Eccoci alle soglie della stagione. Finalmente il 2018 apre i battenti e la American League East rimane come sempre la Division con la soglia di difficoltà posta più in alto rispetto alle altre 5 contese in giro per l’America.
Due grandi potenze, i Red Sox e gli Yankees, che, finalmente entrambe a grandissimi livelli, si giocano una stagione importante, con due debutti in panchina (Aaron Boone nel Bronx e Alex Cora a Fenway Park) e tante stelle fresche d’arrivo a rendere il tutto ancora più competitivo.
Dopo anni di mediocrità e non-vittorie (l’ultimo titolo di Division risale addirittura al 2012) gli Yankees tornano protagonisti con nuovi innesti in grado di far fare il salto di qualità ad una squadra dal già grande potenziale che l’anno scorso ha terminato la propria improbabile corsa ad una sola partita dall’ottenimento delle World Series.
Qui non ci si gioca solo la gloria locale di Division (da due anni appannaggio di Boston; un digiuno così lungo per gli Yankees non si vedeva dagli anni 80’) ma per le World Series: eh sì, Boston Red Sox e New York Yankees fanno sul serio e non lo nascondono neanche, puntano dritte dritte ad Ottobre.
Un Ottobre che, nella Postseason 2017, in un ideale rovesciamento delle sorti di ciò che era accaduto fino a tutto il corso della stagione regolare, ha messo in luce più i meriti dei Bronx Bombers che quelli dei predestinati Red Sox, arresisi nella American League Division Series al cospetto dei campioni Houston Astros 3 partite ad 1.
Ma tutto ciò che sta fra i primi giorni di Spring Training ed il decimo mese (loro si augurano anche l’undicesimo) dell’anno passa inevitabilmente dalle 162 partite di Regular Season che ci attendono. E un termometro molto indicativo di come staranno Yankees e Red Sox sono i Toronto Blue Jays, terza forza di questa AL East 2018, perlomeno sulla carta.
Mark Shapiro e Ross Atkins hanno optato per la rinuncia ad una ricostruzione che avrebbe spostato troppo in avanti le tempistiche per un ritorno alla contesa. Si è voluta raddoppiare la posta in gioco investendo secondo noi bene e una candidatura alla seconda Wild Card della American League non gliela toglie nessuno. Di sicuro non gli Orioles e i Rays, entrambi destinati ad un ruolo da comprimari.
Insomma, tanta carne al fuoco: vediamo allora come è passato l’inverno per ciascuno dei 5 team e cosa ci aspettiamo da ciascuno di loro.
BOSTON RED SOX
Manteniamo l’ordine di arrivo della scorsa stagione e partiamo dai 3 volte vincitori negli ultimi 5 anni. Chiuso il discorso “mancanza di leadership” con il licenziamento del manager John Farrell, il punto di vista rivolto al rapporto con il giocatore e ad una migliore comunicazione con i media di Alex Cora (4 stagioni da giocatore in maglia Red Sox per lui dal 2005 al 2008) ha vinto la fiducia del super-capo Dave Dombrowski sui numerosissimi candidati alla successione al prestigioso dugout di Fenway Park.
Un mercato dominato dalla tiritera J.D Martinez e da poco altro (Eduardo Nunez) non convincono fino in fondo vista l’assenza del veterano 2B Dustin Pedroia per almeno un terzo della stagione regolare. Basterà per l’accesso alla Wild Card n.1? Sicuramente sì, ma l’atteggiamento visto in Postseason l’anno scorso necessita di una bella rivisitata se si desiderano ruoli di primo piano in autunno. A maggior ragione con degli Yankees…da Yankees.
- OFFSEASON
Un inverno lungo, lunghissimo quello vissuto dai tifosi bostoniani. Gli Yankees collezionavano il pezzo da novanta che mancava (alla Yankees, il migliore ad ogni costo) e Dave Dombrowski sembrava assente, quasi non interessato a ribattere colpo su colpo, forse sicuro di un ensamble già di invidiabile qualità negli interpreti in ogni ruolo.
