Negli ultimi anni la AL West è stata il laboratorio per antonomasia della MLB, partendo dalle strategie di Oakland all’atterraggio di Houston nella American League e si è sempre prodotta ai vertici della lega, sebbene non trovi la vittoria nelle World Series dal 2002 con gli Angels. Nella scorsa stagione i Texas Rangers hanno vinto la division ma sia per un calo loro sia per un contemporaneo miglioramento di Seattle e Houston quest’anno potrebbe essere molto combattuta. Gli Angels non sono ancora competitivi sebbene qualcosa paia muoversi, mentre si deve prestare attenzione ai giovani di Oakland, che sono molto promettenti.
HOUSTON ASTROS
Fear of the Astros! Complice un inizio 2016 disastroso (17-28 e record in pareggio arrivato solamente a fine giugno) Houston ha mancato l’accesso alla postseason piuttosto a sorpresa ma la franchigia texana non ha mollato il colpo ma, anzi, ha rafforzato alcuni settori fondamentali e si presenta a questa stagione carica di molte aspettative.
– Offseason
Novità principale della offseason è una propensione alla spesa che raramente avevamo visto negli Astros: gli 82 milioni elargiti in contratti sono infatti la sesta spesa della MLB ed hanno permesso di portare a Houston giocatori del calibro di Josh Reddick (52 milioni per 4 anni) e Carlos Beltran (annuale da 16 milioni), i quali rendono ancor più pericoloso un lineup che già vanta alcuni battitori d’eccezione. Per quanto riguarda invece il monte di lancio l‘unico innesto è invece stato il veterano Charlie Morton, 14 milioni in due anni, in arrivo da Philadelphia.
– Partenti
Quella che sembrava essere una forza della squadra, una rotazione giovane ed efficace, si è rivelata infine una delle debolezze principali ed i numeri parlano chiaro: la ERA di 3.71 del 2015 si è trasformata in 4.37 nel 2016 e se l’asso della rotazione, Dallas Keuchel, è stato il lanciatore il cui tracollo ha fatto più rumore, anche i vari Collin McHugh e Mike Fiers hanno patito un’annata opaca. L’unico a rimanere sui livelli 2015 è stato Lance McCullers, il quale però è stato colpito da diversi infortuni che lo hanno fatto lanciare solamente in 14 partite. Partito Doug Fister e sostituito con Morton la rotazione è quasi fatta, con Fiers che potrebbe ancora giocarsi l’ultimo dei cinque spot con Joe Musgrove.
– Bullpen
Cambiando l’ordine degli addendi il risultato cambia, eccome se cambia: con Luke Gregerson come closer il bullpen degli Astros avevano uno dei peggiori rendimenti della lega, con salvezze bruciate a ripetizione e molti punti incassati. A giugno Gregerson è ritornato a fare il setup con ottimi risultati ed al suo posto è stato promosso Ken Giles (che a sua volta nella prima parte di stagione aveva fatto molta fatica). E sarà ancora questa la conformazione del 2017, con i validi Will Harris e Chris Devenski a supporto, mentre si attende un recupero da parte di Tony Sipp ed un netto miglioramento da parte del giovanissimo (23 anni) Michael Feliz.
