbi il “bisonte” Matt Kemp, convocato per il suo terzo all star game come outfielder titolare.
Per migliorare il bullpen acquisito l’ottimo Axford, nel lineup la seconda base Brian Dozier dai Twins e vero jolly in battuta (leadoff o quinto fa lo stesso) e soprattutto Manny Machado anche se solo (forse) fino a fine stagione ed in cambio di cinque giocatori. Grandioso ed ancora giovanissimo interbase/3b, 4 volte all star e 2 volte guanto d’oro. Insieme a Nelson Cruz, Anthony Rizzo e Nolan Arenado l’unico ad aver battuto più di 30 hr ed aver effettuato almeno 150 partite in tre stagioni.
I Rockies hanno iniziato la stagione dopo aver speso più di 100 milioni di dollari per il bullpen (Seung-Hwan Oh arrivato inoltre a fine luglio) confermando McGee e acquisendo Bryan Shaw e Wade Davis. In rotazione ci sono oggi ancora Gray da 1,Freeland da 2, Anderson 3, Marquez e Bettis 4 e 5.
Il mercato estivo e di fine luglio ha avuto come unico scopo quello di colmare il gap in questo settore: MISSIONE FALLITA!! Se lo scorso anno si chiuse la stagione con un 17° posto nelle stats generali di pitching quest’anno si è scesi addirittura di qualche gradino (23°)!
Alcuni valori sono da brivido: ERA a 4.55, 7 miseri Shutouts, 586 Earned Runs, 623 Runs, 435 BB e .253 di Baa. Numeri da capogiro ma al contrario. Così come le stats individuali comandate da Freeland con un ERA di 2.96 e John Gray con 162 Strikeouts; tra i rilievi se la “cavano” il closer Davis con 35 Sv e Adam Ottavino con 27 Hld. Il decimo posto per Losses serve a limitare i danni. Insomma per migliorare al monte riprovare il prossimo anno.
Ciò che infatti spinge Colorado a “volare” così in alto (71-59 a meno 1 da Arizona) è il lineup; coi valori nel fielding i Rockies ottengono un sesto posto generale, quarto per assists (1274) e ottavo per PO. Leggendo i nomi sembra di vedere un dream team.
Il campo viene coperto dalle stelle Nolan Arenado (terza base), Charlie Blackmon (center field), Carlos Gonzalez (right field) e Trevor Story (interbase).
La scorsa stagione è stato un breakout per Blackmon. Non solo l’esterno ha vinto il titolo in battuta della National League con una media di .331, ma ha anche stabilito un record in MLB per stagione singola con 103 rbi come leadoff spot.
La sua produttività è stata ripagata ad inizio anno, guadagnandosi un contratto di sei anni in Colorado con player options per il 2022 e il 2023. Story con .284 di batting, 17 hr e 62 rbi è stato convocato riserva per il suo primo alla star game; secondo solo ad Arenado per Ops e Slg, leader incontrastato per basi rubate (19) e ottime percentuali per Obp.
Carlos Gonzalez è la bandiera del team, All Star in tre occasioni (2012, 2013, 2016), 3 volte Guanto d’Oro (2010, 2012, 2013), 2 volte Silver Slugged Award (2010, 2015) e miglior battitore della National League nel 2010 ed oggi alternato come cleanup, terzo e quinto in battuta.
Arenado rappresenta l’eccellenza sia con la mazza che con il guanto. Oltre ai record condivisi di cui abbiamo già parlato, nelle ultime cinque stagioni è secondo in MLB con 106 Drs, ed è l’unico giocatore ad aver vinto un Guanto d’Oro ogni anno. Ha condotto la NL in Rbi in due delle ultime tre stagioni, ha vinto 3 volte il Silver Slugged Award ed è team leader per quasi tutte le stats sia offensive che difensive; è il favorito insieme a Javier Baez dei Cubs ad essere nominato Mvp della National League.
Completano il lineup il catcher Iannetta alternato a Tony Walters, Ian Desmond (ottimo con 74 Rbi stagionali e 15 basi rubate) in prima base insieme al rookie Ryan Mcmahon spostato anche in seconda o in terza, Dj LeMahieu (2b) utilizzato come secondo battitore e Parra come esterno sinistro intervallato con David Dahl.
Degli Arizona ci siamo già occupati giorni fa sottolineando come la squadra di Lovullo si conosca a memoria avendo cambiato molto poco rispetto al passato; squadra che tra le proprie file vanta una rotazione con gente del calibro di Robbie Ray, Zack Greinke e Patrick Corbin e un lineup con Goldschmidt e Peralta. Ottimi nelle stats difensive e con pochi errori, conducono la lega per assists e putouts.
Rimarchiamo però il fatto di come i Dbacks siano una squadra vincente contro squadre sotto il 40% di W; alla luce di questo assume una notevole importanza il calendario che su 32 partite da disputare porrà i rossi di Phoenix solamente 8 volte contro squadre perdenti (Giants e Padres), 10 contro delle Division leaders (Cubs, Braves e Astros) e 14 in lotte fratricide interne appunto contro Colorado e LA.
Pronostici è impossibile farli.
Ci troviamo di fronte (in ordine attuale di classifica) ad un ottima franchigia difensiva, una esplosiva ed una altra che racchiude le caratteristiche delle altre due.
Nessuno certo si offende se diciamo che i Dodgers in forma e senza infortuni e “malocchio” valgono ampiamente Red Sox, Yankees ed Astros come dimostrato lo scorso anno; così come i Diamondbacks devono dimostrare di saper svoltare anche contro squadre dal record positivo e Colorado non può sperare sempre e solo nelle individualità dei suoi funamboli ma trovare una rotazione ed un bullpen efficaci almeno a limitare le sconfitte sul monte di lancio.
Non ci sorprenderemmo dunque nel vedere di nuovo i Dodgers fare un break decisivo e ricominciare a performare in tutti i settori del campo come solo loro sanno fare, in modo da conquistare la Division e terrorizzare chiunque capiti loro “sotto tiro”.
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.