L’eliminazione dalla ALDS per mano degli Houston Astros ha fatto male all’ambiente, si pensava di avere una squadra perlomeno da finale di Lega e così non è stato. Col cambio di calendario l’unica mossa in entrata era stata quella di Mitch Moreland per la 1B, rinnovo biennale per lui. Se aggiungiamo che i Patriots hanno pure perso il SuperBowl… la tifoseria aspettava un colpo in entrata, ci voleva la scossa.
Dopo infinite trattative con l’agente/mastino Scott Boras, a fine Febbraio è finalmente arrivato l’ok definitivo per un quinquennale da 110 Milioni di dollari con il DH/OF J.D Martinez, l’uomo da 45 fuoricampo in sole 119 partite nella scorsa stagione fra Tigers e D-Backs. L’altra falla da tappare era l’emergenza in 2B vista l’assenza di Dustin Pedroia per l’operazione al ginocchio: Dombrowski ha optato anche in questo caso per una conferma, quella dello utilityman Eduardo Nunez, arrivato l’anno scorso alla Trade Deadline dai San Francisco Giants. Sarà lui a fungere da 2B titolare in attesa del rientro del capitano Pedroia. Lasciano via free agency SP Doug Fister, OF Rajai Davis e RP Addison Reed.
- ROTAZIONE
Ecco il vero punto di forza di questa squadra. Con Chris Sale (scontato l’esercizio dell’opzione per mantenerlo in squadra), David Price, Drew Pomeranz e Rick Porcello le serie da 4 partite saranno un incubo per i loro avversari (se lo fossero anche nei play-off sarebbe meglio viste le prestazioni così così di Sale della scorsa Postseason). Per il back-end, gli infortuni, entrambi al ginocchio, di Eduardo Rodriguez e Steven Wright mettono i mancini Roenis Elias e Brian Johnson in contesa per uno slot temporaneo al n.5.
- BULLPEN
Il closer è una garanzia: Craig Kimbrel con le 66 SV su 72 SVO nel 2016 e 2017 continuerà a chiudere la porta agli avversari nel nono inning. La società ha deciso di esercitare l’opzione sul contratto per mantenerlo in rosa e lo ha fatto la mattina dopo il termine delle World Series, come con Sale. Joe Kelly, Matt Barnes e Heath Hembree avranno il compito di accompagnare la partita nelle sue sapienti mani.
- LINE-UP
Con l’arrivo di J.D Martinez nel ruolo di Designated Hitter (clean-up), Hanley Ramirez passerà a condividere con Mitch Moreland la titolarità in 1B. Per il middle-infield, in seconda base sarà Eduardo Nunez a sopperire all’assenza di Dustin Pedroia per infortunio fino all’inizio dell’estate, mentre come SS rimane confermatissimo il ‘92 di Aruba Xander Bogaerts. All’”hot corner” Rafael Devers verrà investito della titolarità fin dall’Opening Day. Al piatto il portoricano Christian Vazquez (si alternerà con Sandy Leon) rimane saldamente la migliore delle opzioni in casa per Cora. Sugli esterni la “Youth Connection” formata da Andrew Benintendi a sinistra, Mookie Betts a destra (leadoff man) e Jackie Bradley Jr. al centro è un vero e proprio investimento spendibile già da subito per i fasti presenti e futuri della franchigia.
- RECORD PREVISTO
Secondo la nostra previsione dovrebbero aggiudicarsi la prima Wild Card chiudendo con 90/93 vittorie. Molto degli equilibri infra-division passerà dagli scontri diretti con Yankees e Blue Jays.
NEW YORK YANKEES
Nuovo manager, nuovi giocatori, stesse galattiche aspettative di sempre. Questa volta veramente da “World Series or bust”, la maniera americana di dire “o vinci o non sarà servito a niente”. Insomma, un ammontare di pressione considerevole sulle spalle del debuttante Aaron Boone, il nuovo manager preso dalle telecronache sportive di ESPN, famoso nel Bronx per una pallina spedita al terzo deck del vecchio Yankee Stadium in una contesa autunnale con i rivali di sempre nel 2003…
A proposito di palline da spedire nei parcheggi di mezza America, in entrata si registra soprattutto Giancarlo Stanton via trade con Miami, il leader della classifica dei fuoricampo della stagione 2017 con 59… e il nuovo Yankee Stadium è uno di quelli con il più piccolo outfield… Mosse ben pensate e a scarso dispendio di energie in termini di talenti da farm system dati via: il GM Brian Cashman è davvero un genio di questo sport. Forse una delle armi in più di questa squadra.