– Lineup
Senza dubbio gli Astros vantano una delle migliori coppie SS-2B dell’intera MLB, sia che si parli di rendimento che di potenziale: Carlos Correa (SS, 22 anni) ha confermato quanto di stupendo aveva fatto vedere nella produttiva farm di Houston mentre Jose Altuve (2B, 26 anni) ha raggiunto o superato le 200 valide per il terzo anno consecutivo, ed entrambi sono pericolosi anche nel basestealing. Un altro giovanissimo, Alex Bregman (22 anni, selezionato nel draft 2015 e già in MLB da luglio dello scorso anno), sarà il 3B titolare mentre in prima base si attende l’esplosione di Yulieski Gurriel: il 32enne cubano, arrivato a luglio con un remunerativo contratto da 47,5 milioni di dollari, ha avuto il tempo di acclimatarsi al livello MLB e sta anche ultimando la transizione a 1B. Già detto di Reddick come esterno destro, come CF troveremo un altro farmino, George Springer, molto potente in battuta e efficace difensivamente, mentre per il terzo ruolo si potrebbe vedere l’alternanza tra Nori Aoki (e la sua grande capacità nell’andare in base) e Jake Marisnik, ennesimo prodotto della casa, gran difensore ma con enormi problemi nel box di battuta. Con i suoi 39 anni Carlos Beltran (che già passò da queste parti nel lontano 2004 dopo gli inizi a Kansas City) sarà perfetto per il ruolo di battitore designato con alcune escursioni nell’OF all’occorrenza, mentre via trade da New York, sponda Yankees, è arrivato il C Brian McCann, il quale dal 2006 solamente una volta è andato sotto i 20 HR subiti: nel caso in cui uno dei due necessiti di riposo ci sarà spazio per il C/DH di riserva e di esperienza, Evan Gattis.
– Record previsto: 94-68
LOS ANGELES ANGELS
Con calma, con molta calma forse la ruota può iniziare a girare per la squadra di Anaheim, la quale può vantare tra le sue fila forse il miglior giocatore di tutta la lega nonché MVP in carica ma allo stesso tempo è reduce da un 2016 deludentissimo chiuso con un record di 74-88, con una differenza di 24 vittorie dal non lontano 2014. La dirigenza Angels si deve barcamenare tra due problemi principali: un payroll che continua ad essere oberato da contratti pesanti (Albert Pujols a 37 anni riceverà 26 milioni, Ricky Nolasco 12, Huston Street 9, poi c’è il simpatico Josh Hamilton che è ancora a libro paga per 26 milioni ed al momento è infortunato e nel sistema di Texas) ed una rotazione che nel 2016 ha faticato oltremodo dal punto di vista fisico (ebbene sì, Nolasco fa parte anche di questo problema): solo due lanciatori hanno superato le 25 partenze (ed uno dei due, Jared Weaver, è andato a San Diego) e ben 11 hanno invece effettuato almeno 5 partenze.
– Offseason
Non si può dire certamente che la offseason degli Angels sia stata movimentata, ma ciò non è forzatamente un male. Già detto della partenza di Weaver, due/tre erano i need e paiono essere stati riempiti con criterio. Il LF era forse la necessità più impellente ed è stata coperta con l’arrivo, via trade da Detroit, di Cameron Maybin, al quale è stata subito applicata una club option per il 2017 da 9 milioni. Per la prima base (contando il progressivo spostamento di Pujols nel ruolo di DH) è arrivato da Houston Luis Valbuena, ormai in eccesso in Texas, con un biennale da 15 milioni, mentre per la seconda base è stato acquistato via trade da Washington, Danny Espinosa.
– Partenti
Pur di fronte ai problemi elencati in precedenza, il front office degli Angels ha deciso di modificare solamente in modo marginale la rotazione, solamente per sostituire Weaver nella speranza che i giocatori restino più sani che nella scorsa stagione. L’unico arrivo è quello del 33enne Jesse Chavez dai Dodgers: il non più giovane lanciatore, firmato con un annuale, è nelle Majors dal 2008 ma solamente nel 2014 e nel 2015, quando era ad Oakland, è stato impegnato come partente. Per il resto la rotazione, se utti rimanessero sani, dovrebbe essere composta dalla stella Garrett Richards (6 partenze nel 2016, Tommy John surgery apparentemente evitata grazie alle cellule staminali), Matt Shoemaker, Ricky Nolasco (11 partenze) e Tyler Skaggs (10 partenze).
– Bullpen
L’infortunio di Huston Street che lo ha tenuto fuori da agosto dello scorso anno e lo farà iniziare in ritardo anche questa stagione ha permesso a Cam Bedrosian di ergersi a colonna portante del bullpen e sembra che il 25enne della Georgia (1.12 di ERA in 40.1 inning lanciati) possa iniziare il suo apprendistato nel ruolo da closer. Andrew Bailey, JC Ramirez, Deolis Guerra e Jose Alvarez sono gli altri rilievi più importanti.
