Ad inizio stagione, guardando i roster di partenza delle 30 squadre MLB, le due che potevano sembrare le più complete per un recente futuro in forte crescita erano Rockies e D’Backs: rotazioni giovani ma fortissime, lineup completi con molto power ma anche molta velocità, difesa superiore.
Ed infatti i Diamondbacks non ci hanno smentiti: 38 vinte e 26 perse, 3 partite di svantaggio dai sorprendentissimi Rockies, solo mezza dai secondi Dodgers, già 13 partite di vantaggio sui plurititolati Giants.
Il segreto di questo successo? Francamente molti, ma quello che salta all’occhio è il 25-9 casalingo, miglior partenza in casa nella storia della franchigia e miglior record casalingo in MLB in questo momento. E nonostante i Rockies abbiano vinto le ultime 7 partite, le ultime 3 con i campioni del mondo Cubs, loro rimangono in scia.
Il payroll era addirittura sceso in questa stagione, da 98 a 93 mln di dollari, e considerato che un terzo esatto viene incassato dal solo Zack Greinke, il resto del payroll è estremamente sotto controllo.
L’attacco sta facendo grandi cose, ed è sesto nell’ormai famoso Power Ranking MLB: Goldschmidt è sesto per punti segnati, primo per basi ball guadagnate, decimo per average, sesto per OPS, primo per OBP, settimo per basi rubate(!) e nono per RBI nella NL, mentre Lamb è primo per RBI, quinto per HR e decimo per slugging.
Un po’ tutti contribuiscono, ed infatti complessivamente Arizona è nelle prime tre della Lega in quasi ogni statistica offensiva.
Cominciamo dal catcher, Chris Iannetta, non certo una star, che però l’altro ieri con 7 RBI ha stabilito un record di franchigia nel suo ruolo, ed erano 11 anni che un giocatore dei D’Backs non batteva 7 RBI nella stessa partita.
Negli ultimi 10 incontri ha battuto 4 HR e 13 RBI; detto di Goldy, ormai un five tools player come e meglio di Trout, che ha già smesso di rubare basi con continuità per preservare il suo fisico, si passa a Jake Lamb, vera e propria sorpresa nella sorpresa: al 10 maggio era nella sua solita stagione, poi un mese da .320 di media e 33 RBI l’ha catapultato in testa alla classifica individuale.
Ottimo è l’apporto offensivo dello shortstop Chris Owings con 7 HR, 9 SB, .297 di media e 37 RBI; David Peralta sta facendo un’altra buona stagione, così come A.J. Pollock, che purtroppo però è di nuovo in lista infortunati, così come Yasmani Tomas, una delle due note dolenti offensivamente, specialmente in trasferta, con un OPS di .548, mentre l’altro neo, Brandon Drury, che se la cava bene in casa, on the road batte appena .453 di OPS, peggiore della Lega! Per proseguire nella top five e nella corsa alla Division, questi due spot devono produrre di più.
Anche sul monte di lancio il team è nei primi 3-4 posti in ogni categoria, secondi per ERA totale e per punti concessi, secondi per K e per WHIP (sempre dietro ai Dodgers). E pensare che un pezzo da novanta della rotazione, Shelby Miller, l’11 maggio è stato operato al gomito (la solita Tommy John Surgery) e si rivedrà solo il prossimo anno.
La rotazione è guidata da Robbie Ray (2.85 di ERA e 1.07 di WHIP), e da Zack Greinke (3.20 e 1.02 rispettivamente), ma anche il nuovo acquisto Taijuan Walker ed il rookie Zack Godley hanno ottime statistiche fino a questo momento. La nota negativa è Patrick Corbin, che viaggia oltre il 5 di ERA.
Anche il bullpen è ben sopra la media, quarto per ERA nella Lega, nonostante l’alto 5.56 del closer veterano Fernando Rodney, firmato prudentemente con un annuale per coprire la lacuna in quel ruolo. Il suo comunque lo sta facendo, con 16 salvezze all’attivo e negli ultimi incontri gli avversari hanno un desolante 2 su 37 in battuta.
Il vero asso è il setup Archie Bradley, ex partente che viaggia a 1.30 di ERA e 0.87 di WHIP, con una media di oltre 11 K per 9 inning lanciati. Ma anche il mancino Chafin sta facendo miracoli, con 2.05 e 1.00 rispettivamente, ed addirittura 13 K per 9 inning, per non parlare di T.J. McFarland, l’ex prospetto degli Orioles scaricato troppo presto, che ha un 1.93 e 1.02 al suo attivo in 18.2 inning.
Quali prospettive? E’ chiaro che leggendo il roster viene da sorridere al pensiero che possano arrivare ai playoff già in questa stagione, ma ormai si è quasi a metà e non accennano a rallentare.
L’entusiasmo, la freschezza della gioventù e ottime individualità potrebbero fare il miracolo, esattamente come in Colorado. Pensiamo che alla fine la wild card potrebbe vedere proprio le due sorprese a confronto, dato che né la East né la Central sembrano in grado di mandare più di una squadra ai playoff, e che i Dodgers dovrebbero alla fine riuscire a spuntarla per la vittoria della Division.
Sarebbe un incontro da brividi!