- OFFSEASON
Acquisti di prim’ordine nel Bronx. Giancarlo Stanton dai Miami Marlins per la posizione di Designated Hitter (potrà alternarsi con Aaron Judge all’esterno destro) e Brandon Drury dagli Arizona Diamondbacks per coprire la 3B lasciata scoperta dalla free agency di Todd Frazier, ora ai cugini Mets. Pochi ma buoni insomma. Ottimi innesti che vanno ad aggiungersi ad un roster che l’anno scorso ha fatto le finali della American League arrestandosi solo a Gara 7 al cospetto degli Houston Astros.
Anche dalla “cantera” sono in rampa di lancio tanti virgulti pronti a debuttare nelle Majors: il fenomeno Gleyber Torres, per la 2B, è ritenuto ancora troppo giovane da Cashman per partire titolare nel line-up dell’Opening Day; Miguel Andujar, con uno Spring Training devastante, potrebbe addirittura strappare al manager Aaron Boone una preferenza su Drury in 3B.
Ancora possibile un’aggiunta last-minute in seconda base con la candidatura dell’esperto Neil Walker (ex Pirates e Mets) quale opzione maggiormente percorribile. Lasciano per free agency, oltre a Todd Frazier, gli starting pitcher Michael Pineda (ora ai Twins) e Jaime Garcia, passato a rinforzare una concorrente infra-AL east, i Toronto Blue Jays. Nella trade per Stanton è stato il 2B Starlin Castro a lasciare New York in direzione Miami.
Non così convinto della destinazione come del resto molti dei suoi nuovi (oramai vecchi, dai Marlins è stata diaspora) compagni di squadra di Miami, il nome di Castro è rientrato spesso nei rumors che lo volevano ancora a New York a coprire il buco in seconda base. Vedremo cosa si inventerà Cashman da qui all’Opening day a Toronto.
- ROTAZIONE
Cambia poco rispetto alla passata stagione. In teoria C.C Sabathia è come se fosse un nuovo acquisto avendo tecnicamente testato il mercato dei free agent. Le dichiarazioni di Boone dirette a mescolare le carte sullo starter per l’Opening Day non possono nascondere la forte candidatura di Luis Severino.
A seguire Masahiro Tanaka (non ha esercitato l’opt-out decidendo di rimanere a New York), l’acquisto della Trade Deadline dagli Oakland Athletics dell’anno scorso Sonny Gray e Sabathia come n.4. Per lo slot finale è corsa a quattro fra Jordan Montgomery, Chance Adams (per MLB Pipeline.com è il terzo prospetto più interessante dell’intera farm system Yankee), Justus Sheffield (sempre per MLB Pipeline viene classificato al n.6 della lista dei giovani talenti in pinstripes) e Luis Cessa.
- BULLPEN
Cambia davvero poco rispetto a un anno fa. Un reparto davvero interessante (anche se non al livello degli Indians) che potrebbe risultare un’arma efficace laddove gli starter dovessero per qualche motivo venire a mancare. Aroldis Chapman rimane il deputato alla chiusura delle partite negli ultimi 3 out. Tommy Kahnle (rinnovo per lui), David Robertson e Dallin Betances punte di diamante per portare la partita al nono inning.
- LINE-UP
Anche in pinstripes il Designated Hitter è il colpo di mercato dell’inverno: Giancarlo Stanton (59 HRs lo scorso anno parlano da sé) batterà terzo. Shortstop e 1B rimangono quelli del 2017 con Didi Gregorius e Greg Bird saldi ai loro posti. Gli altri due ruoli dell’infield sono stati i principali punti interrogativi dell’intera off-season fino alla trade a tre con gli Arizona Diamondbacks e i Tampa Bay Rays che ha portato a New York il 3B Brandon Drury.
In 2B, in attesa del graduale arrivo del fenomeno della farm system Gleyber Torres, Tyler Wade e Ronald Torreyes (a meno di colpi di mercato low cost e last-minute) se la giocheranno per l’intero Spring Training. Dietro al piatto Gaby Sanchez è una sicurezza sia in difesa che con i numeri offensivi da vera star, sarà lui a fare da clean-up. Gli esterni rimangono quelli: Brett Gardner a sinistra (leadoff), Aaron Hicks al centro e la possibile staffetta fra Aaron Judge e Giancarlo Stanton a destra.