– Lineup
Dagli altri paragrafi si è già capito, all’incirca, quale sarà lo schieramento dei titolari: gli esterni saranno Maybin, Trout e Kole Calhoun (il quale silenziosamente ha prodotto almeno 3 WAR in ognuna delle ultime tre stagioni) a destra, con Ben Revere, altra acquisizione della offseason, prima riserva. Valbuena si alternerà in platoon con C.J. Cron in prima base, Espinosa sarà il 2B e formerà una delle coppie più difensivamente esaltanti con lo SS Andrelton Simmons, macchina da highlights ma anche buon produttore di valide, mentre Yunel Escobar, altro giocatore di esperienza con i suoi 34 anni, sarà il 3B. Nuovo è anche il catcher: Martin Maldonado è arrivato da Milwaukee a cui è andato il titolare del ruolo nel 2016, Jett Bandy, e farà anche da tutor per Carlos Perez, il quale nella MLB sta avendo enormi problemi di rendimento dopo grandi prestazioni nelle Minors.
– Record previsto: 80-84
OAKLAND ATHLETICS
I tifosi A’s non possono certamente essere annoverati tra quelli più soddisfatti in questo particolare periodo: certamente capitano stagioni come il 2012 e il 2013, però poi i principali artefici di queste imprese se ne vanno a guadagnare di più in altre squadre e se il ricambio previsto non si comporta come previsto e lo sviluppo dei giovani è ancora indietro allora si assiste a stagioni come 2015 e 2016. A ciò si deve aggiungere un ballpark condiviso con il football, vecchio e poco confortevole in un’epoca in cui la famosa “experience” per il tifoso è sempre più importante, con conseguenti bassi ricavi generati dalla struttura, che poi è solo uno dei motivi di una disponibilità economica tra le più basse della lega. Nonostante ciò, però, si può vedere qualche giovane all’orizzonte che si è comportato bene nella sua stagione da rookie e che potrebbe poi essere parte della struttura di roster che fra un paio di anni potrebbero essere competitivi.
– Offseason
Considerando gli standard di spesa degli A’s non è stata una offseason all’insegna del risparmio (i 36 milioni di spesa si collocano al 16° posto nella lega) e sono arrivati 4 free agents interessanti, anche se due hanno 36 anni e il più giovane 30. L’investimento più oneroso è stato l’acquisto, o meglio il ritorno, di Santiago Casilla, rilievo ed ex closer dei Giants, firmato per due anni nonostante l’età avanzata (uno dei due trentaseienni è lui) e nonostante il suo 2016 sia stato, in termini di ERA, il peggiore dal 2009, ultimo dei suoi sei anni proprio con la maglia degli A’s. Con lui sono arrivati gli esterni Matt Joyce e Rajai Davis e il 3B Trevor Plouffe.
– Partenti
Primo settore e primi problemi: il miglior partente di Oakland, ovviamente Sonny Gray, inizierà la stagione in DL per un problema ai muscoli dorsali, manifestatosi all’inizio dello spring training. Gray era stato colpito dagli infortuni anche nella passata stagione e si era notato sia in termini di quantità (22 partenze) che di qualità (ERA doppia rispetto alle tre stagioni precedenti, 5.69 a 2.88) e si aspettava questa stagione per un importante rimbalzo, che sarà almeno posticipato. Gray doveva essere il capofila di una rotazione molto giovane ma che può migliorare ed iniziare a togliersi soddisfazioni: in contumacia del boss i due capisaldi della rotazione saranno Kendall Graveman (26 anni, arrivato nella baia nel 2015 nella trade Donaldson da Toronto) e Sean Manaea (25 anni, sotto i 4 di ERA nella stagione da rookie, arrivato da Kansas City nella trade Zobrist). A completare la rotazione ci saranno Jharel Cotton (ripetitivamente arrivato dai Dodgers nel 2016 nella trade per Reddick e Rich Hill, 25 anni, molto promettente nelle 5 partenze effettuate con gli A’s in MLB), Andrew Triggs, 27enne sottovalutato mestierante di minors prima con Kansas City e poi con Baltimore e Jesse Hahn, 27enne a sua volta, il quale però probabilmente terrà il posto solo fino al ritorno di Gray per poi ricoprire il ruolo di long reliever.
