Erano circa le 4 del mattino in Italia, quando allo Staples Center Magic Johnson, durante il pregame dell’opening night fra Lakers e Clippers, esultava per il grande slam di Enrique Hernandez che proiettava i Los Angeles Dodgers sul 7-0 in gara 5 e metteva un sigillo sulle NLCS.
Gara 5 si è chiusa 11-1 spegnendo le speranze di rimonta per gli Chicago Cubs dopo la vittoria della bandiera in gara 4 per 3-2. Dopo le NLCS perse nel 2013 contro i Cardinals e quelle del 2016 proprio contro i Cubs, LA torna finalmente a vedere una squadra nelle World Series.
Enrique Hernandez l’eroe che non ti aspetti. 3 HR nel primo, nel terzo e nel nono di gara 5. Nella sua terza stagione al Dodger Stadium Hernandez ha giocato praticamente in tutti i ruoli che non siano catcher o pitcher. In 52 occasioni è entrato come pinch hitter e dopo un 2016 sotto il .200 di AVG non ha invertito molto il trend negativo con una media di .215 in quasi 300 AB nella regular season appena finita.
La sua duttilità difensiva però è risultata comoda a Roberts sia nella scorsa stagione con tutti i suoi infortuni come in questo 2017. Ieri notte il 25enne di Puerto Rico è stato ripagato con la notte sportiva della sua vita.
Per la prima volta nella serie sono stati i Dodgers a colpire per primi chiudendo di fatto partita e serie già dopo 3 riprese contro Quintana. L’ex White Sox chiude non bene il suo primo ottobre al lavoro con 5.4 di ERA in 13 riprese, in particolare 8 runs subite in 2 uscite in queste NLCS.
Ancora l’attacco di Los Angeles esplode come mai nelle prime 4 gare, nelle quali era sempre stato supportato dal pitching staff. 16 valide, 3 Home Runs e ancora grande pazienza nel box con quasi 180 lanci visti contro i 128 di Chicago, una delle chiavi sicuramente del confronto.
I Cubs non sono riusciti in 5 gare e oltre 20 inning a segnare un singolo punto contro i rilievi di Dave Roberts, nemmeno nella vittoriosa gara 4 dopo i soli 4.2 IP di Alex Wood. Tutto facile invece in gara 5 per il ‘pen ospite con 8 runs di vantaggio con Maeda, Morrow e Jensen a spartirsi le ultime 3 riprese dopo i primi 18 out di Kershaw su 22 affrontati.
Il 3 volte CY ottiene così la sesta W in carriera nella postseason su 17 partite iniziate. Kershaw arriva così alla serie più importante della sua carriera, con gara 1 fissata a martedì 24 ottobre al Dodger Stadium sarà sicuramente lui ad avere la palla per il first pitch.
Si chiudono male le terze NLCS consecutive per Maddon, con la media di 1.6 punti a partita era inevitabile. La stagione nel complesso non è stata esaltante come quella scorsa, gran parte dell’estate passata dietro ai Brewers causa una clamorosa sbronza post titolo.
La mancanza di Dexter Fowler si è fatta sentire sia nel box che nell’outfield. Il bullpen è imploso soprattutto in Montgomery e Edwards, mentre i partenti non sono stati all’altezza del 2016.
1 su 17 per uno spento Rizzo nella serie senza neanche un extra base. Ma non è stata una questione individuale; con il 19.3% di arrivo in base, quella dei Cubs è stata fra le peggiori Championship Series di sempre dal punto di vista offensivo.
Da risolvere ora alcune questioni nel roster. Su tutte le scadenza dopo il mega contratto da 7 anni di Wade Davis, la cui assenza in gara 2 pesa sull’economia della serie. Per il resto il core della squadra sarà ancora quello e i Cubs torneranno a essere competitivi nel 2018
I Dodgers dovranno ora aspettare gara 6 e un’eventuale bella fra Yankees e Astros. Intanto possono godersi quello che è il primo vero traguardo dopo anni di postseason finite male; il 22esimo pennant nella storia della franchigia.
Appassionato fin dai 10 anni della cultura e dello sport USA dopo essermi innamorato del baseball avendolo giocato a scuola. Amo il playground per il basket con gli amici dove imito goffamente i movimenti dei miei idoli NBA. Sogno di vedere dal vivo almeno una partita di ognuna delle 4 franchigie a cui tengo che per ora posso seguire solo grazie a litri e litri di caffè. Non sopporto le persone che indossano canotte NBA e cappelli MLB o NFL senza sapere chi o cosa stiano indossando.