- RECORD PREVISTO
Potessimo scommettere andremmo senza alcun dubbio sulle 100 vittorie con conseguente vittoria di Division. Serviranno sì dei numeri molto consistenti per tenere calma la piazza perlomeno fino ad Ottobre, ma poi servirà in ogni caso una campagna play-off con un solo finale. Rallentando verso il termine della stagione regolare, i ragazzi di Boone potrebbero tenere energie nel serbatoio per quando queste conteranno davvero.
TAMPA BAY RAYS
Tanto movimento, in entrata e in uscita, per la franchigia di St. Petersburg. In attesa di spostare lo stadio a Tampa nel 2020, i terzi classificati (80-82) dell’anno scorso si sono trovati a chiedersi se fosse ideale iniziare una rivoluzione diretta alla ricostruzione o se fosse più utile mantenere i giocatori chiave e tentare di migliorare quell’inaspettato record del 2017.
Ne è venuto fuori un ibrido con cessioni eccellenti (doloroso il distacco dalla leggenda Evan Longoria, andato a San Francisco) e tutto sommato buoni rimpiazzi. Non servirà comunque a tenerli sopra la soglia del .500 né a colmare i (sorprendentemente pochi) deficit emersi l’anno scorso. Il gruppo c’è, Cash è un ottimo gestore ma a metà stagione capiremo le reali intenzioni del management con la decisione se cedere il leader della rotazione Archer in cambio un bel gruppo di nuovi talenti o meno. Potrebbe essere quello il turning point vero e proprio per i futuro a medio-lungo termine della franchigia.
- OFFSEASON
L’era Evan Longoria a St. Petersburg è terminata con la trade che lo ha portato ai San Francisco Giants. In cambio i Rays ottengono l’OF Denard Span e il 3B Christian Arroyo. Anche Jake Odorizzi (dal 2013 124 starts per Tampa Bay) lascia e si accasa ai Minnesota Twins (un giovane SS, Jermaine Palacios in arrivo). Per due uscite importanti due ingressi altrettanto di livello: C.J Cron lascia gli Angels e il posto di 1B titolare per venirselo a prendere in Florida e Sergio Romo torna a disposizione di Kevin Cash dopo avere testato il mercato dei free agent; sarà un pezzo pregiato del bullpen di Tampa insieme al closer Alex Colome. 1B Lucas Duda e Logan Morrison non rinnovano e si accasano altrove, così come 3B Trevor Plouffe, OF Peter Bourjos e RP Steve Cishek. Circa una settimana fa anche l’OF Corey Dickerson, a lungo inseguito dagli Atlanta Braves, ha lasciato la Florida per accasarsi ai Pittsburgh Pirates.
- ROTAZIONE
La cessione ai Minnesota Twins di Jake Odorizzi libera lo spot n.2, quello appena dopo Chris Archer che rimane confermatissimo leader di questa rotazione. Anche sul conto di Archer tante speculazioni durante l’inverno per un possibile approdo altrove via trade; speculazioni spazzate via dalle dichiarazioni dello stesso giocatore decisissimo a restare e a costruire su quella che lui stesso definisce “una delle migliori rotazioni delle intere Majors”.
Dopo Archer è il turno delle scommesse di Kevin Cash: il 25enne Blake Snell, 43 partite da titolare nei soli 2 anni di servizio Majors con Tampa Bay allo spot n.2; e Jake Faria, starter n.3 con all’attivo sole 14 starts collezionate la scorsa stagione al Tropicana Field. Per il back-end il ben più esperto ex Yankees e Marlins Nathan Eovaldi (esercitata l’opzione sul contratto per trattenerlo) dovrebbe garantire un numero sufficiente di inning e di out. Il partente n.5 è un punto di domanda. La settimana scorsa abbiamo dato la notizia dell’infortunio da Tommy John Surgery di Brent Honeywell, prospetto n.1 della farm system dei Rays che dovrà così rimanere fermo per tutta la stagione.