– Bullpen
Sebbene sia stato l’acquisto più costoso della offseason, quasi sicuramente Casilla non sarà il closer della squadra in quanto in questo ruolo si è molto ben comportato Ryan Madson, il quale ha ereditato il ruolo per i perduranti problemi fisici di Sean Doolittle e che anche per il 2017 avrà in carico questo ruolo. Il quarto pezzo importante sarà, per forza di cose, Ryan Dull, esploso a 26 dopo una lenta maturazione attraverso tutto il sistema di affiliate A’s: la sua ERA di 2.42 è stata la migliore tra i rilievi e ci si attendono conferme.
– Lineup
Come detto in apertura, Oakland ha deciso di rifarsi il look sugli esterni confermando Khris Davis e la sua scintillante stagione: arrivato nel 2016 dopo l’esperienza di Milwaukee, Davis ha superato la soglia dei 40 HR (cosa riuscita solamente a personaggi importanti della storia A’s come Reggie Jackson, Mark McGwire, Jose Canseco e Jason Giambi) e dei 100 RBI e si candida ancora a battitore più potente della squadra. Al suo fianco il front office ha voluto integrare la sua potenza con la velocità di un altro Davis, Rajai, come CF (43 basi rubate nel 2016, top della AL) e la capacità di andare in base di Matt Joyce a RF: dopo una stagione piuttosto faticosa agli Angels nel 2015 quest’ultimo ha trovato nuova linfa a Pittsburgh e a 32 anni ha ancora trovato un remunerativo contratto. Alle loro spalle ci doveva essere Chris Smolinski ma un infortunio alla spalla lo terrà fuori fino a giugno e allora troverà spazio il 22 Matt Olson, che può migliorare molto dopo aver faticato oltremodo al debutto lo scorso anno. Non si può certamente dire che Yonder Alonso sia un 1B produttivo ma certamente ha il pregio di costare poco: rifirmato per soli 4 milioni, Alonso coprirà il ruolo e come Plouffe in 3B avrà il compito di svezzare ulteriormente Ryon Healy, arrivato in MLB dopo aver fatto molto bene in tutti i gradi delle Minors e già in grado di lasciare il segno con una media battuta di .305 e 13 HR nel solo periodo che va da metà luglio a fine stagione. Chiaramente chi dei tre non giocherà troverà spazio come DH, in un gruppo che all’occorrenza potrà anche mettere in campo Mark Canha. C, SS e 2B sono tre giocatori di esperienza: Stephen Vogt, Marcus Semien e Jed Lowrie sono discreti giocatori ma il loro compito è fornire prestazioni decenti fino a quando giungerà a completamento lo sviluppo di tre dei maggiori prospetti della farm, rispettivamente Bruce Maxwell, Joey Wendle e Franklin Barreto.
– Record previsto: 74-88
SEATTLE MARINERS
Seattle è città famosa per i suoi giorni di pioggia ma evidentemente l’acqua ha bagnato anche le polveri dei Mariners, i quali hanno mancato l’accesso alla postseason per il 15° anno consecutivo, peggior dato della lega (per capirci le uniche altre squadre in doppia cifra sono Marlins a 13 e Padres a 10), nonostante un ottimo roster e un record di 86-76, a sole 3 partite da Baltimore e Toronto che si sono giocate la Wild Card della AL. Il General Manager Jerry Dipoto ha focalizzato il problema principale nella rotazione, in effetti un po’ troppo tendente agli infortuni e al basso rendimento, ed è intervenuto in maniera aggressiva, facendo giungere nello stato di Washington due nuovi partenti e lavorando più su trade che su free agents, creando quello che pare un team pronto per l’ennesimo assalto ai playoff.
