Arrivati a meno di un mese dal termine della regular season la AL East rimane l’unica division con ancora 3 franchigie a contendersi il titolo sia nella American League che in tutta la MLB.
Mentre ad ovest i Rangers sono vicini al back to back con 10 partite su Houston e Cleveland ha 5 partite sui Tigers e 8 sui Royals nella Central, qui nello spazio di 2 gare troviamo Toronto, Boston e Baltimore.
A differenza dell’anno scorso quando già a metà Agosto si capiva che sarebbe stato un affare fra Blue Jays e Yankees, nel 2016 fino a metà stagione sono stati Boston e (a sorpresa) Baltimore ad alternarsi sul trono della division, con qualche lieve flessione dei Sox. Da quel punto sono risaliti i Blue Jays che ad agosto sono tornati per la prima volta davanti a tutti e impugnano ora lo scettro della division assieme a Boston, con gli Orioles due lunghezze più indietro.
Sono stati proprio i ragazzi di Showalter la rivelazione di quest’anno. Merito soprattutto di un bullpen stellare (secondo in WAR solo a quello degli Indians) e dei soliti pilastri del lineup che hanno dovuto trascinare una rotazione oggettivamente mediocre dopo la perdita di Chen che ha lasciato un quinto spot vincolante in cui si sono alternati Wade Miley, Tyler Wilson e Mike Wright con risultati alquanto penosi.
Tillman nel 2015 aveva fatto lievitare inaspettatamente la sua ERA a 5 punti e Gausman, alla sua quarta stagione nel Maryland, non sembrava ancora pronto per un ruolo importante nella rotazione. Il nuovo innesto Gallardo e Ubaldo Jimenez sembravano invece dare qualche certezza.
Sul diamante i risultati sono stati esattamente opposti: il dominicano e l’ex Rangers hanno un record combinato di 9-18 in 39 partenze e una media punti subiti disastrosa; Tillman invece si è riscattato alla grande rivelandosi l’ace della franchigia e Gausman, dopo un brutto inizio, ha centrato 4 vittorie consecutive e non subisce un punto da 19 inning.
Da metà luglio, complice anche l’infortunio alla spalla di Tillman che rientrerà a metà settembre, è entrato stabilmente nella rotazione il tanto atteso Dylan Bundy, 23enne dalla buona velocità e con un’ottima curveball che in 10 partenze ha ottenuto 6 vittorie.
Se gli Orioles hanno ancora il 37% di possibilità di arrivare ai playoff secondo MLB.com, il merito va ai 214 Home Run battuti ( seconda proprio Toronto con 196) da un attacco che fa della potenza il suo punto chiave. Nota di merito poi per il già nominato bullpen con Britton che dopo 5 mesi è a 40 salvezze su altrettante opportunità!
In Canada invece fino a metà maggio le cose andavano male e i Blue Jays a un certo punto si sono ritrovati addirittura ultimi nella division. Poi qualcosa è girato. Happ e Sanchez sono esplosi sorprendendo tutti e sono ora a 30-6 di record complessivo in 2. Estrada e Stroman si stanno dimostrando più che solidi mentre Dickey, nonostante sia l’unico con un record negativo, a 41 anni e con tutto ciò che ha passato nella sua vita si sta dimostrando all’altezza di una contender per il pennant.
Ciò che non è al passo con il 2015, stranamente, è l’attacco. Anche se quello di Gibbons resta un lineup da paura, quest’anno Bautista e compagni sono stati scavalcati in molti campi, dove nel 2015 dominavano, proprio da Red Sox e Orioles.
Di seguito sono riportati i leader di alcune statistiche di lega, non della AL East, rispettivamente della scorsa annata e di quella in corso. Nel 2016 sono inoltre riportati i numeri di Toronto.
2015 | 2016 | |
HR | BLUE JAYS 232 | ORIOLES 214 (Blue Jays 196) |
RBI | BLUE JAYS 852 | RED SOX 718 (Blue Jays 632) |
R | BLUE JAYS 891 | RED SOX 751 (Blue Jays 661) |
OBP | BLUE JAYS .340 | RED SOX .352 (Blue Jays .328) |
OPS | BLUE JAYS .797 | RED SOX .821 (Blue Jays .765) |
La differenza sta sicuramente nel divario che c’è fra le due stagioni di Bautista e dalla mancanza di Colabello, ma una flessione l’hanno avuta anche Encarnacion e Tulowitzki. I Jays restano comunque una contender alla division e al titolo e forse potrebbero anche avere più fortuna poichè meno temuti e con un assetto più equilibrato.
Diamo anche i meriti però a chi ha ribaltato le gerarchie offensive della lega: i Boston Red Sox.
Dopo esser stati la delusione del 2015 a Fenway si sono rimboccati le maniche e hanno tirato fuori la grana per Price e Kimbrel.
A portare i Sox a stare ai piani alti della division per tutto il 2016 è stato l’operato dei ragazzi di Farrell nel box di battuta. La stagione di addio che sta portando avanti Ortiz (31 HR 107 RBI e 1.035 di OPS per chi se lo fosse perso) è il simbolo di un attacco che, come già mostrato, sta dominando in tutto e per tutto.
Big Papi, Pedroia, Betts e Bogaerts sono tutti abbondantemente sopra il.300 di AVG. Senza parlare poi del catcher uscito dal nulla Sandy Leon che in 185 AB sta battendo .357.
Aggiungiamo poi che Porcello e Steven Wright hanno collezionato 32 W in 2. Viene da chiedersi allora: com’è possibile che i Sox non stiano già festeggiando il titolo divisionale?
Beh, intanto a Farrel è mancato e mancherà Sandoval per tutta la stagione, così come il fresco acquisto Carson Smith. Fra gli infortuni aggiungiamo quelli di Uehara, il cui corpo comincia a fargli pesare i suoi 41 anni.
Il bullpen ha risentito delle perdite e Ziegler e Tanawa hanno avuto parecchia difficoltà a gestire le situazioni difficili.
Buchholz prima di perdere definitivamente lo spot nella rotazione ha regalato ai Sox diverse L ed è stato relegato nel bullpen. Infine l’andamento di Price è stato più altalenante di quello che ci si aspettava.
Ci sono ancora tanti scontri diretti da giocare che saranno decisivi. Precisamente 12 per Boston e 9 per le altre 2. Da non sottovalutare poi i sette incontri che Sox e Blue Jays hanno con gli Yankees che sono lontani 6.5 lunghezze ma sono virtualmente ancora in corsa.
C’è infine il discorso wild card che potrebbe dare una rete di protezione ma è ancora troppo presto e ci sono ancora troppe franchigie in lotta.
Certamente sarà un mese spettacolare nella AL East con un possibile finale pirotecnico dato che l’ultima serie della stagione a Fenway Park vede i Blue Jays ospiti.
Appassionato fin dai 10 anni della cultura e dello sport USA dopo essermi innamorato del baseball avendolo giocato a scuola. Amo il playground per il basket con gli amici dove imito goffamente i movimenti dei miei idoli NBA. Sogno di vedere dal vivo almeno una partita di ognuna delle 4 franchigie a cui tengo che per ora posso seguire solo grazie a litri e litri di caffè. Non sopporto le persone che indossano canotte NBA e cappelli MLB o NFL senza sapere chi o cosa stiano indossando.