- BULLPEN
Alex Colome la scorsa stagione è stato il closer con il maggior numero di Saves in MLB (47 su 53 opportunità). Dietro di lui un volto semi-nuovo, quello del tri-campione World Series con i San Francisco Giants Sergio Romo, confermato come set-up per Colome nell’ottavo inning. Gli altri pezzi pregiati del bullpen rimangono Dan Jennings (anche lui arrivato, come Romo, a stagione in corso l’anno scorso) e Matt Andriese (potrebbe vincere lui il job come quinto starter in assenza di Honeywell).
- LINE-UP
Il neo-acquisto Denard Span fungerà da leadoff man e Designated Hitter. A seguire il 3B ex Giants Matt Duffy e OF Kevin Kiermaier. Al clean-up il nuovo arrivato OF Carlos Gomez. Per concludere il discorso sull’infield, Brad Miller sarà il 2B, ruolo probabilmente in condivisione con Daniel Robertson (la decisione ultima verrà dallo Spring Training) e Adeiny Hechevarria, arrivato la scorsa stagione dai Marlins, rimane la migliore opzione per Cash come shortstop. Catcher titolare sarà Wilson Ramos, ex Nationals. Sull’esterno destro ecco Mallex Smith (già 153 presenze in 2 anni di servizio nelle Majors) e in 1B un altro nuovo arrivato, C.J Cron.
- RECORD PREVISTO
La nostra previsione è per un quarto posto a massimo 72/75 vittorie. Sarebbe comunque un ottimo risultato.
BALTIMORE ORIOLES
Un inverno tranquillo che non ha rivoluzionato in nulla il line-up dello scorso anno. Un uomo solo ha fatto più rumore di un’intera franchigia: ci riferiamo ovviamente al gioiello della casa Manny Machado, l’ex 3B ora spostato a SS da una decisione tecnica del manager Buck Showalter.
Le speculazioni sul possibile movimento in uscita dello stesso Machado (attenzione: il ragazzo è ad un solo anno dalla free agency) hanno monopolizzato pressoché interamente l’attenzione del GM Dan Duquette. Si è deciso per la prosecuzione per un’altra stagione nello status quo attuale senza cedere alla tentazione dello smantellamento volto alla ricostruzione.
Tecnica un po’ rischiosa visto l’infortunio al tendine d’Achille occorso al closer Zach Britton in Dicembre: un giocatore che gli Orioles erano sul punto di cedere alla Trade Deadline di luglio scorso e che invece si ritrovano adesso inutilizzabile. Pochissime chances di stare sopra il .500 per loro. Cederanno Machado a qualche mese dal termine del contratto? Difficile. Un purgatorio che durerà ancora una stagione e poi sarà ricostruzione massiccia.
- OFFSEASON
SPs Andrew Cashner e Chris Tillman pescati dal mercato dei free agent faranno il loro egregio lavoro nella parte centrale della rotazione. Un ritorno nella American League East è quello dell’esterno destro Colby Rasmus che accreditiamo di una posizione da titolare a scapito dell’ancora non troppo esperto Joey Rickard. Oltre a quello di Chris Tillman, altri due ritorni: l’OF Craig Gentry e il 1B Pedro Alvarez. Mancati rinnovi per gli starters Ubaldo Jimenez e Jeremy Hellickson, oltre che per lo SS J.J Hardy e l’OF Seth Smith, tutti al momento ancora sul mercato. Firmano con altri team il catcher Welington Castillo, che torna a Chicago, questa volta sponda White Sox, lo starting pitcher Wade Miley che va a Milwaukee e l’infielder Ryan Flaherty messo sotto contratto dai vicini di casa Philadelphia Phillies.
Capitolo Manny Machado; gli Orioles rimangono coerenti con la politica adottata un’estate fa con Zach Britton: si rimane con i giocatori che si hanno in rosa fino a scadenza contrattuale. Troppo fresco il ricordo del quinquennio 2012-2017 con una campagna vittoriosa di Division nel 2014 e 2 Wild Card Games (1-1). Qualora arrivasse una proposta irrinunciabile a stagione in corso lo si farebbe partire senza batter ciglio.