– Offseason
Come si diceva pocanzi, poco è stato investito in free agency: gli 11 milioni investiti sono il 23° dato della lega e sono stati dati a un solo giocatore, il rilievo mancino Marc Rzepczynski, firmato per 2 anni. Molto più interessante è stato il lavoro di trade fatto da Dipoto: innanzitutto sono arrivati due partenti, Drew Smyly da Tampa Bay e Yovani Gallardo da Baltimore, che dovrebbero aver sistemato la rotazione. Lo scambio più importante e spettacolare è però avvenuto con Arizona: i Mariners si sono portati a casa lo SS Juan Segura e il RF Mitch Haniger, probabili starter nei rispettivi ruoli, in cambio del partente Taijuan Walker e dello SS Ketel Marté, entrambi giovanissimi e con potenziale altissimo ma entrambi con qualche problema al loro primo impatto con la MLB. Via trade è stato anche rinnovato il LF, con l’arrivo di Jarrod Dyson da Kansas City in cambio del deludente partente Nate Karns.
– Partenti
Smyly e Gallardo provengono allo stesso modo dalla peggior stagione della loro carriera ed entrambi hanno la piena possibilità di tornare a performare bene, complici una buona esperienza ed età non esagerate (Smyly 27, Gallardo 31). L’asso della rotazione, però, rimane sempre “King Felix” Hernandez: il venezuelano, che sta per iniziare la tredicesima stagione sull’oceano, ha però qualche problemino sia fisico (a causa di un raro periodo passato in DL per un problema al polpaccio le 25 partenze sono il dato peggiore dal 2005) che prestazionale (la ERA di 3.82 è la peggiore dal 2007 ed in deciso aumento per la seconda stagione consecutiva) e le altalenanti prestazioni con la sua nazionale nel World Baseball Classic potrebbero far suonare qualche campanello d’allarme. Altri dubbi provengono da Hisashi Iwakuma, ormai 35 enne e anche lui reduce dalla peggiore stagione in termini di ERA; AVG concessa e WHIP da quando è negli USA, mentre il mancino James Paxton viene dalla stagione con il maggior numero di partenze (20 a partire da giugno) ma bisognerà vedere se avremo a che fare con l’ottimo lanciatore di agosto e settembre o con quello molto meno performante visto fino a luglio.
– Bullpen
Edwin Diaz. Basta. La seguente monografia di ESPN (http://www.espn.com/mlb/story/_/id/18906428/the-legend-seattle-mariners-closer-edwin-diaz) racconta splendidamente l’improvvisa e stordente ascesa del giovane portoricano, che fino a maggio del 2016 era uno sconosciuto partente di AA: da lì in poi una felice intuizione del front office lo ha trasformato in rilievo e la sua ascesa è stata fulminea, con l’approdo in MLB in un mese, 13 holds fino a luglio e poi l’approdo al ruolo di closer, con il record MLB di salvezze (18) e strikeout per un rilievo (39) negli ultimi due mesi. World Baseball Classic? Nessun problema, e per referenze chiedere a Olanda, Stati Uniti e Repubblica Dominicana, cadute sotto i colpi di questo 22enne dal brillante futuro. Al suo fianco Steve Cishek sarà il setup principale quando recupererà dall’infortunio all’anca, mentre Marc “CRTL+V” Rzepczynski, Vidal Nuno e Nick Vincent saranno gli altri rilievi principali. Molta attenzione va infine prestata a Evan Scribner, particolare rilievo di 31 anni che nei 14 inning lanciati nel 2016 non ha subito nemmeno un punto.
