Nei giorni dell’uscita nelle sale di tutto il mondo del nuovo film DC Comics “Justice League”, un altro supereroe, molto più umano di quelli del film, ha deciso (sì, avete capito bene: ha deciso lui fra le 30 offerte ricevute dai club MLB) di accasarsi con i Los Angeles Angels of Anaheim.
No, non parliamo di Clark Kent quando smette i panni di Superman e torna a fare l’innamorato maritino di Lois Lane, ma di Shohei Othani. Segnatevi ben bene questo nome perché potrebbe rappresentare, e di fatto già rappresenta, una rivoluzione copernicana nel modo di intendere il gioco.
Othani infatti è un eccellente lanciatore ma allo stesso tempo un altrettanto prolifico battitore. E la cosa più bella è che non vuole scegliere un ruolo a discapito dell’altro, ma ritiene di voler intendere il ruolo nella maniera più onnicomprensiva possibile servendo da starting pitcher e da designated hitter durante la settimana.
Starà al decano dei manager MLB Mike Scioscia (alla diciannovesima stagione con gli Angels) mettere insieme ed armonicamente alternare le due funzioni che il fenomeno nipponico è potenzialmente in grado di apportare al line-up degli Halos.
Dalle prime indiscrezioni filtra che Othani sarà con tutta certezza un membro permanente della primissime posizioni della starting rotation degli Angels; e che, con un giorno di riposo immediatamente seguente alla fatica da lanciatore, dovrebbe essere schierato da DH titolare nelle due partite che figureranno in calendario al secondo e al terzo giorno seguente alla partita da pitcher; per poi godere ancora di un giorno libero anteriormente alla nuova partita da lanciatore.
Come dicevamo sopra, davvero una rivoluzione francese, copernicana, americana, scegliete voi l’aggettivo. Qualcosa di simile nel modo di intendere il gioco lo avevamo visto solo con Jim Abbott, pitcher passato, fra gli altri, proprio dagli Angels, e nato con una sola mano ma comunque in grado di spostare il guantone con rapidissima esecuzione da un braccio all’altro ed eseguire con disinvoltura quelle che per giocatori normodotati sarebbero apparse rutinarie azioni difensive.
Con questo acquisto “two-way” sia il line-up che la rotazione dei lanciatori partenti ne acquisiscono in un sol colpo un immediato vantaggio. Un line-up che, proprio in questi giorni di frenetici incontri ad Orlando ai Winter Meetings, sta andando rimpolpandosi sempre più di giocatori utili e di esperienza da affiancare al neo-trio delle meraviglie composto dal 2 volte MVP Mike Trout, da Othani e da Albert Pujols.
Un mix ritenuto necessario dal General Manger Billy Eppler per tentare di detronizzare le formazioni texane (3 vittorie negli ultimi 3 anni fra Rangers ed Astros) dallo scettro di vincitore di division nella American League West. Prima Ian Kinsler, seconda base di sicuro affidamento con un passato importante proprio ad Arlington, arrivato in uno scambio con Detroit; e poi Zach Cozart, shortstop titolare dal 2011 nei Cincinnati Reds che si lega per tre anni a 38 milioni di dollari con la franchigia della contea di Orange.
Sono passati solo otto giorni dalla conferenza stampa di presentazione a porte aperte di Othani all’Angels Stadium ma nel frattempo, come detto, molti pezzi del puzzle sono andati al loro posto per Mike Scioscia & company.
Una offseason intensa e volta ad allineare la franchigia degli angeli alla “migliore gioventù” della American League rappresentata dai campioni in carica di Houston e dagli altrettanto rafforzati New York Yankees di Aaron Judge e Giancarlo Stanton.
Oltre all’aggiunta dei nuovi infielder Kinsler e Cozart, un volto noto della fan base di Anaheim ha rinnovato per altri 5 anni il proprio rapporto con gli Halos: Justin Upton. Arrivato da Detroit nei giorni in cui anche Justin Verlander faceva le valigie da MoTown, Upton avrà un lustro e 106 milioni di motivi per farsi amare dai tifosi di Orange County.
Insomma, un bel guanto di sfida lanciato da Eppler agli Astros. Il 2018 ha tutte le premesse per essere finalmente l’anno della consacrazione di Mike Trout nel gotha del baseball che conta. Quello che si gioca ad ottobre. Quello di chi vince. E questi Angels hanno più di un indizio che li spinge in quella categoria.
30 anni, giornalista ed appassionato di baseball da 10.