Dubitiamo che con meno di un anno di controllo del contratto di Machado (nell’autunno 2018 farà parte del prelibatissimo contingente di free agent che testeranno il mercato a caccia di nuove opportunità) qualche team possa compromettere seriamente risorse importanti di talento da farm system per una singola post-season. Forse solo chi ai play-off ci arriva di rado.
- ROTAZIONE
Un volto nuovo, quello di Andrew Cashner, ed uno non così nuovo ma è come se lo fosse, quello di Chris Tillman. Entrambi vanno a rimpolpare un reparto che, in loro assenza, appariva alquanto asfittico con i soli Kevin Gausman e Dylan Bundy sicuri di un posto nella rotazione della prossima annata. Dietro di loro opereranno quindi Tillman e Cashner lasciando allo slot n.5 una competizione interna alla quale, in questi giorni di Spring Training, stanno partecipando Gabriel Ynoa (sole 7 start in due stagioni fra Mets e Orioles), il 23enne Miguel Castro (1 sola partita da titolare sulle 76 presenze totali nelle Majors), Nestor Cortes Jr. (per lui esperienza solo nelle Minors per ora) ed il più pronto Mike Wright Jr. con già 21 partite da starter all’attivo.
- BULLPEN
L’infortunio al tendine di Achille dello scorso 22 Dicembre occorso al closer Zach Britton mette Buck Showalter nelle condizioni di doverne eleggere un altro. Punterà con molta probabilità ancora su Brad Brach, già utilizzato in quel ruolo durante la scorsa stagione. Per il resto grande scelta a disposizione del manager per un reparto che sembra uno dei punti di forza della squadra. Fra Mychal Givens, Darren O’Day, Donnie Hart e Richard Bleier l’ERA del bullpen sta ben al di sotto della media Majors.
- LINE-UP
I primi 4 della lista battuta sono gli stessi dell’anno scorso: leadoff 3B Tim Beckham (sarà lui a scambiarsi di ruolo con Manny Machado), SS Machado, 2B Jonathan Schoop e l’esterno centro Adam Jones. Gli altri due esterni saranno uno un volto nuovo, Colby Rasmus a destra, e l’altro Trey Mancini sulla sinistra. In 1B la mazza potente di Chris Davis apporterà RBIs e HR (Pedro Alvarez rimane il suo miglior rimpiazzo in roster), mentre Mark Trumbo apre l’Opening Day da Designated Hitter ma non è impossibile possa spendere tempo in 1B alternandosi con Davis e Alvarez. Caleb Joseph è una sicurezza nel ruolo “difensivo” di catcher, un po’ meno nelle statistiche offensive.
- RECORD PREVISTO
L’anno scorso il fanalino di coda della Division ha chiuso con 75 vittorie (gli Orioles…), il valore più alto (a pari merito con gli Oakland A’s) per una “quinta posizione” nelle 6 Division delle Majors. Quest’anno dagli Orioles ci si possono aspettare 70/72 vittorie, forse non molto di più.
TORONTO BLUE JAYS
La penultima piazza nel 2017 non tragga in inganno: i Blue Jays puntano molto in alto (sono uccelli del resto…). In una AL East che hanno imparato a dominare in tempi recenti, Mark Shapiro ed il suo GM Ross Atkins non hanno avuto la minima intenzione di cedere i pezzi migliori in roster e ricominciare da zero à la Marlins e Pirates. C’è pur sempre un capitale umano preziosissimo da preservare e sul quale cercare di capitalizzare (Josh Donaldson, Troy Tulowitzki, ecc..), una rotazione fra le meglio assortite e più futuribili dell’intera American League e un attaccamento importante di alcune “face of the franchise” alla calda tifoseria canadese del Rogers Centre.
Ca va sans dire, come ogni anno si dovranno fare i conti con due fra le tre franchigie più possidenti delle intere Majors. Un piazzamento da Wild Card, però, potrebbe non risultare poi così fuori portata. Tanti competitors all’orizzonte, Los Angeles Angels, Minnesota Twins e chi, fra Red Sox e Yankees, non vince la AL East sopra tutti gli altri. Il mercato ha migliorato di tanto la fase offensiva mentre la rotazione, con un anno in più di esperienza e il ritorno al 100% di Aaron Sanchez, sulle serie anche da 4 partite può far paura a tanti nella American League.
- OFFSEASON
Offseason ricchissima di spunti, quella vissuta dai Blue Jays e dai loro tifosi. Jose Bautista lascia declinando lui stesso l’opzione a suo favore per rimanere un altro anno a spedire palline sugli spalti del Rogers Centre. Al suo posto in un uno-due con i St. Louis Cardinals arriva Randal Grichuk; in una trade separata, sempre dai Cardinals, arriva l’INF Aledmys Diaz. Un anno di contratto viene offerto al decano MLB Curtis Granderson, fra l’altro un volto non proprio sconosciuto nella Division, essendo stato parte di 3 team Yankee fra il 2011 e il 2013.
In vista della offseason 2018 quando il contratto di Josh Donaldson arriverà a scadenza, il GM Ross Atkins ha architettato un’altra mossa in entrata, questa volta con i San Diego Padres: arriva il 2B/3B 30enne Yangervis Solarte. La rotazione poteva essere esente da un makeover di queste proporzioni? Ovviamente no, e il neo si trovava in fondo alla lista.
Il back-end, seppur parzialmente coperto con la presenza di Marco Estrada, peccava di un n.5 all’altezza. Ecco allora un altro ex Bronx Bomber, il mancino Jaime Garcia a sostituire Joe Biagini a questo punto relegabile a un più adatto ruolo da long-relief nel bullpen. Bullpen dove si registrano tanti nuovi arrivi e lo diremo anche nella sezione dedicata: Oh, dopo non aver superato le visite mediche con i Texas Rangers, trova nuova casa qui in Canada, insieme a John Axford (un rientro a casa per lui, tifoso fin da bambino dei Blue Jays) e al 37enne Craig Breslow, all’ottavo team diverso della sua carriera.
- ROTAZIONE
Forse il vero punto di forza del team canadese. Con il rientro dall’infortunio al dito della mano che lancia, Aaron Sanchez, limitato a soli 36 inning nella scorsa stagione, torna con prepotenza a far pendere l’ago della bilancia della rotazione di John Gibbons verso la direzione dell’eccellenza. Marcus Stroman, per il momento fermo ai box per una infiammazione alla spalla destra, sarà lo starter per l’Opening Day contro gli Yankees in casa del 29 Marzo. J.A Happ, Sanchez, Marco Estrada e il volto nuovo, il mancino Jaime Garcia a completare una rotazione ben assortita e con un mix di gioventù ed esperienza capace di impensierire tanti avversari.
- BULLPEN
Il 23enne Roberto Osuna, con le 39 Saves su 49 chances della scorsa stagione rimane il closer titolarissimo. Per il resto, tanti nuovi arrivi: Craig Breslow, Seung Hwan Oh (closer 2016 e 2017 ai Cardinals) ed il ragazzo dell’Ontario John Axford innalzano il livello di qualità di un bullpen già ben assortito con Al Albuquerque, Ryan Tepera e Danny Barnes.
- LINE-UP
La partenza di Ryan Goins mette in rampa di lancio il 2B Devon Travis per il ruolo di leadoff hitter. A seguire, 3B Josh Donaldson, 1B Justin Smoak e DH Kendrys Morales. Troy Tulowitski sarà come sempre lo SS titolare. Il canadese Russell Martin confermato come catcher. Gli esterni sono nuovi per due terzi: Randal Grichuk dai Cardinals e Curtis Granderson dal mercato dei free agent controlleranno, rispettivamente, le porzioni destra e sinistra dell’outfield. Al centro rimane al suo posto una delle anime di questa squadra, lo spettacolare Kevin Pillar.
- RECORD PREVISTO
Dai Blue Jays 2018 ci si attende molto. Per entrare in zona seconda Wild Card l’asticella va spostata in alto, serviranno almeno 85/88 vittorie. Noi crediamo possano farcela, anche se il valore più ragionevole dovrebbe aggirarsi sulle 85 più che sulle 88. Basterà? Dipenderà molto dalla concorrenza e dalla resa stabile della rotazione.
30 anni, giornalista ed appassionato di baseball da 10.
segnalerei la mancata citazione (alla voce “bullpen” degli Yankees) di Chad Green, statisticamente parlando uno dei migliori rilievi (in assoluto) dell’intera Lega, l’anno passato.