– Lineup
A ricevere i lanci dei compagni ci sarà principalmente il C Mike Zunino, il quale però, nonostante un periodo in AAA, continua ad avere grossi problemi di AVG sebbene sia molto potente: per coprirsi nel ruolo è stato preso anche l’esperto Carlos Ruiz. L’infield è sicuro e garantito per ¾ ma c’è ancora l’incognita della prima base, che negli anni recenti non ha visto molta stabilità: a giocarsi il ruolo dovrebbero essere il più esperto Danny Valencia e il più giovane Daniel Vogelbach, che nei piani della dirigenza Mariners dovrebbe essere il giocatore del futuro nella posizione ma ha esperienza in MLB quasi nulla. Valencia fungerà anche da backup per il 3B Kyle Seager che alla soglia dei 30 anni continua anno per anno a migliorare tutte le proprie statistiche principali e darà l’assalto ai 100 RBI per la prima volta in carriera. Jean Segura ha avuto la stagione della vita nel 2016 e proverà a ripetersi anche in questo contesto con al fianco un giocatore di esperienza come Robinson Cano, il quale nella passata stagione ha semplicemente polverizzato il suo record di HR (39) ed è ritornato ad essere un fattore pure difensivamente. Sugli esterni avremo il già citato come RF Mitch Haniger, il quale non ha fatto vedere molto finora in MLB ma ha prodotto bene nelle minors e già nello spring training è andato benissimo, come CF il solido Leonys Martin e a sinistra Jarrod Dyson, che (finalmente) a 32 anni si guadagna un posto da titolare da non condividere con nessuno.
– Record previsto: 92-60
TEXAS RANGERS
Due titoli di division ma nemmeno un turno superato di playoff, anzi, nel 2016 pure uno sweep subito dai Blue Jays: questo il destino della franchigia di Dallas (ma che gioca ad Arlington, come i Cowboys della NFL), incapace di dare un seguito a due ottime stagioni regolari. La offseason ha tolto più che dato, con le importanti partenze di Ian Desmond e Carlos Beltran: per la loro sostituzione si è puntato su soluzioni interne, con il rinnovo di Carlos Gomez, mentre sarebbe anche stata rinforzata la rotazione ma i nuovi acquisti stanno già battagliando con infortuni vecchi e nuovi ed in vista di aprile già scarseggiano le soluzioni di qualità. Se si uniscono, infine, alcuni giocatori che hanno vissuto un’annata di gloria nel 2016 o che piano piano stano invecchiando, il “three-peat” potrebbe essere difficile.
– Offseason
Altra partenza non da poco è stata quella del 1B Mitch Moreland, Golden Glove nel ruolo, partito alla volta di Boston: per la sua sostituzione si è puntato su Mike Napoli, al terzo stint in Texas dopo il 2011-12 e il 2015, il quale da una parte compie 35 anni ma dall’altra proviene dalla miglior stagione in termini di HR e RBI in quel di Cleveland. A livello di lanciatori si è deciso di investire a breve termine, con due contratti annuali dati a Tyson Ross ed Andrew Cashner, ma nessuno dei due potrà iniziare la stagione in campo: il primo non dovrebbe tardare molto per un affaticamento al bicipite mentre il secondo impiegherà probabilmente fino a giugno per recuperare dall’operazione per eliminare la sindrome dello stretto toracico superiore che lo aveva fermato nel 2016.
– Partenti
In attesa di Cashner ci sono discrete possibilità che per le prime 1-2 settimane la rotazione sia a 4 uomini, guidata ancora da Cole Hamels: l’ex lanciatore di Philadelphia ha lanciato bene per tutto il 2016 ma ha finito la stagione con poca benzina in corpo, e ad un settembre già difficile ha fatto seguito la pessima partenza nei playoff, coincisa con la prima sconfitta nella serie con Toronto. È probabile che con l’inizio dell’annata Hamels sia nuovamente in forma ma se si conta che va per i 34 anni potrebbe vedersi qualche cedimento. Al suo fianco potremo venere nuovamente in azione da inizio anno Yu Darvish: il giapponese è ritornato ad ottimi livelli dopo la Tommy John surgery che gli aveva fatto saltare tutto il 2015 ma anche lui ha faticato a fine anno, viaggiando con 4.40 di ERA a settembre (alta per lui, sia chiaro) e concedendo 4 HR in 5 inning nella seconda sfida con i Blue Jays. Il terzo partente sarà Martin Perez, visto in azione contro l’Italia al World Baseball Classic (con buoni risultati per noi): nonostante sia nel giro della MLB dal 2012, il venezuelano ha solo 25 anni e offre quella sicurezza che invece è venuta meno al quarto starter, A.J. Griffin, dopo l’infortunio che lo ha messo fuori causa a inizio stagione passata. Nel caso di una iniziale rotazione a 5 e nel corso della stagione potrebbe, infine, avere qualche partenza spot Mike Hauschild, esordiente in MLB ma ottimo nelle Minors.
– Bullpen
I principali rilievi saranno solamente giocatori che hanno finito la stagione in maglia Rangers: d’altronde se i 5 più utilizzati e il più importante arrivo alla trade deadline hanno tenuto sotto il 3.50 non c’è motivo di cambiarli. Il closer sarà ancora Sam Dyson, capace di 38 salvezze la scorsa stagione e sarà spalleggiato dall’ex-Brewers Jeremy Jeffress: quest’ultimo ha lanciato solo in 12 partite in Texas ma ha mantenuto un livello di prestazioni in linea con le ultime ottime annate. Gli altri rilievi standard saranno Tony Barnett, Jake Diekman e Alex Claudio, mentre due parole in più vanno spese per Matt Bush ed il suo bellissimo percorso di rinascita: prima scelta assoluta del 2004 dei Padres (nel ruolo di SS) non aveva mai tenuto fede alle aspettative ed era stato riconvertito in lanciatore, ma infortuni e un carattere che gli aveva procurato diversi guai con la legge lo avevano portato a essere rilasciato da diverse franchigie in serie. Nel marzo del 2012, guidando in stato di ebbrezza, investì un motociclista e per questo fu condannato al carcere e rilasciato a fine 2015. Poco dopo i Rangers lo firmarono dopo un provino in un parcheggio ed il resto è storia recente: poche apparizioni in AA e poi subito in MLB, dove ha stupito con una ERA di 2.48 in 61 inning lanciati, con 61 strikeout a contorno.
– Lineup
Con il rinnovo di Carlos Gomez (1 anno a 11,5 milioni) i Rangers coprono in un solo colpo il CF e il ruolo di leadoff: rilasciato per disperazione dagli Astros a metà agosto, il dominicano ha subito trovato casa presso i rivali ed ha iniziato a produrre con continuità, risultando uno dei migliori nel finale di stagione di Texas. Ai suoi fianchi troviamo un gruppo di 5 giocatori che si sta giocando le due posizioni sugli esterni: il più sicuro pare essere Nomar Mazara, che ha avuto una ottima stagione da rookie e può diventare titolare del ruolo per lungo tempo, mentre per il ruolo in LF se la giocheranno i vari Shin-Soo Choo, Jurickson Profar Ryan Rua e Delino DeShields. Chi non vincerà la lota per la posizione avrà comunque la possibilità di farsi notare come DH in quanto si è deciso di non sostituire Carlos Beltran e puntare su un platoon di giocatori già dell’organizzazione, tra cui anche Napoli quando Rua o Joey Gallo gli daranno riposo come 1B. Rougned Odor è, invece, il 2B titolare e, a 23 anni, è perfettamente in grado di replicare l’esplosione avuta nel 2016, con una crescita offensiva spettacolare che lo ha portato a raddoppiare gli HR (16 a 33) e a diminuire le BB pur con 180 AB in più rispetto al 2015. Al suo fianco lo SS Elvis Andrus ha a sua volta disputato la career season (mai si era nemmeno avvicinato a una AVG di .300) e si pone in lotta con gli altri fenomeni che popolano la AL West nel ruolo mentre in 3B Adrian Beltre tocca i 37 anni e potrebbe sia aver bisogno di più riposo che avere a che fare con qualche fastidio fisico in più. Due parole, a chiudere, sul C Jonathan Lucroy: scappato, finalmente, dalla mediocrità di Milwaukee è riuscito a giocare in una contender e in poco meno di due mesi è riuscito a farsi apprezzare con buone partite offensive ma allo stesso tempo anche per una immediata intesa con i suoi lanciatori e ottime capacità difensive.
– Record previsto: 88-74
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte